La riforma del Codice doganale
La Commissione europea ha presentato la più ampia proposta di riforma del diritto doganale UE dal 1968, pubblicando il testo che dovrebbe sostituire l'attuale codice doganale dell'Unione europea (Reg. UE 952/2013). Una proposta davvero molto estesa, che fa seguito a molti approfondimenti e studi che si sono succeduti negli ultimi anni, al lavoro del gruppo dei saggi nominato dal Commissario Gentiloni, e alla survey pubblica diffusa alcuni mesi fa, proprio dalla Commissione, per aprire il confronto sugli aspetti del codice meritevoli di aggiornamento. Tra le cause della rapida “obsolescenza” dell'attuale codice doganale, in vigore soltanto dal maggio 2016, vi è l'aumento massiccio dei volumi commerciali, soprattutto nel settore del commercio elettronico, la sovrapproduzione normativa in materia doganale, dovuta anche all'instabilità internazionale e alle frequenti crisi geopolitiche.
Una nuova autorità doganale europea
Tra le principali novità, si segnala la previsione di una nuova autorità doganale dell'Unione europea. Si tratta di un passaggio estremamente importante, perché completa l'architettura di una vera unione doganale, la quale consiste non soltanto nell'adozione di una politica doganale uniforme nei rapporti con i Paesi terzi, ma anche nell'applicazione della normativa doganale comune all'interno dei 27 Paesi. Affidare, come avviene tuttora, il coordinamento di 27 autorità doganali autonome a incontri periodici presso la Commissione si sta rivelando poco utile al funzionamento di un ambiente doganale unitario e coeso. Di qui l'idea di affidare a un'autorità comune, come già da tempo avviene nel settore bancario con la Banca centrale europea, la guida delle amministrazioni doganali nei vari Paesi, incaricate, tra l'altro, di riscuotere i dazi, che sono la principale fonte di finanziamento dell'Unione.
Questo aspetto emerge con particolare importanza anche nel rafforzamento della cooperazione tra le autorità doganali nazionali, allo scopo di assicurare una maggiore collaborazione fra le dogane nazionali, grazie alla condivisione di maggiori informazioni, al coordinamento di controlli e ispezioni, nonché ad una ripartizione delle competenze più adatta alle esigenze del caso. Le competenze, infatti, saranno messe in comune e valutate a livello dell'Ue attraverso la nuova autorità.
Un nuovo centro doganale digitale europeo
La nuova dogana europea avrà la supervisione di un centro doganale digitale europeo, l'”Eu customs data hub” che, sfruttando l'intelligenza artificiale per la raccolta e la gestione dei dati, fungerà da nuovo motore del sistema. Il centro doganale digitale europeo sostituirà l'attuale infrastruttura informativa doganale degli Stati membri UE, generando un risparmio, che la commissione ha stimato fino a due miliardi di euro all'anno. Gli operatori potranno, dunque, registrare tutte le informazioni sui loro prodotti una sola volta attraverso un unico centro doganale, senza interagire, per ciascuna spedizione, con uno dei 111 sistemi informatici nazionali attualmente in funzione.
Si tratta di una novità assoluta per le imprese UE, che potranno usufruire del data hub a partire dal 2028, quando il sistema sarà operativo per il commercio elettronico, mentre, a partire dal 2032, anche gli altri importatori potranno aderire su base volontaria, con benefici e semplificazioni immediate. L'utilizzo del sistema sarà obbligatorio per tutti gli operatori a partire dal 2038.
L'accordo di partenariato con le imprese
L'intelligenza artificiale sarà impiegata per realizzare controlli più efficaci ed efficienti, con l'obiettivo di monitorare i dati e gestire i problemi, prima ancora che le merci abbiano iniziato il loro viaggio verso l'Unione europea. In questo modo, le autorità doganali concentreranno le loro risorse per rafforzare l'azione di contrasto all'ingresso nell'Unione di merci illegali o che non soddisfano i requisiti di sicurezza. Ciò consentirà, pertanto, un approccio delle dogane incentrato sulla catena di approvvigionamento, che impone ulteriori responsabilità e requisiti informativi ai diversi attori della supply chain.
AEO: un ruolo sempre più importante
La Commissione europea ha proposto di riformare anche la disciplina AEO, introducendo una nuova categoria di operatori economici più affidabili, ossia i “trust and check traders”, che affiancheranno il programma già esistente degli operatori economici autorizzati (AEO). I trust and check traders potranno sdoganare tutte le loro importazioni presso le autorità doganali dello Stato membro in cui hanno sede, indipendentemente dal luogo in cui tutte le merci entrano nell'UE, realizzando in tal modo l'obiettivo dello sdoganamento centralizzato, già previsto dall'attuale codice doganale dell'Unione, ma non ancora attuato.
Le principali novità in tema di e-commerce
La riforma in esame intende introdurre un nuovo sistema di calcolo dei dazi doganali per le merci di basso valore più comunemente acquistate al di fuori dell'UE, riducendo le migliaia di categorie di dazi doganali a sole quattro. L'obiettivo è di abolire l'attuale soglia in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazi doganali: si tratta di un trattamento di favore, ampiamente abusato dagli operatori, che si stima sottovalutino merci extra-Ue di modesto valore nel 65% dei casi.
Le piattaforme online svolgeranno un ruolo chiave nel garantire che le merci vendute nell'Ue siano conformi a tutti gli obblighi doganali. Attualmente, il sistema doganale attribuisce la responsabilità ai singoli consumatori e ai vettori, mentre, con la riforma in esame, le piattaforme online saranno responsabili di garantire il pagamento dei dazi doganali e dell'IVA al momento dell'acquisto, in modo che i consumatori non siano più colpiti da oneri nascosti o da pratiche burocratiche inaspettate una volta che sono arrivate a destinazione. In questo modo, i consumatori dell'UE potranno essere sicuri che tutti i dazi sono stati pagati e che i loro acquisti siano conformi alla normativa europea.
Armonizzazione delle sanzioni minime
La Commissione ha evidenziato la presenza di divergenze fra le normative nazionali degli Stati membri, riguardo alle violazioni doganali e alle relative sanzioni, pertanto, la riforma intende incentivare l'armonizzazione della disciplina sulle infrazioni e delle sanzioni minime a livello UE, prevedendo un nucleo minimo comune di atti o omissioni che costituiscono infrazioni doganali e sanzioni non penali che riguardano più di uno Stato membro. Da questo punto di vista, la condivisione delle informazioni svolta dal nuovo eu customs data hub dovrebbe svolgere un ruolo chiave nella cooperazione degli Stati membri.
Proposte in tema di decisioni in materia di ITV, IVO e IVV
La Commissione intende riformare anche la disciplina delle informazioni tariffarie vincolanti (ITV), delle informazioni vincolanti in tema di origine (IVO) e delle informazioni vincolanti sulla valutazione (IVV), proponendo che le decisioni delle Autorità doganali in materia dovranno essere assoggettate alle medesime regole e procedure.