martedì 11/04/2023 • 06:00
Prosegue l'analisi per la determinazione del costo del lavoro da parte delle aziende. Si cercherà di chiarire i dubbi più frequenti, specificando le scadenze e la modulistica da utilizzare per gli adempimenti cui è chiamato il datore di lavoro in qualità di sostituto d'imposta.
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Per poter comprendere e determinare il costo del lavoro, occorre partire dalla nozione di subordinazione: il contratto che lega datore di lavoro e lavoratore ha ad oggetto lo scambio tra retribuzione e svolgimento della prestazione. Tuttavia, come si vedrà, nello specifico, tali obbligazioni non sono poste sullo stesso piano, in quanto vi sono numerose circostanze nelle quali il lavoratore non svolge la sua attività, ma ha comunque diritto, in tutto o in parte, a percepire il salario pattuito (ad esempio, ferie, permessi ecc.).
Il costo del lavoro si compone principalmente di:
Gli adempimenti del datore di lavoro
Nei confronti dell'Inps e dell'Erario il datore di lavoro è considerato un sostituto d'imposta per conto del dipendente, ossia trattiene le imposte dovute direttamente dai compensi, versandole poi alle casse dello Stato entro il giorno 16 del mese successivo al pagamento degli stipendi, esclusivamente in via telematica, usando il modello F24. Di seguito verranno riportati gli adempimenti principali da ricordare.
Le ritenute IRPEF
Per quanto riguarda le ritenute Irpef versate, entro il 28 febbraio di ciascun anno, il datore di lavoro è tenuto ad effettuare il conguaglio dell'anno precedente, includendo nel calcolo quelle pagate entro il 12 gennaio dell'anno stesso.
Entro il 31 marzo il datore di lavoro espliciterà al dipendente mediante il modello di Certificazione Unica:
I contributi previdenziali e assistenziali
Relativamente ai contributi previdenziali pagati all'Inps, classificati in bilancio secondo l'OIC 12 tra gli "Oneri Sociali", il datore di lavoro avrà un rapporto di debito/credito: se da un lato sarà creditore verso l'Inps per gli assegni familiari erogati in busta paga, al contempo avrà un debito verso l'Inps per i contributi a carico dei dipendenti.
Le percentuali di contribuzione previdenziale sono differenti a seconda del settore in cui opera l'azienda (industria, commercio, artigianato), sono a carico del lavoratore ma versate esclusivamente dal datore di lavoro.
Alla voce B.9 del conto economico tra gli Oneri Sociali trova spazio un'ulteriore voce di costo: l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro da versare all'Inail. Essa ha la funzione di garantire una protezione sanitaria ed economica ai lavoratori infortunati o colpiti da malattie professionali.
Entro il 16 febbraio di ogni anno, il datore di lavoro provvede ai seguenti adempimenti:
La somma dovuta all'Inail potrà essere versata in un'unica soluzione entro il 16/02 oppure pagata ratealmente alle seguenti scadenze: 16/02, 16/05, 16/08, 16/11.
Il TFR
Il trattamento di fine rapporto, o TFR, rappresenta una porzione di retribuzione differita che viene corrisposta da parte del datore di lavoro al lavoratore subordinato alla cessazione del rapporto di lavoro. Contabilmente al 31/12 l'imprenditore dovrà accantonare nell'apposito Fondo il TFR relativo all'anno che si è concluso. L'accantonamento del TFR, secondo l'art. 2120 c.c., è composto da una quota capitale e da una quota finanziaria. Esso si ottiene considerando come base di calcolo la retribuzione lorda dovuta per ogni anno di lavoro, divisa per 13,5 e rivalutata al 31/12. La quota capitale del TFR è assoggettata a tassazione separata, mentre la quota finanziaria è soggetta ad una imposta sostitutiva del 17%. Tale imposta è anticipata annualmente dall'azienda e va imputata a riduzione del fondo accantonamento del TFR.
Il lavoratore che abbia maturato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro può chiedere un'anticipazione del TFR, in misura non superiore al 70% dell'importo maturato. Tale richiesta deve essere giustificata da particolari esigenze, quali ad esempio: spese da sostenere per prestazioni sanitarie o per l'acquisto della casa di abitazione propria o per i figli.
Con la riforma della previdenza complementare, dal 1º gennaio 2007 il lavoratore dipendente è tenuto a scegliere se mantenere l'accantonamento del TFR in azienda oppure destinarlo alla costruzione di una pensione integrativa, a scelta tra un fondo di previdenza complementare e un fondo pensione costituito presso l'Inps.
La gestione delle assenze
Un aspetto particolare riguarda le assenze del lavoratore, che indirettamente costituiscono un costo, a volte, anche molto importante. Parliamo di periodi nei quali manca la prestazione del lavoratore, giustificata da eventi o cause tutelate dalla Legge, dalla contrattazione collettiva o da accordi individuali, durante i quali si riduce la disponibilità verso la produzione pur incidendo sui costi orari, tra cui:
Le ore contrattuali teoriche (cd. Lavorabili), al netto delle ore di assenteismo, determinano le ore effettive con le quali calcolare il C.M.O. (Costo orario medio).
Per rendere più chiaro il concetto, forniamo un esempio di personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati (multiservizi):
Alla luce di quanto detto finora, è possibile affermare che, seppur complessa, la gestione del costo del lavoro, se condotta con attenzione, anche avvalendosi della consulenza di un professionista, potrà generare indubbi benefici liberando risorse per ulteriori investimenti e contribuendo alla crescita complessiva dell'impresa.
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