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venerdì 24/03/2023 • 06:00

Fisco Tregua fiscale

Definizione agevolata: come identificarsi sul portale delle Dogane

Gli operatori che intendono aderire alla definizione agevolata devono identificarsi con SPID/CNS/CIE sul portale dell'Agenzia delle dogane, accedendo alla sezione “definizione agevolata 2023”. La circolare del 21 marzo 2023 n. 10 fornisce importanti chiarimenti sulla procedura telematica di trasmissione della richiesta.

di Sara Armella - Avvocato, Studio legale Armella & Associati

di Tatiana Salvi - Avvocato, Studio legale Armella & Associati

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  • Tempo di lettura 5 min.
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Operativa la procedura telematica per aderire alla definizione agevolata

Dal 22 marzo 2023 è operativa la procedura telematica per la definizione agevolata dei giudizi in cui è parte l'Agenzia delle dogane.

È pertanto possibile presentare la domanda di chiusura agevolata delle liti, introdotta dalla legge di bilancio 2023 (art. 1 c. 186 e s. L. 197/2022).

La possibilità di chiudere, in via agevolata, i giudizi con la Dogana ha dato vita a un ampio dibattito sulla natura dei giudizi definibili. Con l'inclusione dell'Agenzia delle dogane nel comma 186, la legge di bilancio ha ammesso la conclusione agevolata delle numerose liti in materia di accise e di giochi, finora escluse dalla pace fiscale.

Il legislatore ha chiaramente indicato che sono escluse dalla definizione le “controversie concernenti anche solo in parte” dazi e Iva all'importazione (comma 193). Come chiarito dall'Agenzia delle dogane (circolare 14 marzo 2023, n. 9/D), restano però ampi spazi di manovra per accedere alla definizione agevolata dei contenziosi relativi ai tributi doganali, nel rispetto dei limiti previsti dall'Unione europea.

In primo luogo è ammessa la definizione dei giudizi che hanno a oggetto esclusivamente le sanzioni doganali, collegate o non collegate al tributo.

L'Agenzia delle dogane ha fornito, inoltre, una soluzione innovativa che consente di concludere, in via agevolata, i giudizi che hanno a oggetto dazi doganali, Iva all'importazione e sanzioni collegate al tributo. In questi casi, è possibile procedere con l'integrale pagamento, da parte del contribuente, dell'intero valore dell'atto impugnato relativo ai tributi, comprensivo di interessi ed eventuali accessori. Con il pagamento il rapporto relativo ai tributi si “definisce” e il giudizio si trasforma in un contenzioso relativo alla sola sanzione collegata al tributo, che può, pertanto, chiudersi in via agevolata.

Con la circolare 21 marzo 2023, n. 10/D, l'Agenzia fornisce alcuni importanti chiarimenti sulla procedura telematica da utilizzare per richiedere la chiusura agevolata delle liti.

Gli step fondamentali per presentare la domanda di definizione agevolata

Gli operatori che intendono aderire alla definizione agevolata devono identificarsi con SPID/CNS/CIE sul portale dell'Agenzia delle dogane, accedendo alla sezione “definizione agevolata 2023” disponibile nella pagina “servizi digitali” o nella propria area riservata.

Il pagamento degli importi deve avvenire esclusivamente attraverso il circuito PagoPa. In particolare, gli operatori potranno utilizzare il sistema Opera (Operazioni di pagamento elettronico e riversamento automatico), autenticandosi attraverso i servizi di identità digitale e ottenendo un'apposita autorizzazione. Attraverso tale sistema è possibile accedere a un riquadro, denominato “definizione agevolata 2023”, in cui è disponibile l'elenco dei debiti relativi alla posizione del dichiarante. In alternativa, è possibile procedere al pagamento attraverso un diverso sistema PagoPa.

Come aderire alla definizione agevolata: le istruzioni per l'inserimento della domanda

Per aderire alla definizione agevolata è necessario presentare la richiesta, versando le somme dovute (o la prima rata), entro il 30 giugno 2023.

Nella domanda deve essere indicato correttamente l'Ufficio dell'Agenzia delle dogane che è “parte” della controversia. La domanda di definizione deve essere presentata dal soggetto che ha proposto l'atto introduttivo del giudizio o da colui che è subentrato nel giudizio o è altrimenti legittimato. È necessario inserire nella piattaforma i propri dati anagrafici e specificare se la domanda è presentata in qualità di legale rappresentante del soggetto richiedente, difensore o incaricato/delegato.

Per ogni controversia, deve essere proposta una diversa domanda, pertanto, se con un ricorso sono stati impugnati più atti, è necessario presentare una domanda per ciascun atto impugnato. In sede di richiesta, è necessario specificare gli elementi caratteristici dell'atto impugnato, indicando il numero di ruolo, il codice dell'area di importa, il tipo di atto impugnato e il numero di protocollo. La piattaforma consente di selezionare una delle seguenti tipologie di atto: avviso di accertamento, avviso di pagamento, avviso di rettifica, avviso di liquidazione, cartella di pagamento, atto di contestazione o di irrogazione di sanzioni. È prevista anche una categoria residuale, che permette di indicare “altra tipologia”.

Occorre indicare, inoltre, il valore della controversia e l'importo dovuto (oltre al numero di rate, in caso di rateazione). Da segnalare che selezionando il valore “1” il soggetto richiedente dovrà pagare l'intero importo in un'unica soluzione.

A seguito della compilazione della domanda, la piattaforma genera un codice identificativo attraverso il quale è possibile verificare lo stato di lavorazione della richiesta.

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