giovedì 16/03/2023 • 06:00
Il Parlamento Europeo ha approvato la proposta di direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia volta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nuovi edifici a emissioni 0 dal 2028, per residenziali esistenti classe E entro il 2030, e D entro il 2033.
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Il 14 marzo il Parlamento Europeo (“Parlamento”) ha approvato la proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio UE (“Consiglio”) sulla prestazione energetica nell'edilizia (“Direttiva”) resasi necessaria ai fini di chiarezza date le varie e sostanziali modifiche subite dalla precedente direttiva 2010/31/UE del Parlamento e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia (“Direttiva Precedente”).
Obiettivo principale della Direttiva è la sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Suddetto obiettivo passa attraverso il perseguimento di target intermedi e strumentali ossia la ristrutturazione di un più ampio numero di edifici inefficienti sotto il profilo energetico nonché il miglioramento della condivisione delle informazioni sul rendimento energetico.
Contesto
Per meglio comprendere l’importanza e l’urgenza della Direttiva basta dare un’occhiata ai dati: gli edifici sono responsabili del 40% del consumo finale di energia nell'UE e del 36% delle emissioni di gas serra associate all'energia, mentre il 75% degli edifici UE è tuttora inefficiente sul piano energetico. Per di più, gli edifici sono responsabili:
Il gas naturale rappresenta circa il 42% dell'energia utilizzata per il riscaldamento degli ambienti nel settore residenziale, Seguono il petrolio, con il 14%, e il carbone, con circa il 3%. La riduzione del consumo energetico e l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili nel settore dell'edilizia costituiscono misure importanti necessarie per ridurre le emissioni di gas serra e la povertà energetica nell'UE. Suddette misure consentirebbero inoltre di:
Obiettivi scadenzati e diversificati
La Direttiva, nell’individuare gli obiettivi, differenzia sia per scadenze che per tipologie di edifici. Nello specifico, tutti i nuovi edifici:
Ulteriore distinzione riguarda la residenzialità:
Gestione delle diverse situazioni di partenza
La Direttiva, bilanciando gli ambiziosi obiettivi con l’oggettiva diversità che contraddistingue gli Stati UE, prevede che:
Piani nazionali di ristrutturazione
Al fine di realizzare un parco immobiliare altamente efficiente sotto il profilo energetico e decarbonizzato e trasformare gli edifici esistenti in edifici a 0 emissioni entro il 2050, gli Stati membri dovrebbero istituire piani nazionali di ristrutturazione edilizia (“Piani Nazionali”) che sostituiscano le strategie di ristrutturazione a lungo termine e diventino uno strumento di pianificazione ancora più potente e pienamente operativo, più focalizzato sui finanziamenti, che assicuri la disponibilità di lavoratori qualificati nella ristrutturazione, nonché contrasti la povertà energetica, garantisca la sicurezza elettrica e antincendio e migliori le prestazioni energetiche degli edifici con le prestazioni peggiori. In questi Piani Nazionali gli Stati membri dovrebbero fissare i propri obiettivi nazionali di ristrutturazione edilizia che potrebbero esser finanziati dai vari meccanismi di finanziamento UE, in particolare dal dispositivo per la ripresa e la resilienza istituito dal regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento e del Consiglio
Possibili Deroghe
Considerando le particolarità storiche e culturali dei vari Stati membri questi potranno gestire alcune deroghe rispetto alla Direttiva. Nello specifico, gli Stati membri potranno decidere di non applicare le disposizioni della Direttiva a:
Contrasto della povertà energetica
La Direttiva si sofferma altresì sulla povertà energetica, sottolineando come nell'esaminare le politiche di sostegno alle norme minime di prestazione energetica, è opportuno prestare attenzione alle famiglie vulnerabili, in particolare a quelle la cui sicurezza abitativa potrebbe essere messa a rischio o a quelle soggette a costi energetici elevati che non hanno i mezzi per ristrutturare l'edificio. Gli Stati membri dovrebbero fornire garanzie a livello nazionale, come i meccanismi di sostegno sociale. Al riguardo ogni Piano Nazionale dovrebbe contenere, tra le altre cose, una tabella di marcia per la riduzione della povertà energetica e i risparmi energetici realizzati presso le famiglie vulnerabili e le persone che vivono in alloggi di edilizia popolare, comprendente obiettivi nazionali, e una rassegna delle politiche a sostegno dell'eliminazione della povertà energetica.
Iter di approvazione
L’approvazione del 14 marzo è un passo importante ma ancora intermedio mancando ancora il trilogo, ossia la fase di negoziati tra Stati ed istituzioni europee che porterà al testo definitivo in cui si prevede che i rappresentanti del Governo italiano chiederanno maggiori deroghe legate all’enorme patrimonio edilizio di carattere storico, alle peculiarità di conformazione geografica, oltre che alla radicata visione della casa come “bene rifugio” delle famiglie italiane.
Fonte: testo approvato Direttiva UE edifici green
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