giovedì 16/03/2023 • 06:00
Le divergenti normative che regolamentano le operazioni effettuate con le piattaforme elettroniche devono essere adeguate al progresso tecnologico. Con il “Pacchetto legislativo IVA per l’era digitale”, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica fino al 10 aprile 2023.
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L'8 dicembre 2022, la Commissione europea ha pubblicato il “Pacchetto legislativo IVA per l'era digitale”, composto da:
La Commissione ha avviato la consultazione pubblica relativa al “Pacchetto legislativo IVA per l'era digitale”, al fine di offrire la possibilità ad una platea più vasta possibile di fornire eventuali osservazioni e commenti sulle proposte. L'iniziativa è rivolta alle associazioni economico-professionale, ai professionisti, ai centri di ricerca/università e ai privati cittadini, che potranno formulare le relative osservazioni entro e non oltre il 10 aprile 2023.
Obiettivi del pacchetto legislativo
Il pacchetto legislativo, annunciato dalla Commissione nel piano d'azione per una fiscalità equa e semplice a sostegno della strategia di ripresa di luglio 2020, è suddiviso in tre parti e ha lo scopo di:
Quali sono le misure proposte
In merito al primo obiettivo, la Commissione ha rilevato che gli attuali obblighi comunicativi sono molto diversi all'interno della UE e la conseguente frammentazione del quadro normativo comporta costi di conformità supplementari per le imprese operanti in più Stati membri. Inoltre, l'attuale obbligo di rilevazione delle operazioni intracomunitarie mediante gli elenchi riepilogativi non consente agli Stati membri di contrastare efficacemente le frodi IVA, in quanto gli stessi, oltre ad essere inadeguati all'economia digitale, non si riferiscono alla singola operazione e non consentono un efficace incrocio dei dati siccome la maggior parte degli Stati membri non prevede l'obbligo di comunicazione degli acquisti.
Oltre a prevedere che la fatturazione elettronica sarà la modalità ordinaria per l'emissione delle fatture, con possibilità di utilizzo del formato cartaceo solo per gli Stati membri che non autorizzano il formato elettronico, la proposta intende sostituire gli elenchi riepilogativi degli scambi intracomunitari di beni e servizi con un obbligo comunicativo riferito alla singola operazione.
Passando al secondo obiettivo, l'utilizzo delle piattaforme elettroniche ha creato disparità di trattamento in materia di IVA a danno degli operatori economici che, nel proprio settore di attività, in particolare quello dei trasporti di persone e della ricettività, subiscono la concorrenza dei soggetti che agiscono in veste di privati consumatori e che, quindi, non addebitano l'imposta ai clienti e sono esonerati dai relativi adempimenti.
La soluzione individuata dalla Commissione consiste nell'applicare l'IVA all'operazione effettuata per mezzo della piattaforma, imponendo a quest'ultima l'obbligo di dichiarare e versare l'imposta quando il fornitore è un privato consumatore.
Infine, riguardo all'ultimo obiettivo del pacchetto legislativo, i regimi OSS e IOSS escludono l'obbligo di identificazione ai fini IVA negli Stati membri di consumo, ma determinate cessioni di beni, anche se hanno carattere transfrontaliero, non rientrano nella definizione di vendita a distanza intracomunitaria di beni o di vendita a distanza di beni importati da territori o Paesi terzi, sicché la Commissione intende estendere l'ambito applicativo dei regimi speciali in modo da ridurre ulteriormente la platea dei soggetti tenuti ad aprire una posizione IVA nei singoli Stati membri di consumo.
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Disponibile la rassegna dei procedimenti instaurati innanzi alla Corte UE in materia di IVA dal 2010 ad oggi. Nella selezione curata da Renato Portale, si espone una sintesi di argomenti e gli articoli interni di riferi..
Renato Portale
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