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giovedì 02/03/2023 • 06:00

Fisco Bonus edilizi

Blocco cessioni: le conseguenze sul mercato e le possibili soluzioni

Forte preoccupazione delle Associazioni di categoria per la situazione venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto-legge sul blocco della cessione dei crediti poiché le nuove norme non risolvono il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi.

di Maurizio Tarantino - Avvocato

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  • Tempo di lettura 7 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Il DL 11/2023 ha disposto dal 17 febbraio 2023, in relazione agli interventi di cui all'art. 121 c. 2 DL 34/2020, che non è consentito l'esercizio delle opzioni di cui all'art.121 c. 1 lettere a) e b) DL 34/2020. Quindi (salvo le eccezioni previste dall'art. 2 DL 11/2023) le opzioni per la cessione del credito o per lo sconto in fattura ai sensi dell'art. 121 DL 34/2020 non sono più consentite, sia per il Superbonus che per gli altri bonus edilizi. Quali sono le conseguenze sul mercato, per il condominio, per i tecnici progettisti e le possibili soluzioni?

Le conseguenze sul mercato

Il DL 11/2023 è stato aspramente criticato dalle più rappresentative Associazioni di categoria. Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali sta creando una crisi sistemica nell'economia italiana. Difatti, l'impossibilità di cedere sul mercato i bonus determina una carenza di liquidità nelle imprese di costruzioni che le porterà, a brevissimo, al fallimento. Gli effetti si estenderanno a tutti i settori collegati, ai fornitori, ai professionisti coinvolti, alle banche. Ma colpirà anche le famiglie, i beneficiari degli interventi, con il rischio di decine di migliaia di contenziosi.

Per meglio dire, il DL 11/2023 ha messo in crisi un sistema produttivo, il quale aveva realizzato “l'offerta commerciale” basata soprattutto sugli sconti in fattura. Tutte queste aziende avevano impostato la loro offerta commerciale utilizzando in maniera massiccia la leva dello sconto in fattura che consentiva anche a persone con liquidità più ridotta di fare i lavori. Senza lo sconto in fattura, “sicuramente” il mercato dovrà subirà conseguenze importanti.

Le conseguenze nel condominio

Secondo le stime di ENEA, a livello nazionale, i lavori in condominio con superbonus hanno toccato i 30 miliardi (totale investimenti), con più di 51 mila asseverazioni nel mese di gennaio, il 13,8% del totale. Dunque “grandi numeri” legati al meccanismo dei bonus edilizi.

Proprio per questa nuova “situazione normativa”, le Associazioni di categoria degli amministratori di condominio hanno espresso preoccupazioni in merito all'annosa questione dei crediti. Il problema riguarda in particolar modo l'aumento della morosità: gli amministratori dovranno fare i conti con la riscossione di quote straordinarie che difficilmente potranno essere recuperate e aumenterà vertiginosamente il contenzioso. Inoltre, molti condominii che avevano versato acconti ai tecnici per accedere ai bonus con sconto in fattura, “oggi” vedono cancellate anche questa ulteriore opportunità. Ulteriore conseguenza riguarda la diminuzione di quegli obbiettivi riguardanti la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare.

Le conseguenze per i tecnici progettisti

Secondo i tecnici in materia, l'effetto del nuovo decreto avrà effetti negativi sull'attività professionale dei progettisti. Difatti, molti professionisti, sono stati impegnati da mese in diverse attività (sopralluoghi; verifiche documentali; progettazione energetica; progettazione strutturale, ecc.), sicché, a seguito del nuovo decreto, si ritrovano ad aver lavorato per dei progetti che, senza la presentazione della CILAS entro il 16 febbraio 2023, “forse” non vedranno mai la luce.

Possibili soluzioni di ANCE: F24 a compensazione dei crediti maturati

Come precisato dall'ANCE (Associazione Nazione Costruttori Edili - audizione del 28 febbraio 2023 presso la Commissione Finanze della Camera sul DL 11/2023), circa 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori. Ad ogni modo, l'Associazione dei costruttori ha proposto, nell'audizione con il Governo, alcuni correttivi (nella fase dell'iter di conversione del DL 11/2023).

Tra questi vi sono:

  • lo sblocco dei crediti pregressi;
  • il miglioramento della disciplina transitoria.

Sblocco dei crediti pregressi

In tal caso è quindi prioritario approvare la proposta di utilizzo degli F24 a compensazione dei crediti maturati: riconoscere, quindi, in via straordinaria e temporanea, la possibilità per le banche e Poste SpA di compensare le somme relative agli F24 della clientela con i crediti di imposta originatisi a seguito del sostenimento, nelle annualità 2021 e 2022, delle spese per gli interventi agevolati con i bonus edilizi, che imprese e contribuenti non sono riusciti ancora a cedere. A tutela dei contratti in corso, lo stesso meccanismo di compensazione dovrebbe essere previsto anche per i crediti d'imposta relativi ad interventi già avviati alla data del 17 febbraio 2023, secondo i criteri individuati dal DL 11/2023. Inoltre, sarebbe opportuno attivare sùbito il circuito degli acquisti da parte delle istituzioni e aziende statali.

Migliorare la disciplina transitoria

Secondo ANCE, è necessario migliorare il contenuto della disciplina transitoria per tener conto di tutte le fattispecie. Ad esempio, per quanto riguarda il “Sismabonus acquisti”, sarebbe opportuno evitare il fallimento delle operazioni di rigenerazione urbana (la possibilità di utilizzare la cessione del credito o lo sconto in fattura dovrebbe quindi essere previsto per tutte le operazioni per le quali, al 16 febbraio 2023, risulti presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo relativo agli interventi di demolizione e ricostruzione o agli interventi di integrale ristrutturazione effettuati da imprese).  Quanto alla ricostruzione post sisma, anche in tal caso, occorre evitare il blocco della ricostruzione (è indispensabile prevede per questi interventi anche la possibilità di utilizzare il meccanismo della cessione del credito d'imposta o dello sconto in fattura, altrimenti si fermeranno i cantieri). Inoltre, quanto all'edilizia libera, occorre risolvere i casi per i quali non sono previsti titoli edilizi (per questi interventi, si prevede di estendere la deroga agli interventi per i quali, alla data del 16 febbraio 2023, sia stato concluso l'ordine d'acquisto dei beni impiegati nei medesimi interventi agevolati). Nel caso dei bonus minori, la norma attuale rischia di escludere dalla deroga del blocco numerosi interventi. Si pensi, infatti, a quegli interventi in “edilizia libera” per i quali non sia possibile individuare una precisa data di inizio lavori, poiché trattasi di lavori spesso eseguiti in una giornata e che s'intendono “avviati” già al momento della conclusione dell'ordine d'acquisto dei materiali necessari (a titolo di esempio, si pensi alla sostituzione della caldaia o degli infissi).

In conclusione, come precisato da ANCE, con l'eliminazione della possibilità di cessione dei crediti maturati per i nuovi interventi, infatti, il decreto pone un evidente ostacolo all'efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano. È quindi fondamentale, per il futuro della politica di riqualificazione degli edifici, poter prevedere, in modo selettivo e in funzione degli spazi di finanza pubblica disponibili, la possibilità di fare cessioni per alcune tipologie di soggetti (in particolare gli incapienti) e/o di interventi.

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a cura di

redazione Memento

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