venerdì 24/02/2023 • 06:00
La disciplina IVA nazionale presenta marcate difformità rispetto alla disciplina comunitaria. Per superare le criticità derivanti da tali difformità sarà necessaria una profonda riforma della normativa nazionale, non potendosi procedere a un'interpretazione contra legem della stessa, esclusa dalla Corte di Giustizia.
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Questa tematica sarà oggetto di una relazione del convegno “1973-2023: 50 anni di IVA”, organizzato da CNDCEC in collaborazione con Giuffrè Francis Lefebre, che si terrà oggi a Roma.
Le sentenze della Corte di Giustizia sono direttamente utilizzabili per interpretare la disciplina nazionale, in generale, esclusivamente nella misura in cui la normativa nazionale rispecchi fedelmente la disciplina comunitaria.
Nei casi in cui la disciplina nazionale risulti non allineata al modello comunitario, non può pretendersi che i contribuenti diano diretto ingresso a tale modello.
Difformità tra norma nazionale e disciplina comunitaria
La giurisprudenza della Corte di Giustizia ha fissato il principio secondo cui, qualora emerga la non corrispondenza di una norma nazionale rispetto alla disciplina comunitaria, tale non corrispondenza non può essere fatta valere dallo Stato membro contro un privato, fino a quando tale Stato membro non modifichi le proprie norme in modo da renderle compatibili con l'ordinamento comunitario.
Al contrario, è solo il privato che può pretendere l'applicazione delle disposizioni comunitarie non correttamente recepite, facendo valere – a determinate c
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