sabato 28/01/2023 • 06:00
La Cassazione, con la sentenza n. 1581/2023, non si limita a ribadire che l'indennità sostitutiva del preavviso di licenziamento è esclusa dalla base di calcolo del TFR, ma aggiunge alcune importantissime precisazioni sulle modalità con cui deve essere calcolato il preavviso dei dirigenti bancari.
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Non è certo avara di motivazioni e principi la sentenza di Cassazione n. 1581 del 19 gennaio 2023, già oggetto di commento su questo quotidiano per quanto concerne l'esclusione, dalla base di calcolo del TFR, dell'indennità sostitutiva del preavviso.
Quest'ultimo istituto, secondo la Cass. n. 1581/2023, non genera TFR perché non è un trattamento economico a carattere continuativo bensì un emolumento di natura eccezionale, riferibile ad un periodo non lavorato. Su questo punto la sentenza non è un'apripista, ma si avvale dei principi già fissati da alcune precedenti sentenze di Cassazione che avevano ritenuto, sul presupposto dell'efficacia obbligatoria del preavviso, e della conseguente immediata risoluzione del rapporto di lavoro, che l'indennità sostitutiva del preavviso non rientra nella base di computo del T.f.r., “siccome non dipendente dal rapporto di lavoro, per la sua riferibilità ad un periodo non lavorato una volta avvenuta la cessazione del predetto rapporto” (Cass. 27 agosto 2015, n. 17248; Cass. 29 novembre 2012, n. 21270; Cass. 5 ottobre 2009, n. 21216).
Il principio non è universale, perché il secondo comma dell'art. 2120 c.c., prima di elencare gli elementi
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