martedì 15/11/2022 • 06:00
Le bozze del DL Aiuti quater hanno in comune la volontà di ridurre il superbonus per gli anni a venire, iniziando dal 2023 con il passaggio al 90%. Più penalizzati gli interventi agevolati su appartamenti/villette monofamiliari; margini più ampi per i condomini. Per la prima volta si condiziona il superbonus al reddito del nucleo familiare.
Ascolta la news 5:03
La discontinuità politica come presupposto nella scelta di ridurre i bonus fiscali
Le numerose frodi fiscali, più volte apparse sui giornali, e le molteplici richieste di una messa a punto del superbonus 110% facevano facilmente presagire il rischio di una stretta su questo beneficio fiscale, anche nell'ottica di marcare una strategia di governo in discontinuità rispetto a quella precedente, che ha istituito l'agevolazione in argomento. Infatti, oltre alle necessità tecnico/fiscali di correzione del meccanismo applicativo del superbonus 110%, spesso andato in crisi sia per motivi patologici (le suddette frodi connesse a società inesistenti che emettevano false fatture per lavori mai eseguiti), sia per motivi fisiologici (il ricorso massiccio al credito bancario per trasformare i bonus fiscali in finanziamenti, tanto da saturare il mercato bloccando l'acquisto di credito da parte delle banche), si è aggiunta anche una volontà politica di discontinuità rispetto al passato. Inoltre - aspetto non secondario - si è voluto anche contrastare l'elevato impatto sulla finanza pubblica dell'agevolazione fiscale.
L'insieme di tutte queste esigenze, sia quelle prettamente tecniche sia quelle più spiccatamente di politica finanziaria, ha spinto l'esecutivo ad occuparsi del superbonus 110% già nel primo vero decreto finanziario da emanare, ossia il DL Aiuti quater che sta circolando in bozza (anzi, in varie bozze) in questi giorni.
Tra le varie ipotesi di revisione dei bonus fiscali ad opera del DL Aiuti quater, vi è una sostanziale concordanza nella volontà di restringere l'ampiezza del bonus (che dovrebbe arrivare al 90% già dal 2023) e la platea dei contribuenti interessati (tendendo a preferire i condomini e i complessi abitativi più grandi a discapito delle abitazioni monofamiliari, e infine mettendo per la prima volta dei paletti in base al reddito del nucleo familiare del beneficiario.
Nel dettaglio, appare certo il tramonto del superbonus 110% nel 2023 come regime ordinario, mentre sembrerebbero confermate le riduzioni già previste (al 70% per il 2024 ed al 65% per il 2025). Questi gli aspetti più salienti della bozza in circolazione.
La stretta del superbonus per le unità abitative più piccole
Le limitazioni più significative sembrano quelle destinate a colpire le abitazioni unifamiliari e le unità autonome, per le quali sarà possibile ottenere una proroga al 110% fino al 31 marzo 2023 per gli interventi avviati alla data d'entrata in vigore del Decreto legge, solo a condizione che il SAL (stato avanzamento lavori) abbia già superato al 30 settembre 2022 almeno il 30% dell'opera complessiva. Si tratta comunque di una norma premiale perché è stata prorogata l'iniziale scadenza prevista per il 31 dicembre 2022. Dopo marzo 2023 si passerà al 90% per i lavori eseguiti dopo tale data.
Anche i nuovi interventi, da avviare per la prima volta il prossimo anno, godranno di una riduzione del beneficio fiscale, che passerà anche in questo caso all'aliquota del 90%. Inoltre - ed è questa la parte più innovativa della mini-riforma del superbonus del DL Aiuti quater - vengono introdotte ulteriori condizioni ostative di rilievo per la fruizione del beneficio fiscale. La principale è quella relativa alla qualifica di “abitazione principale” dell'immobile su cui si effettuano interventi agevolati; il Legislatore degli “Aiuti quater” sembra aver voluto utilizzare una terminologia (“abitazione principale”) simile all'accezione di residenza civile e contestuale luogo di dimora abituale, che già da tanti anni si cristallizzata nell'ambito dell'esenzione IMU della “prima casa”. Quindi, non solo luogo di residenza formale, ma anche centro di interessi del nucleo familiare.
In secondo luogo, con un'altra innovazione molto rilevante, per la prima volta si parla anche di un limite di reddito familiare per poter godere dell'ex superbonus 110% (dal 2023 da ribattezzarsi “superbonus 90%”). Pertanto, stando alle prime indiscrezioni trapelate dal MEF, si vorrebbe indirizzare l'agevolazione fiscale (proprio perché particolarmente onerosa per le casse erariali) solo verso i contribuenti meno facoltosi, o addirittura più bisognosi, per la cui individuazione sarà importante capire quale soglia di reddito verrà scelta come limite. Soprattutto, sarà determinante stabilire come verrà calcolata nel dettaglio tale soglia per singolo nucleo familiare. Nelle bozze di Decreto circola il limite di € 15.000 annui per ogni componente del nucleo familiare, da sommarsi cumulativamente attraverso quello che viene chiamato "quoziente familiare". A titolo esemplificativo, in base a questo nuovo metodo (diverso dall'Isee perché non comprende più elementi patrimoniali del nucleo familiare, ma solo reddituali) il contribuente non coniugato godrà del superbonus solo se non supera la soglia base di € 15.000. Tale limite dovrebbe salire in base alla composizione del nucleo familiare, con un moltiplicatore legato al numero dei suoi componenti del nucleo in applicazione del suddetto “quoziente familiare".
Entrambi questi due nuovi requisiti (abitazione principale e reddito del nucleo) confermano che si vuole dare una veste diversa al superbonus 110%, indirizzandolo verso fruitori meno abbienti (attualmente restati ai margini del suo godimento) e soprattutto allontanandolo dalle seconde case di pregio che spesso ne hanno beneficiato, anche grazie alle maggiori capacità di avvalersi di esperti consulenti fiscali/edilizi da parte di questa tipologia di contribuenti. In fondo, sembra che il DL Aiuti quater voglia contrastare l'andazzo (non si sa quanto reale) secondo cui il superbonus 110% sarebbe finito spesso nelle villette - spesso anche adibite a seconde case - di fruitori benestanti.
Maggior possibilità di fruizione da parte dei condomini e case plurifamiliari per i lavori già iniziati
Anche i condomini subiranno il taglio del superbonus al 90% dall'inizio del 2023, per poi proseguire la riduzione con aliquota al 70% per il 2024 ed al 65% per il 2025, già stabilite. Tuttavia, sono previste delle deroghe. Infatti, possono mantenere la detrazione piena con aliquota 110% anche nel 2023 i condomini per i quali sia effettuata CILA Asseverata (CILAS) di inizio lavori entro il 25 novembre 2022, previa approvazione della delibera assembleare del condominio entro la medesima scadenza. Entro la stessa data del 25 novembre, in alternativa, devono risultare avviate le formalità amministrative per l'acquisizione del titolo abilitativo, nel caso di opere di demolizione e la ricostruzione degli edifici (anch'esse agevolate, dopo le precisazioni e l'ampliamento degli interventi agevolabili a seguito del DL 76/2020, convertito in L. 120/2020).
© Copyright - Tutti i diritti riservati - Giuffrè Francis Lefebvre S.p.A.
Vedi anche
Via libera del Consiglio dei Ministri al testo del Decreto Aiuti quater. In arrivo conferme e novità a sostegno di imprese e famiglie: dalla proroga dei crediti d’imposta
di
Paolo Parisi - Avvocato Tributario e Societario in Trento e Bologna
Rimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
Per continuare a vederlo e consultare altri contenuti esclusivi abbonati a QuotidianoPiù,
la soluzione digitale dove trovare ogni giorno notizie, video e podcast su fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti e mondo digitale.
Abbonati o
contatta il tuo
agente di fiducia.
Se invece sei già abbonato, effettua il login.