martedì 18/10/2022 • 18:20
Nelle controversie tributarie è assai probabile che il difensore si imbatta nel pregiudizio dell’evasore, nel pregiudizio dell’imprenditore benestante, e si trovi fatalmente davanti al classico bivio: cosa fare, ignorare il pregiudizio o affrontarlo apertamente? In questo articolo viene approfondito il tema affrontato nel primo episodio video "Il giudizio: intuito o ragione?"
Questo articolo fa parte dello Speciale "Come gestire la difesa nel processo tributario", una serie di video su come impostare un'efficace strategia difensiva nel processo tributario. Affrontare un pregiudizio, anziché ignorarlo, significa portarlo all’attenzione dei giudici, spostarlo da un livello irrazionale a uno razionale, spesso significa neutralizzarlo ed evitare che la decisione sia condizionata da un elemento irrazionale che, se non affrontato, rischia di prevalere sulle questioni specifiche e giuridiche su cui, invece, si basa la controversia. Ci sono pregiudizi e retropensieri con i quali un difensore tributario deve fare i conti tutti i giorni. Pensate solo al fatto che in una controversia tributaria spesso ci si trova a difendere imprenditori, manager di aziende, professionisti, tutte persone mediamente molto benestanti nei cui confronti scorre sottotraccia un irrazionale (ma umanissimo) sentimento di invidia e un pregiudizio ricorrente: come avranno fatto ad arrivare fin lì, a raggiungere una posizione così agiata? Dov’è l’inghippo? Ecco, questo è il genere di domande che istintivamente suscitano persone molto benestanti. Non è una questione morale, razionale, è una questione istintiva. Immaginate di dover difendere un ricco imprenditore proprietario di uno yacht e di auto di lusso, al quale hanno contestato violazioni tributarie e magari hanno anche sequestrato beni di lusso. Ebbene, in un caso simile percepireste subito l’alone del pregiudizio intorno al vostro assistito. Sapreste con intima certezza che chiunque giudicherà la controversia potrebbe essere condizionato da quel pregiudizio. Due possibilità per il difensore: ignorare il pregiudizio o affrontarlo In questi casi, sono solo due le possibilità che ha il difensore: ignorare il pregiudizio o affrontarlo. Ignorarlo significa rinunciare al tentativo di neutralizzarlo e permettere che il pregiudizio possa condizionare la decisione dei giudici. Affrontarlo significa invece costringere i giudici a prendere coscienza dell’esistenza di un possibile pregiudizio, facendolo emergere a un livello razionale. In definitiva, significa imporre una valutazione razionale del pregiudizio, favorendo l’assunzione di una decisione in cui le probabilità che il pregiudizio sia neutralizzato sono nettamente maggiori. Quindi, è meglio parlare apertamente dell’esistenza del pregiudizio, dell’invidia e dell’odio classista che determinate persone particolarmente benestanti suscitano istintivamente nella gente. È un dato di fatto comune, sociologico. Non dite nulla di offensivo o di specifico contro i giudici, dite solo che il pregiudizio nella gente c’è e che dovendo decidere di una persona oggetto di quel genere di pregiudizio è bene parlarne apertamente in modo da smarcarlo con decisione. Una volta mi sono trovato a difendere un imprenditore particolarmente importante a cui avevano sequestrato uno yacth dopo una contestazione di reati tributari. Decisi di impugnare il provvedimento di sequestro dinanzi al Tribunale del riesame, ma sapevo che la strada era una salita molto ripida. Sapevo anche che tecnicamente quel sequestro era illegittimo e c’erano validissimi argomenti per sostenerlo. Imprenditore molto benestante, yacth di lusso, accusa di frode fiscale: l’equazione del pregiudizio era perfetta. Mi trovavo di fronte al bivio: ignorare il pregiudizio o affrontarlo. Preferii affrontarlo, dissi chiaramente che chiunque avrebbe provato sentimenti di antipatia e invidia, era umano. Ma dissi anche che quell’uomo era partito da zero e in poco più di quarant’anni aveva creato un’azienda forte, solida, che produceva molti utili e che costituiva un punto di riferimento economico e sociale per un’intera comunità nell’area geografica in cui operava. Portai alcune testimonianze dei dipendenti. Insomma, cercai di neutralizzare il pregiudizio e di spostare l’attenzione verso una decisione sulle tematiche specifiche e giuridiche della vicenda. Quindi, quando si ha la netta sensazione che un pregiudizio possa condizionare una decisione, è meglio affrontarlo in modo aperto. Ma parlate anche del vostro cliente, della sua storia e di come, tra mille difficoltà, sia riuscito a creare una realtà economica solida, importante e di valore non solo per lui, ma per l’intera comunità. Ecco, questo - credo - sia il modo migliore di affrontare un pregiudizio in una controversia tributaria, ovviamente quando le condizioni lo consentono. Poi ovviamente, c’è tutto il resto, la tesi avversaria, la vostra tesi difensiva e le tematiche specifiche della controversia. Ma di questo parleremo in seguito.
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