lunedì 22/08/2022 • 09:00
Il ruolo centrale degli organismi di formazione in Italia richiama inevitabilmente, anche per l'obbligatorietà prevista in talune circostanze, l'adozione di modelli organizzativi previsti dal D.Lgs. 231/2001, in ragione della loro funzione di prevenzione dei rischi reato e di gestione trasparente di fondi pubblici.
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Il nostro Paese rischia di farsi trovare impreparato ai prossimi cambiamenti del mercato del lavoro: oggi, non si può prescindere dalla valorizzazione di conoscenze, abilità, competenze, certificate e validate. Cruciale, in tal senso è il ruolo svolto dagli organismi pubblici e privati accreditati che propongono attività nei seguenti ambiti:
L'accreditamento consiste nell'iscrizione degli operatori, in possesso dei requisiti previsti dalle norme regionali e nazionali, nei rispettivi Elenchi Regionali dei soggetti accreditati. Tale iscrizione è condizione necessaria per l'erogazione di attività e di servizi di interesse generale e per l'accesso ai finanziamenti pubblici. L'accreditamento è rilasciato solo in presenza di specifici requisiti oggettivi e soggettivi, attinenti ai seguenti aspetti:
'Adozione di un Modello Organizzativo
In tale contesto, risulta avere un ruolo fondamentale per gli Enti di formazione anche l'adozione di un adeguato Modello Organizzativo ex D. Lgs. 231/01 con la formalizzazione di regole comportamentali volte a prevenire gli specifici reati presupposto della responsabilità amministrativa degli Enti. L'adozione ed attuazione del modello organizzativo, unitamente alla nomina di uno specifico Organismo di Vigilanza e ad un apparato sanzionatorio interno, sono elementi che consentono all'Ente di evitare le sanzioni sia amministrative che interdittive previste dalla norma.
Quanto al sistema sanzionatorio, vale la pena ricordare che tra le sanzioni interdittive previste dalla norma, in alcuni casi, può essere particolarmente afflittiva quella sancita dall'art. 9 comma 2, lett. b) la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito, la cui applicazione rappresenterebbe per gli organismi che operano in regime di accreditamento motivo di chiusura dell'attività e minerebbe la reale continuità dell'Ente.
Alcune esperienze regionali
Regione Veneto
Il settore della formazione fin dal 2002 regolamentato nel Veneto tramite specifica procedura di accreditamento ed inserimento nell'Elenco Regionale degli Organismi di Formazione accreditati, trova nel 2016 nuove regole finalizzate al raggiungimento di standard di qualità e garanzia e trasparenza dell'operato degli Organismi di formazione, per migliorarne l'organizzazione e l'efficacia di funzionamento. Con il D.G.R. n. 2120 del 30.12.2015, la Regione Veneto ha aggiornato il meccanismo di accreditamento regolamentato dal D.G.R. n. 359/2004 e D.G.R. n. 3289/2010 prevedendo l'obbligo per gli Enti accreditati e a carico di quelli in fase di accreditamento, di adottare un Modello organizzativo e gestionale ai sensi del D. Lgs 8 giugno 2001 n. 231/2001.
Regione Lombardia
Per gli Enti accreditati ai servizi di istruzione e formazione professionale, sin dal 2012 è sancito che tra gli adempimenti relativi alla compliance nelle organizzazioni accreditate, l´attuazione del Decreto 231 costituisce uno dei requisiti obbligatori per l´iscrizione agli albi regionali degli operatori accreditati ai servizi di istruzione e formazione professionale e ai servizi al lavoro.
Regione Campania
Con D.G.R. n. 136 del 22/03/2022 sono state approvate le Linee guida per l'accreditamento delle agenzie formative, in aggiornamento e sostituzione delle disposizioni di cui alla D.G.R. n. 242 del 22 luglio 2013. Le presenti Linee Guida definiscono gli standard minimi di riferimento in materia di accreditamento, fissando i requisiti minimi che gli attori dell'offerta formativa devono possedere. Tra questi, il possesso di un Sistema di gestione e controllo ex. D. Lgs. 231/01 non è obbligatorio ai fini dell'accreditamento ma da titolo a un punteggio di premialità, legato alla valutazione di qualità ed efficacia dei processi e dei servizi resi.
Inoltre, è da sottolineare che, in alcuni casi, è lo stesso Fondo (es. FONDIMPRESA - Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua) che richiede ai soggetti proponenti l'obbligo di disporre di un Modello organizzativo, gestionale e di controllo ai sensi del Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e s.m.i., nell'ambito del quale sia già stato istituito un Organismo di vigilanza, dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo sul funzionamento e sull'osservanza del modello.
Dal breve quadro rappresentato, si evince l'importanza per Enti di formazione di adottare un adeguato modello 231/01 che, per le peculiarità e criticità di tali organismi, dovrà prevedere specifici protocolli e presidi di controllo nelle seguenti aree a rischio reato:
Ruolo dell'Organismo di vigilanza e flussi informativi
Nei flussi informativi periodici le informazioni vengono trasmesse da soggetti con funzioni di controllo coinvolti nei processi sensibili con cadenza almeno trimestrale. Questi soggetti devono:
Nel caso di flussi informativi dall'OdV al vertice societario è possibile delineare tre differenti linee di report:
- report su base continuativa, in forma scritta, direttamente all'Amministratore Delegato che, a sua volta, informa l'organo amministrativo;
- report su base periodica all'organo amministrativo;
- report immediato all'organo amministrativo nel caso di comunicazione di:
In entrambe le tipologie di flussi informativi, risulta necessario conservare traccia dell'attività svolta.
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