martedì 09/08/2022 • 06:00
Il governo britannico, a seguito di una procedura di consultazione pubblica avviata a gennaio 2022, il 20 luglio 2022 ha pubblicato una bozza di legge per introdurre una parte del Pillar Two nella legislazione nazionale. Se approvata dal Parlamento, la legge sulla regola di inclusione del reddito (la income inclusion rule, “IIR”) entrerà in vigore in UK a partire dal 31 dicembre 2023.
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Pillar Two
Il Pillar Two è uno dei due pilastri definiti dai Paesi appartenenti all'Inclusive Framework (“IF”) dell'OCSE nell'ambito della ridefinizione delle norme di fiscalità internazionale, come soluzione per affrontare le sfide fiscali emergenti dallo sviluppo dell'economia digitale.
Mentre il Pillar One è finalizzato a ridefinire le modalità di ripartizione del reddito, superando gli attuali criteri basati sulla presenza fisica e prevedendo un diritto di tassazione anche in capo ai Paesi in cui si trovano i consumatori dei beni o dei servizi digitali, il Pillar Two è volto a introdurre un livello minimo di tassazione (la c.d. global minimum corporate tax, il cui tax rate è fissato al 15%) per i gruppi multinazionali che eccedono i € 750 milioni di fatturato globale. L'obiettivo delle c.d. GloBE rules è di fornire a ogni Paese aderente all'IF uno strumento che consenta di tutelare la propria base imponibile, proteggendola da eventuali azioni di pianificazione fiscale aggressiva.
In parallelo ai documenti pubblicati dall'OCSE tra il 2021 e il 2022, la Commissione Europea ha predisposto una bozza di direttiva sulla tassazione minima globale volta ad attuare in Europa le model rules definite in sede OCSE. Tuttavia, il percorso di approvazione della direttiva si sta dimostrando tortuoso, a seguito dei veti posti da taluni stati membri durante le varie riunioni Ecofin degli ultimi mesi. Conseguentemente, considerata anche la necessità di trasporre la direttiva europea (una volta approvata) negli ordinamenti giuridici dei paesi membri, è ragionevole ritenere che la sua applicazione non avrà inizio prima del 2024.
In tale ambito si inserisce il parere, obbligatorio ma non vincolante per il Consiglio Europeo, pubblicato il 29 luglio dal Comitato economico e sociale europeo sulla attuale proposta di direttiva, nel quale viene affermato il pieno sostegno alla sua attuazione. Tra le raccomandazioni del Comitato merita menzione la richiesta di introdurre una disposizione che consenta un effettivo coordinamento tra la Direttiva GloBE e la Dir. 2017/1852 sui meccanismi di risoluzione delle controversie in materia fiscale con riferimento alle controversie che emergeranno a seguito dell'implementazione del Pillar Two, quantomeno tra gli Stati membri.
Oltre al Regno Unito anche altri paesi hanno avviato pubbliche consultazioni per l'implementazione del Pillar Two: tra questi vi sono la Svizzera (il cui Consiglio federale ha proposto, lo scorso 23 giugno, l'introduzione di un'imposta integrativa al fine di attuare i principi della minimum tax), la Corea (che il 21 luglio ha annunciato la riforma fiscale del 2022 prevedendo l'introduzione del Pillar Two), la Nuova Zelanda, Jersey e, unico paese europeo, l'Irlanda.
Bozza di legislazione britannica
Nel gennaio 2022 il Regno Unito ha avviato un processo di consultazione pubblica sulle GloBE Rules, in vista dell'adozione nell'ordinamento interno dei relativi principi. A conclusione di tale processo, lo scorso 20 luglio il governo britannico ha pubblicato la bozza di legge di implementazione del Pillar Two, corredata da circa 250 pagine di note esplicative, oltre ad un documento che sintetizza le risposte ricevute dagli operatori che hanno partecipato alla public consultation. Anche sulla bozza di legge sono richiesti commenti di natura tecnica da parte dei soggetti interessati, che avranno tempo per inviare osservazioni e contributi entro settembre 2022.
A parere del governo britannico, anche alla luce dei commenti ricevuti nell'ambito della consultazione pubblica, emergono alcuni aspetti delle model rules che non sono chiari e che di conseguenza richiedono ulteriori approfondimenti, sia in sede internazionale sia nell'ambito di applicazione nazionale. Tra gli aspetti evidenziati si segnalano:
Rispetto alla tabella di marcia inizialmente prospettata dal governo britannico, la bozza legislativa prevede che la IIR non sarà implementata prima del 2024, ovvero un anno dopo le intenzioni iniziali. La IIR prevede l'applicazione in capo alla casa madre di una imposta integrativa (top-up tax) ai redditi che sono soggetti a imposizione inferiore al 15% da parte degli stati dove risiedono le altre entità del gruppo multinazionale.
Il ritardo nell'implementazione dell'IIR nella legislazione britannica è dovuto in via principale ai commenti ricevuti dagli operatori, che hanno sollevato preoccupazioni sulle tempistiche necessarie per l'implementazione di un così complesso set di norme (oltre alle possibili preoccupazioni per cui l'introduzione precoce della norma possa rappresentare uno svantaggio competitivo per il Paese).
Parimenti, la regola sui pagamenti a bassa imposizione (la underpayment tax rule, UTPR), ovvero il meccanismo supplementare di riscossione della top-up tax, non sarà implementata nel 2025 ma, al contrario, verrà adottata solo quando sarà possibile valutare i progressi e l'attuazione del Pillar Two nelle altre giurisdizioni coinvolte nell'IF.
Dalla lettura dei commenti alla consultazione pubblica e della bozza di legge, emerge come il governo britannico sta ancora valutando l'opportunità di implementare una imposta integrativa nazionale (domestic minimum tax). In tal caso, in determinate circostanze la top-up tax verrebbe applicata e riscossa nel Regno Unito e non in capo alla entità controllante capogruppo, se quest'ultima è localizzata altrove. Qualora applicata, la domestic minimum tax sarebbe strutturata in linea con le regole previste dal Pillar Two e si applicherebbe alle multinazionali residenti in UK, a prescindere dalla giurisdizione di appartenenza dell'headquarter. La decisione se procedere con l'implementazione della imposta integrativa nazionale dipenderà dalle modalità con cui gli altri paesi implementeranno l'IIR e la UTPR. Sarà in aggiunta rilevante anche comprendere come saranno determinati gli eventuali processi di attribuzione dei crediti d'imposta che le entità che applicano l'IIR dovranno concedere per il calcolo della top-up tax. Inoltre, il Regno Unito si è dichiarato favorevole all'adozione di meccanismi di safe harbor che disattivino l'operatività della norma nel caso in cui altre giurisdizioni ammettano l'imposta integrativa nazionale qualificata. Tuttavia, non è ancora chiaro se gli stati che compongono l'IF raggiungeranno un consenso in merito: anche in tal caso, il governo UK resterà in attesa di futuri sviluppi.
Infine, appare di interesse il meccanismo di coesistenza con il regime americano GILTI. Nel documento che contiene le risposte alla consultazione pubblica si prevede che le imposte pagate negli Stati Uniti in base all'attuale regime GILTI verranno incluse nelle imposte rilevanti aggiustate (le c.d. adjusted covered taxes) di una società controllata estera (CFC) statunitense, sia ai fini IIR sia UTPR. Tale approccio, seppur riconosce le incertezze che si genereranno in capo a multinazionali americane che potrebbero incorrere in fenomeni di doppia imposizione in assenza di una riforma del regime GILTI, ha il pregio di avviare in seno all'Inclusive Framework dell'OCSE una prima discussione per identificare un approccio pragmatico di coesistenza tra il regime americano e le GloBE rules.
Conclusioni
L'iniziativa del Regno Unito è sicuramente apprezzabile, sia dal punto di vista procedurale (il coinvolgimento degli operatori di mercato in una consultazione pubblica) sia dell'approccio utilizzato nel condividere gli esiti e i contributi ricevuti. Il lavoro svolto dal Governo britannico potrà essere un sicuro stimolo al dibattito internazionale.
In attesa che sia raggiunto il consenso di tutti gli Stati membri per l'approvazione della direttiva sulle GloBE rules, sarebbe auspicabile l'avvio di una consultazione pubblica anche in Italia al fine di raccogliere le istanze della business community che sarà interessata dalla “rivoluzione” del Pillar Two, così da individuare eventuali soluzioni operative, oltre che temi che necessitano ancora di un approfondimento e che dovranno essere trattati sui tavoli internazionali.
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