venerdì 22/07/2022 • 14:24
La Commissione UE, per conseguire lo sviluppo e il pluralismo del settore dei media e un più ampio accesso a giornali e periodici, ha autorizzato il credito d'imposta per la distribuzione di giornali quotidiani e periodici in Italia.
redazione Memento
Il credito d'imposta per la distribuzione di giornali quotidiani e periodici ha ricevuto l'autorizzazione ufficiale da parte della Commissione UE, che ha ritenuto la misura necessaria e adeguata per conseguire lo sviluppo del settore dei media, l'ampio accesso a giornali e periodici e la promozione del pluralismo dei media. Agli editori sarà così permesso di ammortizzare i costi di distribuzione e di garantire a tutti i cittadini, compresi quelli dei Comuni piccoli, l'accesso all'informazione di qualità, fondamentale in un momento così complesso caratterizzato dal caro energia e da un aumento generalizzato dei costi per la stampa e la distribuzione. Si ricorda che il credito in questione è concesso alle imprese editrici di quotidiani e periodici ed è pari al 30% della spesa effettiva sostenuta nel 2020 per la distribuzione e il trasporto (compresa la spedizione dai poli di stampa ai punti vendita) dei giornali editi dalle imprese, al netto della percentuale di sconto per la rete di vendita del prezzo di copertina (art. 67 DL 73/2021 conv. in L. 106/2021). Le spese devono risultare da un'attestazione redatta da soggetti autorizzati al rilascio del visto di conformità o dai soggetti che esercitano la revisione legale dei conti. Il credito d'imposta è utilizzabile solo in compensazione. Esso è alternativo e non cumulabile, per le stesse spese, con ogni altra agevolazione prevista dalla normativa locale, regionale o nazionale o europea, nonché con il contributo diretto alle imprese editrici di quotidiani e periodici di cui al D.Lgs. 70/2017. Ai fini dell'ammissibilità al credito d'imposta, le imprese editrici devono avere i seguenti requisiti (DPCM 26 ottobre 2021): 1) sede legale nello spazio economico europeo; 2) residenza fiscale ai fini della tassabilità in Italia o presenza di una stabile organizzazione sul territorio nazionale cui siano correlati i benefici; 3) attribuzione del codice di classificazione Ateco 58.13 (edizione di quotidiani) o 58.14 (edizione di riviste e periodici); 4) stipulazione di accordi di filiera, anche attraverso le associazioni rappresentative, per garantire la sostenibilità e la capillarità della diffusione della stampa, con particolare riguardo ai piccoli Comuni (popolazione inferiore a 5.000 abitanti) e ai Comuni con un solo punto vendita di giornali.
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