lunedì 18/07/2022 • 06:00
L’ingresso dei sistemi di intelligenza artificiale nel mercato delle imprese solleva non poche perplessità nell’ambito dei rapporti di lavoro. La proposta di regolamento elaborata dalla Commissione Europea tesa ad armonizzare negli Stati membri l’uso dell’I.A. non allevia i dubbi giuridici che sorgono, altresì, in riferimento alla proposta di regolamentazione stessa.
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L’Intelligenza Artificiale (d’ora in avanti I.A.) ha già fatto il suo ingresso nel mondo del lavoro e numerosi sono i sistemi adottati dalle più grandi Società per ottimizzare i tempi e i costi, grazie all’uso di algoritmi, che consentono di migliorare l’organizzazione lavorativa. In questo scenario, tuttavia, i diritti dei lavoratori, e non solo in tema privacy, rischiano di essere compromessi. Quali problemi nella gestione del lavoro? L’utilizzo di algoritmi sofisticati per la gestione del lavoro potrebbe comportare un monitoraggio costante dell’attività lavorativa, invadendo lo spazio di riservatezza riconosciuto dall’ordinamento al lavoratore a tutela dell’espressione della propria autodeterminazione. Invero, il ricorso a sistemi di deep learning caratterizzati da reti neurali complesse potrebbe ledere il diritto alla trasparenza che spetta al lavoratore. I processi neurali complessi, infatti, non sempre consentono di risalire alla logica utilizzata dall’algoritmo nel prendere la decisione. Tale evenienza rischierebbe di ledere quanto sancito dall’art. 22 del GDPR che nel disciplinare i procedimenti automatizzati riconosce il diritto per l’interessato di conoscere la logica ut...
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