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lunedì 18/07/2022 • 06:00

Fisco Dall’OCSE

In pubblica consultazione il Progress Report sull’Amount A del Pillar One

È stato divulgato per la consultazione pubblica (fino al 19 agosto 2022) il report che riassume lo stato delle attività finora svolte e gli elementi fondamentali che regoleranno l’applicazione dell’Amount A del Pillar One.

di Maria Eugenia Palombo - Associate Partner, KPMG

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  • Tempo di lettura 7 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Con un nuovo documento – in pubblica consultazione fino al prossimo 19 agosto – l'Inclusive Framework sul BEPS (IF) riporta l'attenzione sul primo pilastro delle norme destinate a regolamentare il nuovo sistema di tassazione dell'economia digitale.

Lo scorso 11 luglio è stato infatti divulgato sul sito dell'OCSE il “Progress Report on Amount A of Pillar One” (nel seguito “Report”).

Il sistema di imposizione sull'economia digitale introdotto dal Pillar One prevede:

  • la tassazione di una parte del profitto residuale (c.d. “Amount A”) dei gruppi multinazionali di rilevanti dimensioni e con una profittabilità sufficientemente elevata nelle c.d. “market jurisdictions”, ossia le giurisdizioni in cui sono forniti i beni o i servizi o nelle quali sono localizzati i consumatori finali;
  • un sistema che si sovrappone ai vigenti regimi impositivi e che pertanto deve includere dei meccanismi di riconciliazione con i rispettivi (e diversi) sistemi di allocazione dei profitti;
  • dei processi destinati a conferire una maggiore certezza alle imprese coinvolte nell'applicazione del nuovo regime (c.d. “tax certainty processes”).

Dichiarazione dell'Inclusive Framework

Nella prefazione al documento, l'IF dichiara di riconoscere l'importanza di bilanciare l'interesse politico alla rapida introduzione delle nuove norme con la necessità di finalizzare in maniera adeguata ed accurata il disegno dell'innovativo sistema di regole del nuovo sistema fiscale, destinato a durare per decenni. Come parte di questo processo, quindi, l'IF incoraggia i soggetti destinatari delle nuove disposizioni a fornire un riscontro sia sull'impianto complessivo del sistema, sia sugli specifici blocchi di norme (c.d. “building blocks”), prima del raggiungimento dell'accordo definitivo.

L'IF riconosce infatti la necessità che si raggiunga un sufficiente livello di stabilità sulla sostanza delle norme che comporranno il nuovo sistema di tassazione, prima che si sviluppi e si definisca la Convenzione Multilaterale (“MLC”), che dovrà essere sottoscritta e resa esecutiva dai membri dell'IF nei rispettivi ordinamenti. In particolare, l'IF richiama l'attenzione sui seguenti principi:

  • l'allocazione dell'Amount A nelle market jurisdictions;
  • l'eliminazione della doppia imposizione;
  • i “safe harbour” per il marketing e la distribuzione;
  • la semplificazione dei processi amministrativi;
  • lo scambio di informazioni;
  • I meccanismi destinati a garantire la certezza fiscale.

Inoltre, l'IF ricorda che la MLC dovrà contenere le norme necessarie a garantire da parte degli stati aderenti l'eliminazione delle attuali disposizioni in materia di digital service tax, nonché un impegno espresso a non introdurre misure similari nel futuro.

La MLC entrerà in vigore a seguito della ratifica di un gran numero di stati, che comprenderanno le giurisdizioni di residenza sia delle entità capogruppo (“UPE”) sia delle market jurisdictions, sia degli stati che dovranno garantire l'applicazione delle norme destinate ad eliminare la doppia imposizione.  

Contenuto del Report

Il Report contiene, nella Sezione 2, gli elementi essenziali delle disposizioni sull'Amount A: queste sono state concepite come norme domestiche, ma in realtà serviranno da base per la negoziazione della MLC. Il testo della bozza delle disposizioni contenuto nel Report, inizialmente elaborato dalla Task Force on the Digital Economy (“TFDE”), recepisce le modifiche che sono scaturite dall'esame dei commenti ricevuti a seguito del primo giro di consultazione pubblica ma, come espressamente indicato, non può ancora essere inteso come versione definitiva.

In particolare, si tratta di:

  • norme sullo scopo (“scope rules”): concepite per assicurare che le disposizioni sull'Amount A si applichino ai gruppi di maggiori dimensioni (oltre € 20 miliardi di fatturato, c.d. “revenue test”) e più profittevoli (con un reddito ante imposte superiore al 10%, c.d. “profit test”) in un determinato periodo (da calcolarsi su un arco temporale di quattro anni, c.d. “period test”). I ricavi e profitti relativi alle attività estrattive e ai servizi finanziari regolamentati sono esclusi;
  • norme sul c.d. Nexus (“nexus test”): basate sul raggiungimento di specifici limiti quantitativi (differenziati per giurisdizioni più o meno grandi) di ricavi prodotti nelle market jurisdictions. I ricavi prodotti sono collegati alle market jurisdictions in base ad indicatori specifici per le diverse categorie di transazioni (ad esempio, luogo di consegna delle merci o di prestazione dei servizi) o di chiavi di allocazione;
  • norme sulla determinazione della base imponibile (“tax base rules”): prevedono disposizioni specifiche per il calcolo dell'Amount A, a partire dai bilanci consolidati del gruppo, redatti secondo principi contabili accettabili (anche questi definiti dalle norme), con un numero limitato di rettifiche fiscali e tenendo conto della possibilità di riporto delle perdite del gruppo;
  • norme sull'allocazione del profitto (“profit allocation rules”): basate su una formula che attribuisce alle market jurisdictions il 25% della parte dei profitti del gruppo che supera il 10% dei ricavi, in proporzione alla quota di ricavi che il gruppo genera in tali giurisdizioni e tenendo conto delle rettifiche dovute, al fine di eliminare eventuali doppie imposizioni, in relazione alla produzione di ricavi da attività di marketing e distribuzione nelle medesime giurisdizioni (“marketing and distribution profit safe harbour” – “MDSH”);
  • norme per l'eliminazione delle doppie imposizioni: elaborate per tener conto del fatto che il nuovo sistema di imposizione va a collocarsi su sistemi di allocazione dei profitti (e di tassazione) già esistenti.

Il Report non contiene le norme di carattere “amministrativo” e le previsioni destinate a salvaguardare la certezza fiscale: queste saranno divulgate prima del meeting dell'IF di ottobre 2022.

Il Report è completato da definizioni e da schede contenenti disposizioni supplementari, in particolare su:

  • industrie estrattive e soggetti che svolgono servizi finanziari regolamentati;
  • presenza di segmenti di profitti soggetti all'Amount A in gruppi potenzialmente non soggetti al nuovo regime;
  • specifiche “revenue sourcing rules”;
  • rettifiche derivanti da valutazioni al fair value o impairment;;
  • acquisizioni;
  • rettifiche alla base imponibile;
  • eliminazione della doppia imposizione.

Nuovo calendario dei lavori sull'Amount A e B

L'IF ha annunciato anche la revisione della tempistica per il completamento dei lavori sull'Amount A, con il seguente piano di azione:

  • ricevimento dei commenti sul Report: 19 agosto 2022;
  • esame dei commenti e conseguente revisione delle norme sull'Amount A prima della riunione dell'IF prevista nel prossimo mese di ottobre 2022;
  • cerimonia della firma della MLC entro la prima metà del 2023, con l'obiettivo dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni entro il 2024, dopo la ratifica della MLC da parte delle giurisdizioni interessate.

Contestualmente, l'IF ha dichiarato che i lavori sull'Amount B (vedi nostro precedente articolo del 12 luglio scorso) dovrebbero terminare entro la fine dell'anno.

Fonte: Progress Report on Amount A of Pillar One

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