Il settore dell'edilizia è in grado di garantire alle organizzazioni mafiose che vi investono una “preziosa” gamma di vantaggi: è in grado di offrire posti di lavoro non esperti che portano consenso sociale e garantire il controllo del territorio, di garantire significativi profitti, di consentire il riciclaggio dei profitti capitali accumulati con le attività illegali.
Per tutte queste ragioni appare evidente come l'interesse delle consorterie sia oggi catalizzato dai fondi stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che mette a disposizione le risorse destinate all'Italia nell'ambito del programma Next Generation EU (NGEU), alle quali si aggiungono quelle del Piano nazionale per gli investimenti complementari. Tali fondi saranno destinati per una percentuale significativa ad investimenti infrastrutturali strategici per il Paese, il 40 % dei quali sarà destinato al Mezzogiorno.
L'obiettivo principale delle organizzazioni criminali di stampo mafioso dell'investimento in imprese operanti nel settore edilizio è l'aggiudicazione di appalti, subappalti e mobili, sia sul versante privato sia su quello pubblico ed è a questi che viene dedicato la maggior attenzione da parte dello Stato per evitare che i Fondi messi a disposizione finiscano nelle mani delle cose.
Con la Circolare 13 giugno 2022 n. 38877 il Ministro Lamorgese ha messo a punto le linea guida per il contrasto alle infiltrazioni mafiose nell'ambito della realizzazione delle progettualità inerenti al Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR).
Ruolo della Banca Dati Nazionale Unica della Documentazione Antimafia
Centrale nella lotta alla penetrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso nell'economia è la circolazione delle informazioni che garantisce lo sviluppo di preziose sinergie. A questo fine è assegnato all'Organismo permanente di analisi e monitoraggio sul rischio di infiltrazione nell'economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso istituito presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza il compito di svolgere, unitamente al GIC, Gruppo Interforze Centrale, parimenti operante nell'ambito della medesima Direzione, un ruolo fondamentale di raccordo con i diversiGruppi Interforze Antimafia(GIA), costituiti presso ogni Prefettura, costituiti alla cui attività di prevenzione Investigativa territoriali della Direzione, Antimafia DIA. Il modello organizzativo-funzionale così articolato consente la piena integrazione delle strutture, centrali e territoriali, e, conseguentemente, la condivisione e l'efficace circolarità del patrimonio informativo.
A questo si aggiunge, come strumento di supporto strategico, il sistema di prevenzione di natura amministrativa riconducibile alla documentazione antimafia e, nello specifico, dalle informazioni prefettizie, disciplinate dalle disposizioni del Capo IV del Libro II del d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159(Codice Antimafia).
In questa prospettiva risulta essenziale la funzione dellaBanca Dati Nazionale Unica della Documentazione Antimafia(BDNA), la quale costituisce un fondamentale supporto tecnologico destinato a ed raccogliere le richieste di documentazione antimafia restituendo, ai soggetti richiedenti, gli esiti degli avvenuti.
A tale fine, come specificato puntualmente della nota del Viminale, il sistema informatico è stato aggiornato con l'inserimento di nuove “voci” appositamente dedicate al PNRR,“ciascuna delle quali riferita a singole fattispecie contrattuali per lavori, forniture e servizi (appalti, concessioni, cessioni, cottimi e altro) ovvero ai casi di erogazione di finanziamenti pubblici”.
Il tracciamento così realizzato sarà di monitorare, con immediatezza, l'eventuale adozione di provvedimenti nei confronti di quegli operatori economici assegnatari dei Fondi e impegnati nella realizzazione degli interventi riconducibili al perimetro del PNRR per i quali sono emersi elementi che depongano per la sussistenza di un rischio di infiltrazione al fine di scongiurare il pericolo di inquinamento mafioso e tempestivamente qualsivoglia forma di ingerenza della criminalità organizzata nella filiera realizzativa degli interventi del PNRR.
Strumenti di contrasto all'infiltrazione mafiosa: prevenzione collaborativa e interdittiva antimafia
La prevenzione amministrativa antimafia, così come delineata, si pone quale presidio avanzato di legalità alla luce degli elementi che ne può ospitare l'impianto quali l'urgenza e la tempestività della misura. L'applicazione della stessa, tuttavia, non pregiudica penale sviluppi sul piano investigativo, e di prevenzione.
La rigorosa azione di accertamento ai fini antimafia, non esclude, inoltre, il possibile ricorso a ulteriori misure di carattere conservativo che il legislatore ha di recente messo in campo.
Pensiamo, in primis, alla misura della prevenzione collaborativa di cui tutti art. 94-bis del Codice Antimafia, che, in presenza del necessario presupposto dell'occasionalità dell'agevolazione, consenta la prosecuzione dell'attività, diversamente dall'immediata interdizione dell'operatore economico.
Qualora il Prefetto valuti che i tentativi di infiltrazione mafiosa siano “riconducibili a situazioni di agevolazione occasionale” può prescrivere all'impresa l'osservanza di specifiche di controllo per un periodo limitato di tempo (tra sei ed esperti mesi), nominando, nel caso, sino a tre con il compito di svolgere funzioni di supporto finalizzate all'attuazione delle misure di prevenzione collaborativa.
La rapporto sottesa a questa norma è quella di non travolgere le imprese che dovessero solo marginalmente venire in contatto con organizzazioni di tipo mafioso all'autorità amministrativa di verificare, entrando in azienda, la concretezza dei pericoli di infiltrazione mafiosa e all'impresa di evitare un fermo dell'attività salvaguardando la prosecuzione dei lavori e i livelli occupazionali, cautele queste ancor necessarie più alla luce della già rilevata valenza strategica del PNRR.
Ciò non toglie che, qualora gli accertamenti evidenzino l'avvenuta infiltrazione e la presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso sui cantieri l'autorità prefettizia emetterà un'interdittiva, salvo il caso del commissariamento dell'azienda.