venerdì 01/07/2022 • 10:26
Non c’è due senza tre. A distanza di oltre un anno dal Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del COVID-19 negli ambienti di lavoro del 6 aprile 2021, e di due anni dalla sottoscrizione del primo protocollo del 14 marzo 2020, le parti, su invito del Ministro del lavoro e del Ministro della salute, il 30 giugno si sono incontrate per redigere un nuovo accordo condiviso.
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Il Ministero del lavoro rende noto sul sito ministeriale che “ Dopo una intensa giornata di confronto fra ministero del Lavoro, ministero della Salute, MISE, INAIL e parti sociali è stato siglato il Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro. Il Protocollo aggiorna e rinnova i precedenti accordi su invito del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e del ministro della Salute, che hanno promosso un nuovo confronto tra le Parti sociali”
I punti salienti del nuovo Protocollo sono:
Anche se lo stato emergenziale è terminato purtroppo la situazione pandemica è ancora tutt’ora in atto ed i contagi, specie negli ultimi giorni, sono in forte risalita.
Ciò nonostante bisogna prendere atto che, la campagna vaccinale effettuata a tappeto ha dato i suoi frutti ed, allo stato, non ci sono forti pressioni sugli ospedali ed in particolar modo sulle terapie intensive.
Questa nuova situazione, a differenza del protocollo di aggiornamento del 6 aprile 2021 ha consentito che si potessero allargare anche se di poco, le maglie stringenti del precedente accordo.
Forte raccomandazione della Ffp2, non più obbligo
Difatti, per quanto riguarda l’uso delle mascherine negli ambienti di lavoro si prevede una forte raccomandazione al ricorso alla mascherina Ffp2 e non più l’obbligo della mascherina come previsto nel precedente accordo dove era stabilito che, “in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all'aperto è comunque obbligatorio l'uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore”.
Inoltre, l’uso dei DPI individuali di tipo facciali (mascherine FFP2) era è continuerà ad essere, anche nel nuovo accordo, un presidio imprescindibile per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio, soprattutto nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o, dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale superiore ad un metro per le specificità delle attività lavorative svolte.
Il datore di lavoro, quindi, dovrà assicurare la disponibilità di FFP2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo.
Le aziende potranno decidere vincoli più stringenti
In ogni caso però, come del resto è avvenuto nei precedenti accordi, sarà lasciato ampio margine alle singole aziende, anche in relazione ai diversi contesti lavorativi, di decidere in autonomia, se obbligare i lavoratori ad indossare la mascherina Ffp2 in determinati ambienti di lavoro, specie dove non sarebbe possibile assicurare una adeguato distanziamento fra i singoli lavoratori.
Un ruolo centrale continua ad averlo il medico competente, figura divenuta centrale con l’avvento della pandemia.
Sarà lui a stabile a quali lavoratori, in special modo a quelli fragili o con patologie, dovranno essere forniti i DPI di protezione delle vie respiratorie.
Prorogato lo smart working, soprattutto per i fragili
Il vecchio protocollo prevedeva di “garantire il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza” mentre il nuovo protocollo in considerazione delle mutate condizioni pandemiche, “favorisce” il lavoro agile ritenendolo ancora, uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti ai rischi derivanti dalla malattia.
Misurazione della temperatura corporea
Permanere il divieto di accedere ai luoghi di lavoro con una temperatura corporea superiore ai 37,5, anche se, oramai la misurazione della temperatura è caduta in completo disuso.
Durata
Il nuovo protocollo dovrebbe rimanere in vigore fino al 31 ottobre 2022.
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