mercoledì 15/06/2022 • 12:17
Nella valutazione circa la proporzionalità del licenziamento nel caso di un furto di modico valore attribuito al lavoratore, si deve tenere conto della dinamica dei fatti e del comportamento psicologico di quest'ultimo (volto a danneggiare l'azienda o comunque a irridere le norme di disciplinari). Il Giudice può dunque allontanarsi dall'elencazione fatta nel Codice Disciplinare.
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Nel caso di licenziamento motivato da un furto di modico valore il Giudice deve tenere conto della complessiva condotta del lavoratore, astraendosi dai casi elencati nel codice disciplinare.
Il furto di modico valore
Quando si parla di furto di modico valore si fa riferimento a circostanze in cui il lavoratore, in modo consapevole, sottrae beni aziendali di valore irrisorio o perfino senza valore: i casi di scuola, che per certi aspetti fanno sorridere, sono quelli relativi al furto di penne, snack o perfino caramelle, con un valore che a volte non supera neppure € 1.
Nel caso esaminato, infatti, si fa riferimento ad un lavoratore licenziato per avere “prelevato uno snack dall'espositore adiacente alla cassa ove operava e di averlo mangiato senza aver pagato il corrispettivo pari ad Euro 0,70”.
Anche il furto di modico valore può giustificare il licenziamento disciplinare.
Il datore di lavoro deve avviare un procedimento disciplinare, trasmettendo al lavoratore la lettera di contestazione dei fatti, e poi valutare se – in base alle controdeduzioni fornite – quanto addebitato sia effettivamente sufficientemente grave da ledere il vincolo fiduciario: pertanto, il valore del furto
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