mercoledì 08/06/2022 • 09:05
Gli algoritmi, ovvero i “neuroni” dell’intelligenza artificiale, sono ormai la moderna espressione di una società estremamente “liquida”, influenzando, spesso anche inconsapevolmente, le nostre scelte e le nostre vite. Il pericolo di distorsioni cognitive causate dal pregiudizio (c.d. bias), anche nelle forme più evolute basate sul machine learning, induce a parlare di algocrazia, vale a dire la supremazia degli algoritmi sull’uomo. Rispetto ad un quadro normativo al momento assente (la tecnica è sempre più veloce del diritto), nel tentativo di collocare le problematiche sul binario di una intelligenza artificiale antropocentrica (secondo l’indirizzo della UE), l’algoretica può rappresentare un antidoto all’algocrazia?
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