Riporto delle perdite fiscali in presenza di contributi COVID-19

Il Ministero dell'economia e delle finanze ha adottato un atto di indirizzo che chiarisce in via ufficiale il trattamento, ai fini delle perdite fiscali e del pro‑rata, dei contributi agevolativi qualificati dal legislatore come “non concorrenti” al reddito e alla base IRAP. 

I contributi che la legge definisce irrilevanti ai fini delle imposte – come quelli emergenziali COVID-19 erogati sotto forma di crediti d'imposta – non rientrano tra i “proventi esenti” di cui all'art. 84 TUIR e, quindi, non riducono le perdite riportabili. 
Per tali componenti rimane, al contempo, pienamente ammessa la deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi, sia specifici che promiscui, in quanto gli stessi contributi sono espressamente esclusi dal calcolo del pro‑rata generale ex art. 109 c. 5 TUIR e del pro‑rata interessi passivi ex art. 61 TUIR.

L'atto di indirizzo in commento valorizza così l'esistenza di un vero e proprio “tertium genus” rispetto ai tradizionali proventi esenti ed esclusi: la categoria dei proventi non concorrenti, espressamente richiamata anche dall'art. 11 c. 1 lett. b‑bis) D.Lgs. 13/2024 in tema di concordato preventivo biennale.

Mentre i proventi esenti incidono sulle perdite e sul pro‑rata, e quelli esclusi (come i dividendi in participation exemption) mantengono la deducibilità dei costi, i proventi non concorrenti vengono isolati dal sistema, senza penalizzare né il riporto delle perdite né la deduzione delle spese.

Gli Uffici dell'Amministrazione finanziaria sono tenuti ad attenersi a questo orientamento interpretativo, destinato ad avere un impatto rilevante sui calcoli di convenienza delle misure agevolative e sulle strategie di utilizzo delle perdite fiscali da parte di imprese e professionisti. 

Fonte: Atto di indirizzo MEF 22 dicembre 2025