
sabato 06/12/2025 • 06:00
Lunedì 8 Pechino comunica i numeri del commercio per il mese di novembre: ottobre ha registrato un surplus di 90 miliardi, in calo rispetto a settembre. Mercoledì poi arrivano i dati sull’inflazione che faranno capire anche qual è lo stato dei consumi interni. Martedì si riunisce la Fed, in attesa di capire cosa succederà al termine del mandato di Jerome Powell. Mercoledì la commissione Ue deciderà sulle nuove regole al 2035 per la vendita di auto con motore a combustione e sempre mercoledì si discuterà nuovamente al Parlamento inglese della contestata legge di bilancio per il 2026.
Fabio Sottocornola
- Giornalista economicoMaria Elena Zanini
- GiornalistaLunedì 8 dicembre – Il commercio cinese in novembre
In ottobre il surplus commerciale cinese era di 90 miliardi di dollari, però in calo rispetto ai 102 miliardi di settembre. In discesa anche le esportazioni (per un volume di 305 miliardi) e per la prima volta dal marzo dello scorso anno. Oggi sono attesi i dati di novembre e il Dragone rosso, ancora alle prese con la crisi immobiliare e la debolezza della domanda interna, sarà chiamato a dimostrare che può invertire la tendenza. Certo, da un mese con l’altro nell’autunno di questo instabile 2025 c’è pure stato l’accordo in Sud Corea tra i due leader. Donald Trump e Xi Jinping hanno spento un incendio nelle relazioni bilaterali che avrebbe fatto del male a entrambe le super potenze. Gli Stati Uniti restano primo partner commerciale di Pechino e gli osservatori adesso si aspettano una fase di distensione. Semmai, tra auto elettriche e dazi ai pacchetti, il nuovo fronte critico potrebbe essere tra la Cina e l’Europa.
Martedì 9 dicembre – Fed, riunione del Comitato di politica monetaria
Dice di avere già deciso il successore. Quando Donald Trump pronuncerà il nome renderà una sorta di anatra zoppa Jerome Powell, attuale presidente della Fed con mandato in scadenza nel maggio 2026. Il presidente americano non vede l’ora di cambiare i vertici di una banca centrale con la quale ha polemizzato tantissimo e su un unico tema: il taglio dei tassi. Proprio su questo punto la Fed, dove oggi inizia la due giorni del Comitato di politica monetaria, è divisa almeno in tre posizioni. Ci sono i molto favorevoli a una riduzione già adesso del costo del denaro: i governatori Chris Waller, Stephen Miran e Michelle Bowman con il presidente della Fed New York Joh Williams. Per loro, l’inflazione è sotto controllo. Più incerti e scettici invece sono i membri votanti del Fomc Susan Collins, Jeffrey Schmid, Austan Goolsbee, Alberto Musalem e Michael Barr. Infine, è difficile intuire le posizioni di Powell, della governatrice Lisa Cook e di Philip Jefferson, vicepresidente. Il loro voto sarà determinante.
Mercoledì 10 dicembre – La Commissione Ue rivede le regole del 2035 per i motori termici
Nel pacchetto di misure ci sarà la revisione dello stop alla vendita di auto con motore a combustione interna dal 2035. Così oggi la Commissione europea proverà a uscire dall’angolo nel quale si era cacciato il Vecchio Continente, magari con buone intenzioni ma che ha finito per schiantarsi contro la dura realtà dei carmaker impreparati a sfornare auto solo elettriche, di Paesi poco attrezzati ad alimentarle, di costi inarrivabili per il cosiddetto ceto medio. Da oggi si volta pagina anche all’insegna della neutralità tecnologica. Che significa: lasciare liberi i player sul mercato di arrivare come e quando possono alla neutralità climatica. Forse il divieto non sparirà del tutto ma sarà posticipato (al 2040?) con anche qualche agevolazione per le regole del settore e altre misure per ridurre le emissioni di Co2. Stavolta le mosse di Bruxelles potrebbero trovare un ampio assenso: a patto di non perdere altro tempo.
I consumi cinesi
Nel mese di ottobre 2025, l’indice dei prezzi al consumo (Cpi) cinese è cresciuto dello 0,2% su base annua, tornando in territorio positivo dopo mesi di inflazione bassa o negativa. Anche l’“inflazione core” (escludendo alimentari ed energia) è salita: +1,2% anno su anno. Tuttavia, i prezzi alla produzione restano in contrazione, segno che la pressione sui costi non si trasferisce pienamente ai prezzi al consumo. Il quadro economico generale rimane debole in alcuni settori: recenti dati mostrano una crescita industriale e nei consumi modesta, con le vendite al dettaglio che segnano una delle espansioni più lente dell’ultimo anno. Alcuni modelli previsionali riportati da fonti di mercato suggeriscono che il Cpi potrebbe salire, continuando la modesta ripresa: secondo dati aggregati, l’inflazione in Cina potrebbe arrivare a +0,4% a/a entro la fine di questo trimestre. Un recente commento economico osserva che, con l’avvicinarsi dell’inverno, la domanda di beni alimentari (e quindi possibile aumento dei prezzi di carne e verdure) — insieme a misure governative volte a sostenere i consumi e gli scambi di beni — potrebbe favorire un’ulteriore crescita del Cpi. Tuttavia, la riduzione della deflazione dei prezzi alla produzione (cioè la caduta del PPI) resta un fattore di rischio: se i produttori continuano a subire costi bassi, potrebbe esserci pressione al ribasso sull’intero sistema, limitando l’inflazione al consumo.
Il bilancio inglese di nuovo in Parlamento
Nuova audizione davanti al Parlamento inglese per Rachel Reeves, titolare dell'Economia nel governo laburista di Keir Starmer. Il bilancio presentato nelle scorse settimane da Reeves prevede una stretta fiscale da circa 26 miliardi di sterline, con misure come il congelamento delle soglie di imposta sul reddito (che fa aumentare in modo “invisibile” il carico fiscale su molti), nuove tasse su proprietà di lusso (“mansion tax”), maggiori imposte su capital gains, risparmi, dividendi, e limitazioni a certe agevolazioni pensionistiche. Oltre a questo, il governo proporrà riduzioni sulle “business rates” per molte imprese della vendita al dettaglio, dell’ospitalità e del tempo libero, finanziate da aumenti su immobili di fascia alta. Il partito di opposizione (in particolare la leader conservatrice Kemi Badenoch) ha attaccato duramente Reeves: accuse di “aver mentito al pubblico” per giustificare l’aumento delle tasse e di aver manipolato il mercato con una narrativa artificiale di crisi. Alcuni hanno invocato la caduta del governo o almeno le sue dimissioni. Alcuni analisti ed ex dirigenti (ad esempio all’interno del think tank Institute for Fiscal Studies, IFS) definiscono la manovra come una “fiscal fiction”: sostengono che la strategia di aumentare le tasse nel lungo termine e rimandare il dolore finanziario fino a poco prima delle elezioni generali del 2029–30 sia rischiosa e insostenibile. Altri hanno criticato la perdita di credibilità dell’Office for Budget Responsibility, la cui indipendenza e neutralità risultano gravemente compromesse dal coinvolgimento (anche se involontario) in un dibattito politico così acceso.
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