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  • CONGRESSO NAZIONALE CNDCEC 2025
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giovedì 23/10/2025 • 06:00

Fisco CONGRESSO NAZIONALE CNDCEC 2025

Intelligenza artificiale: sfida etica e opportunità per la professione

La sessione sull'intelligenza artificiale del Congresso Nazionale CNDCEC 2025 affronta il tema dell'AI come fattore di cambiamento profondo per la professione. Il Consiglio Nazionale invita a prepararsi al cambiamento, adottando un approccio consapevole, responsabile e centrato sull'etica, per cogliere appieno i vantaggi della rivoluzione digitale mantenendo la responsabilità professionale.

di Fabrizio Escheri - Consigliere CNDCEC delegato a Innovazione e digitalizzazione degli studi professionali e delle imprese

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“L'intelligenza artificiale: un nuovo tiranno o un utile strumento per condurre la professione verso un cambiamento etico?”

Il titolo scelto per la sessione dedicata all'AI del Congresso nazionale dei commercialisti in corso di svolgimento a Genova ci pone di fronte ad un interrogativo non più eludibile. Del resto, l'enorme portata che la rivoluzione dell'AI sta producendo in tanti e diversi ambiti delle nostre vite è sotto gli occhi di tutti. Una rivoluzione che sta già avendo ricadute anche sullo svolgimento della nostra attività professionale e sempre più ne avrà in un futuro ormai prossimo. Un'analisi approfondita dei suoi aspetti etici e pratici è dunque imprescindibile anche per i commercialisti. 

Rapporto intelligenza artificiale-commercialista

L'intelligenza artificiale comporterà per noi un significativo cambio di paradigma. La nostra professione - storicamente centrata sulla cultura del dato – sarà alle prese con una sfida nuova: utilizzare il dato per prevedere il futuro. Gli algoritmi dell'intelligenza artificiale trasformeranno gradualmente il commercialista da certificatore di dati passati a certificatore o attestatore di dati futuri. Un cambio di prospettiva che investirà i diversi ambiti in cui si esercita la professione, non solo, quindi, quello fiscale o societario.

Si tratta di una novità che avrà effetti probabilmente simili, se non ancora più rilevanti, di quelli prodotti a suo tempo dalla svolta telematica del nostro sistema tributario, che ci costrinse ad un profondo ripensamento delle modalità di svolgimento della nostra attività.

L'intelligenza artificiale non è un nuovo tiranno. Può anzi trasformarsi in un utile strumento di crescita per la professione, aprendo le porte a nuove opportunità. A patto che ad essa la categoria arrivi preparata, pronta ad un salto di qualità in termini di organizzazione degli studi e di competenze.

Questo tipo di innovazione produce la necessità di due grandi filoni di nuove competenze. Il primo è di tipo tecnologico. La nostra è una categoria che, per motivi anagrafici, nei suoi percorsi di studio non ha approcciato le formule algoritmiche. Non sappiamo, in sostanza, come l'algoritmo funzioni, ma se vogliamo essere certificatori pienamente consapevoli dobbiamo capire come esso arrivi a produrre un determinato risultato, in base a quali formule matematiche e statistiche.

L'altro grosso filone è quello normativo relativo alla cyber security. Nel momento in cui utilizziamo queste tecnologie, esponiamo i dati che elaboriamo al mondo della criminalità informatica. Questo è un ambito nel quale dovremo necessariamente formarci al meglio.

Ci sono poi due elementi potenzialmente critici che vanno attentamente monitorati. C'è innanzitutto il tema degli investimenti necessari per affrontare questo passaggio. Per questo tipo di tecnologia i costi per il singolo professionista sono rilevanti. È quindi necessario accelerare sul tema delle aggregazioni, si tratti di società tra professionisti, studi associati o di formule di networking più leggere. Per essere più “sopportabili”, questi investimenti vanno sostenuti da reti o gruppi di professionisti. Una crescita della cultura dell'aggregazione, i cui benefici anche in termini reddituali sono costantemente certificati dalle ricerche della nostra Fondazione nazionale, è del resto una prospettiva virtuosa anche a prescindere dalla necessità di gestire al meglio il “ciclone” AI. 

Va poi evitato il rischio che le norme consentano una piena sostituzione del lavoro umano con l'elaborato della macchina. Il dato che viene fuori dalla formula algoritmica deve comunque essere sempre certificato e asseverato da un professionista umano. La garanzia che il dato elaborato dall'AI sia corretto e verificato può venire in ultima istanza solo dalle competenze del professionista utilizzate nella sua attività di asseveratore.

Novità arrivano in questo senso sul piano normativo. La recente approvazione della L. 132/2025 in materia di Intelligenza Artificiale costituisce un ulteriore passo avanti verso una adeguata regolamentazione dell'uso di tale tecnologia, anche nel campo delle professioni intellettuali, nella direzione indicata dalla UE con l'AI Act. Si tratta di un provvedimento che indica la strada da seguire per un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, dell'intelligenza artificiale al fine di promuoverne la diffusione senza trascurare la necessaria vigilanza sui rischi, economici e sociali, che la stessa genera. Elemento centrale della recente normativa è l'approccio “antropocentrico” all'uso dell'intelligenza artificiale, ossia un'applicazione dell'AI che mantenga la centralità del ruolo umano, sia nel senso di attribuire al professionista la responsabilità delle prestazioni, sia nel senso di garantire i diritti fondamentali che un utilizzo non controllato della tecnologia potrebbe ledere.  

Osservazioni

Consapevole della rilevanza di questo passaggio storico, Il Consiglio nazionale si è da tempo attivato, avviando una serie di studi che consentissero di cogliere le opportunità derivanti dall'utilizzo dell'AI nel nostro campo professionale, individuando al contempo le potenziali criticità per la categoria. Le attività di studio che il CNDCEC ha promosso sull'argomento non hanno riguardato solo gli aspetti teorici, di matrice giuridica o economica, relativi all'impatto dell'AI nel campo professionale dei commercialisti, ma anche i concreti ambiti di utilizzo della stessa, approfondendone gli effetti sull'organizzazione dello studio professionale, sugli investimenti correlati e sulle competenze necessarie ad un consapevole utilizzo dell'AI.

L'ultimo prodotto di questo sforzo di analisi e di approfondimento è la terza guida operativa all'intelligenza artificiale, presentata proprio al Congresso nazionale di Genova. Un ulteriore strumento operativo messo a disposizione dei colleghi per un approccio consapevole a questa nuova, dirompente realtà. 

Lefebvre Giuffrè è presente al Congresso Nazionale CNDCEC, dal 22-24 ottobre a Genova.

Ti aspettiamo allo Stand n. 8 per scoprire insieme le nuove soluzioni per i professionisti fiscali.

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