sabato 27/09/2025 • 06:00
L'Italia fa parte di Semicon Coalition, il gruppetto di Paesi che ha chiesto all'UE una nuova versione del Chips Act 2.0: la dichiarazione sarà presentata lunedì mentre il giorno dopo la Nike presenterà i risultati del secondo trimestre dopo la chiusura del mercato statunitense. Sarà interessante scoprire come il gigante dell'abbigliamento sportivo sta affrontando un periodo non facile. Mercoledì negli Usa è l'ultimo giorno per l'approvazione del bilancio da parte del Congresso americano prima della paralisi dello Stato federale, il famoso «shutdown». L'Istat venerdì presenta il bilancio demografico 2025 aggiornato a luglio.
Andrea Rinaldi
- GiornalistaFabio Sottocornola
- Giornalista economicoLunedì 29 settembre – Il ministro Urso, StM e la Semicon Coalition
Niente esuberi ad Agrate Brianza e un rilancio europeo per lo stabilimento di Catania che dovrà diventare un polo per il carburo di silicio. Dopo un'estate buia, finalmente arriva un po' di luce sul destino italiano di StMicroelectronics. La minaccia dei tagli ai posti di lavoro, le litigate per la governance (tradotto: i posti di comando) sulla linea Roma-Parigi, i tavoli sindacali. Ha tirato un sospiro di sollievo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, chiamato a gestire una crisi non banale per l'economia italiana. E non tanto per i numeri ma il suo significato: la crisi di StM, un tempo fiore all'occhiello dell'industria avanzata dei microchip e dei wafer di silicio, avrebbe rischiato di spingere ancora più ai margini l'Italia da un panorama tech europeo che già non brilla per Campioni nazionali in grado di competere nel mondo. Consapevole di questo scenario, Urso tende la mano alla Francia: “La collaborazione non è mai mancata” e si prepara a incidere a Bruxelles. Infatti, l'Italia fa parte di Semicon Coalition, gruppetto di Paesi (Olanda, Germania, Francia, Belgio, Austria, Spagna, Finlandia e Polonia) che ha chiesto all'Ue una nuova versione del Chips Act 2.0. La dichiarazione sarà presentata oggi.
Martedì 30 settembre – I conti dello “Swoosh”
Oggi Nike presenterà i risultati del secondo trimestre dopo la chiusura del mercato statunitense. Sarà interessante scoprire come il gigante dell'abbigliamento sportivo sta affrontando un periodo non facile, aggravato dai dazi di Trump. Ai primi del mese Nike aveva comunicato l'intenzione di tagliare una quota sotto l'1% della sua forza lavoro aziendale (ma non in Emea e in Converse). Nell'ottica del piano di rilancio, sotto la guida di Hill, l'azienda ha investito nelle sue linee di scarpe da running e nelle sneaker per recuperare il terreno perso in questi segmenti, riaccendendo al contempo i rapporti con i rivenditori ed espandendo la propria presenza nei negozi fisici nel tentativo di combattere la concorrenza sul mercato. La cura si è fatta vedere nel primo trimestre, con il margine lordo in aumento; l'anno scorso però si è chiuso con ricavi in calo del 10% a quota 46,3 miliardi di dollari.
Per il Pnrr comincia l'ultimo anno
Una circolare della Ragioneria dello Stato invita “le amministrazioni titolari delle misure a caricare tempestivamente sul sistema Regis la documentazione di corredo alla rendicontazione degli obiettivi finali”. A metà strada tra il linguaggio tecnico e il burocratico, l'avviso è comunque chiaro: per dirla con il gergo dell'atletica leggera, oggi suona la campanella dell'ultimo anno per il Pnrr. Tra dodici mesi esatti, il 30 settembre 2026 si chiuderà la finestra per la presentazione delle richieste di pagamento dei progetti all'Unione europea. Arriva dunque al traguardo il Piano di ripresa e resilienza messo in campo della Commissione di Bruxelles per dare sostegno ai Paesi colpiti dalla pandemia da Covid 19. L'Italia è stata tra i maggiori beneficiari, tra assegni a fondo perduto e risorse da restituire. Anche se è fissata al 30 novembre la data di completamento della valutazione e al 31 dicembre quella del versamento, inizia il momento della resa dei conti. Il Paese è cambiato? E quanto con i soldi dell'Europa? Quali servizi e opportunità hanno debuttato in Italia? Insomma, il Pnrr fu vera gloria?
Mercoledì 1° ottobre – Lo shutdown Usa
Oggi è l'ultimo giorno per l'approvazione del bilancio da parte del Congresso americano prima della paralisi dello Stato federale, il famoso «shutdown». Si tratta di una manovra che scatta quando non si raggiunge un accordo sulla legge finanziaria e che «mette in letargo» le attività statali, con una serrata che ferma una parte consistente di dipartimenti, aziende e – di conseguenza – dipendenti pubblici (che non vengono pagati). Martedì scorso il presidente Donald Trump ha annullato un incontro con i principali leader democratici del Congresso per discutere dei finanziamenti governativi, aumentando il rischio «shutdown». Votare contro i disegni di legge volti a mantenere operativo il governo mette i democratici in una posizione insolita, dato nel corso degli anni hanno criticato i repubblicani per aver votato contro il tipo di proroghe di finanziamento note come risoluzioni continuative e che la Camera ha approvato la scorsa settimana.
Venerdì 3 ottobre – L'Italia e il bilancio demografico dell'Istat
L'allarme dei giorni scorso ha fatto rumore. Nei prossimi dieci anni usciranno dal mercato del lavoro oltre 6 milioni di occupati però mancano giovani disposti a sostituirli. Un po' più in là, cioè nel 2060 la platea occupazionale cambierà: la popolazione in età da lavoro (20-64 anni) si ridurrà del 34%, portandosi dietro conseguenze su crescita economica, welfare e sostenibilità della spesa pubblica. Lo ha detto Inapp, Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche. Il dibattito pubblico che ne è seguito ha sottolineato quanto sia urgente intervenire con politiche mirate a contrastare gli effetti dell'invecchiamento. Per questo andranno guardati con attenzione i dati oggi in arrivo dall'Istat che rilascia il bilancio demografico del 2025 aggiornato al mese di luglio. Nel precedente report, una fotografia di metà anno, è arrivata poca consolazione. Sono nati 166 mila bambini (meno 7% sullo stesso periodo del 2023) che significa un dato annuale sotto i 400 mila nati: mai così vuole le culle. Dalla demografia non c'è da aspettarsi note positive. Alla politica è chiesto di battere un colpo.
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