sabato 09/08/2025 • 06:00
Finisce martedì la tregua commerciale, dentro la sfida combattuta a partire dal famoso Liberation Day di aprile a colpi di tariffe al 145% da Washington verso Pechino con una risposta al 125% dei cinesi sull’import di merci americane. Negli Usa escono oggi i dati sui prezzi al consumo Cpi di luglio, un indicatore del possibile incremento dell’inflazione. Mercoledì si chiude l’Opa di Mfe-Mediaset sul broadcaster tedesco e anche quella lanciata da Ppf mentre a Shanghai inizia il Salone dell’automobile dedicato alle vetture a guida autonoma.
Fabio Sottocornola
- Giornalista economicoLunedì 11 agosto – Greta lancia una campagna contro il petrolio in Norvegia
Ci aveva già provato lo scorso anno a smuovere l’opinione pubblica della Norvegia. Adesso Greta Thunberg ritorna sulla scena e dà il via a una campagna di disobbedienza, non ancora chiara nei dettagli pratici, per porre fine all’era del petrolio nel Paese scandinavo. Certo, l’azione del 2024 era stata portata avanti in ben altre modalità. Con otto kayak e tre barche a motore, Greta e i compagni di Extinction Rebellion era entrata in una zona di sicurezza dell’impianto di Karsto, gestito dalla norvegese Equinor e il più grande del suo genere in Europa. Obiettivo dichiarato seppur velleitario: “Impedire il normale funzionamento delle petroliere”. La campagna 2025 sembra avere modalità più pacifiche ma l’obiettivo è lo stesso di un anno fa, quando Thunberg disse: “Non possiamo restare inerti mentre l'industria dei combustibili fossili deruba le persone delle loro vite”. La sfida è lanciata a un Paese dove nove automobili su dieci vanno a elettricità e dove la banca centrale controlla uno dei più grandi Fondi sovrani del mondo, che investe in modalità “green” su tutte le piazze finanziarie. Particolare non trascurabile: ad alimentare tutto dalla base è sempre l’economia estrattiva del petrolio.
Martedì 12 agosto – Guerra commerciale tra Usa e Cina, fine della tregua
Rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo, il presidente Usa Donald Trump con la Cina aveva lasciato una scadenza separata e più lunga. Ma termina oggi la tregua commerciale sui dazi, dentro la battaglia combattuta nel mese di aprile, dal famoso Liberation Day a colpi di tariffe al 145% da Washington verso Pechino con una risposta al 125% dei cinesi sull’import di merci americane. Per tutti gli esperti, con questi livelli di dazi nessuno scambio commerciale sarebbe possibile. E infatti le quote erano subito scese rispettivamente al 30 e 10%. Ma, appunto, la fase transitoria oggi avrà termine. Difficile fare previsioni a questo punto, anche perché nel mezzo dello scontro sui dazi, o forse a bella posta, si è inserito il tema di un super vertice personale tra lo stesso Trump e Xi Jinping, il presidente cinese che al momento tiene un profilo basso. Se trattativa dovrà essere, allora il Dragone rosso metterà sul tavolo la richiesta di un atteggiamento americano più morbido su Taiwan. Ma per tornare all’economia, Henry Gao della Singapore Management University ha calcolato che tra l’aliquota americana sui “trasbordi di merce cinese in altri Paesi” per farla entrare negli Usa (40%), insieme con dazi su fentanyl (20%) e su beni di sicurezza nazionale (25%) porterebbero i prodotti cinesi a essere “soggetti a dazi effettivi combinati di almeno l’85%”. Come dire che siamo alla fine del commercio bilaterale.
I prezzi al consumo negli Stati Uniti
Quale sarà l’impatto delle tariffe volute da Donald Trump sulle tasche dei cittadini americani? Quanto costerà (di più) l’acquisto della merce importata negli Usa da tutto il mondo? Domande che da settimane si pongono economisti, analisti, strategist in attesa di un riscontro concreto circa gli effetti della guerra commerciale lanciata dal presidente, che continua a mostrare indifferenza rispetto a un incremento del carovita, per lui secondario in confronto ad altre sfide come il riequilibrio della bilancia commerciale. Da qui bisogna prendere la mossa per leggere i dati oggi in arrivo sull’indice dei prezzi al consumo (Cpi) che a giugno era quota 322,5 punti, in lieve aumento da 321 di maggio. In termini percentuali, la crescita è stata del 2,7% a giugno contro il 2,4% a maggio, in linea con le aspettative. “I prezzi al consumo sono bassi, portate giù i tassi, ora!”. Così aveva tuonato Trump, aggiungendo che “la Fed dovrebbe tagliare i tassi di tre punti. L’inflazione è molto bassa”. Anche se il dato Cpi non è il più favorito dalla Fed che tende a guardare il dato dell’inflazione Pce, è utile controllare i numeri in arrivo.
Mercoledì 13 agosto – Termina l’Opa di Mediaset Prosieben
Finale di partita. O meglio, della doppia sfida lanciata sulla tedesca Prosieben da due fronti contrapposti. Aveva cominciato Mfe-Mediaset, la società guidata dal presidente Piersilvio Berlusconi che da tempo chiedeva al gruppo tedesco un cambio di passo nel business e la cessione di attività non più core, forte di una quota maggioritaria ma fatta pesare con il guanto di velluto. Fino alla decisione di lanciare un’offerta di acquisto del marzo scorso, “passo decisivo per la creazione di una media company paneuropea”, aveva detto il presidente. “Un progetto a cui stiamo lavorando da alcuni anni. Vogliamo provare a imprimere la nostra strategia anche in Germania”. Poci mesi dopo, a muovere era stato Ppf, il gruppo ceco titolare del secondo pacchetto di azioni più rilevante in Prosieben: a differenza di Mfe che metteva sul piatto un’offerta mista di cash e azioni, loro offrono 7 euro in contanti per ogni azione conferita. Qualche settimana fa, il rilancio del Biscione che ha portato l’offerta totale a circa 8,62 euro per azione e un premio del 22% rispetto ai corsi recenti. Oggi il mercato darà il suo verdetto, che è già positivo per il board di Prosieben.
A Shanghai il Salone dell’auto a guida autonoma
Dopo quello di maggio, arriva il Salone di agosto. La seconda città della Cina si sta accreditando come un centro necessario per capire dove va e come si muove il comparto mondiale dell’automobile. E se in primavera al centro della grande esposizione c’era la vettura elettrica, con i cento marchi attivi nel mercato del Dragone rosso e tutte le novità più in vista, adesso al cuore dell’evento c’è la vettura a guida autonomia. Con le tecnologie necessarie a questo nuovo sviluppo commerciale. Se negli Usa ci credono molto e da tempo è partita la sfida per arrivare primi, per esempio nel settore dei robotaxi con in strada brand come Tesla, Waymo, Amazon, è rimasto più nell’ombra il mercato cinese sul quale punta la Toyota con la sua Momenta, che basa la produzione sull’Ai. Ma chissà quanti altri nomi usciranno allo scoperto prima o poi, di società pronte a invadere il mercato (e le strade) con robotaxi a chiamata, solo per iniziare. Un po’ come è successo all’inizio dell’anno con DeepSeek, il modello cinese di Ai generativa prodotto e sviluppato a basso costo. Anche per questo motivo, è sempre opportuno tenere gli occhi aperti su quello che si muove a Oriente.
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