lunedì 28/07/2025 • 06:00
La mera presenza di una stabile organizzazione in Italia non comporta, di per sé, la rilevanza fiscale delle operazioni effettuate dalla stessa nel territorio nazionale, se non sussistono precisi requisiti funzionali e operativi (Risp. AE 24 luglio 2025 n. 193).
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Il caso esaminato
Il caso esaminato ha riguardato una società comunitaria (la “Casa madre”) attiva nel commercio all'ingrosso di strumentazione scientifica, operante in Italia tramite una propria stabile organizzazione (S.O.). Il quesito nasce dalla necessità di comprendere se le operazioni commerciali che prevedono la consegna diretta dei beni dalla sede centrale ai clienti italiani debbano essere considerate come effettuate dalla S.O. ai fini IVA, con i conseguenti obblighi dichiarativi e di fatturazione. Il quesito si innesta, dunque, su una casistica tipica nei modelli distributivi moderni, ovvero beni stoccati e spediti dal paese UE della casa madre, ma con un coinvolgimento operativo della struttura italiana nella fase commerciale. Questo contesto richiede di stabilire, con precisione, se la S.O. italiana sia effettivamente parte dell'operazione, ai fini dell'identificazione del soggetto passivo IVA. Nel caso specifico, la S.O. italiana gestisce attivamente le vendite dei prodotti appartenenti ai segmenti Delta e Delta 1, con un coinvolgimento diretto nella promozione, trattativa, assistenza tecnica e definizione delle politiche commerciali. All'opposto, per il segmento Delta 1 - ramo X2, la casa madre mantiene il pieno controllo delle attività contrattuali e di vendita, senza che la S.O. italiana intervenga se non per mere attività ancillari. La società istante propone, quindi...
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Diego Avolio
- Dottore commercialista (Studio di Consulenza Giuridico-Tributaria - S.C.G.T), LL.M.Rimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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