giovedì 17/07/2025 • 06:00
Il MIMIT comunica che dal 16 luglio al 16 agosto 2025 è aperta la consultazione pubblica sulla “Strategia per l'attrazione in Italia degli investimenti industriali esteri in data center”, con l'obiettivo di raccogliere osservazioni, suggerimenti e proposte da parte di cittadini, imprese, istituzioni ed altri soggetti interessati.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha pubblicato il documento relativo alla “Strategia per l'attrazione in Italia degli investimenti industriali esteri in data center”, il quale costituisce un testo d'indirizzo essenziale per orientare lo sviluppo e la distribuzione delle infrastrutture digitali strategiche sul territorio e mira a favorire la nascita di un ecosistema competitivo per i data center.
Al contempo, il MIMIT ha comunicato che, dal 16 luglio al 16 agosto 2025, è possibile consultare pubblicamente il sopra citato documento, con l'obiettivo di raccogliere osservazioni, suggerimenti e proposte da parte di cittadini, imprese, istituzioni ed altri soggetti interessati.
La partecipazione è aperta a tutti gli stakeholder interessati e i partecipanti sono invitati ad esprimere commenti ed osservazioni per ciascuno dei capitoli della Strategia con contributi della lunghezza massima di 300 caratteri. Le proposte potranno essere inviate entro il 16 agosto 2025 all'indirizzo email: dgtel@pec.mimit.gov.it.
La Strategia
Il documento, elaborato dal MIMIT in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), il Ministero dell'Università e della Ricerca ed il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, punta anche a promuovere la posizione dell'Italia come hub d'investimenti per il settore, garantendo una localizzazione equilibrata e sostenibile, in linea con le caratteristiche e le esigenze delle diverse aree del Paese.
La strategia si articola in cinque capitoli che, partendo dall'analisi dello scenario competitivo nazionale ed internazionale, arrivano a delineare le misure di politica industriale per attrarre nuovi investimenti e ad individuare le aree di sviluppo più promettenti per il settore.
Come spiega il documento, l'attuale società dell'informazione basa le proprie fondamenta sull'accesso e la condivisione dei dati; questi ultimi, devono essere sempre accessibili in modo sicuro e veloce. A tal proposito - spiega ancora il documento - per data center o centro di elaborazione dati s'intende il complesso costituito dalla struttura fisica e dall'infrastruttura tecnologica per la progettazione, la produzione, lo sviluppo e l'implementazione di applicazioni e di servizi informatici, nonché per l'archiviazione, l'elaborazione, il trattamento e la gestione dei dati associati a tali applicazioni e servizi.
I data center possono essere classificati in base alle dimensioni e al consumo energetico:
I data center, quindi, rappresentano oggi un'infrastruttura critica per il progresso digitale delle imprese italiane, delle PA e della società. Non sono più soltanto strutture tecnologiche, ma veri e propri motori dello sviluppo economico in grado di abilitare innovazioni che spaziano dall'adozione del cloud computing alla diffusione dell'IA. La crescita dei data center è supportata da solidi fondamentali guidati dalla crescita dei servizi digitali a livello mondiale.
Impatti ambientali
Uno degli aspetti affrontati nella Strategia in esame è quello relative alle tematiche green e agli impatti ambientali, in quanto i data center sono oggetto d'attenzione da parte dell'UE da oltre dieci anni, precisamente dal 2008, con il Reg. CE 2008/1099.
Le definizioni dei data center a livello europeo sono state tracciate di recente dal Reg. UE 1364/2024. La disciplina è stata completata attraverso l'emanazione degli standard europei ISO/IEC TS 22237 che prevedono i requisiti tecnici per la loro costituzione con la suddivisione in Tier (da 1 a 4).
Lo stesso meccanismo di certificazione è previsto dallo standard ANSI/TIA 942 che è la normativa richiamata da AgID nelle “Linee guida per la razionalizzazione dell'infrastruttura digitale delle PA”.
La regolamentazione europea più recente si è concentrata soprattutto sui temi connessi all'aumentata sensibilità verso l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale.
Il Reg. UE 2019/424 sulle specifiche per la progettazione eco-compatibile di server e prodotti di archiviazione dati, in fase di revisione, introduce una serie di procedure per la valutazione, la verifica e la conformità di questo tipo di tecnologie.
Infine, ai sensi della Dir. UE 2023/1791 sull'efficienza energetica, con cui viene istituito un sistema comune per classificare la sostenibilità dei centri dati, ai sensi del Reg. UE 1364/2024 e del D.Lgs. 131/2024, gli operatori di centri dati, anche in colocation e co-hosting, hanno l'obbligo di effettuare e comunicare alla banca dati europea appositamente creata, attraverso il MASE, una serie di dati relativi ai consumi ed una “Rendicontazione di sostenibilità”.
Attrazione degli investimenti
Il documento in commento contempla anche le azioni in campo per una politica d'attrazione degli investimenti, ritenendo che, per acquisire ancora maggiore centralità in questo mercato, vista l'attuale fase in cui ci troviamo, il Paese debba:
A riprova dell'estrema attenzione che l'Italia sta ponendo sul tema dei data center, viene evidenziato che è attualmente all'attenzione della Camera e del Senato della Repubblica un Disegno di Legge (DDL) d'iniziativa parlamentare che mira a definire una normativa generale per lo sviluppo dei centri di elaborazione dati.
Il MIMIT, su impulso e in collaborazione con l'Associazione di categoria IDA, ha promosso nel terzo quadrimestre del 2024 un'azione nei confronti di ISTAT e EUROSTAT per la definizione di un codice ATECO specifico per i DC.
Quest'azione è andata a buon fine e, dal 1° gennaio 2025, è stata introdotta una nota esplicativa all'interno del codice ATECO 63.10 “infrastrutture informatiche, elaborazione dati, hosting e attività connesse” ed in particolare nel codice ATECO 63.10.10, contenente l'indicazione dei data center. Questo, in attesa di avere un codice ATECO specifico ed unitario per i DC con la pubblicazione nel 2027 dei nuovi Codici.
Per semplificare i processi amministrativi e attrarre gli investimenti sul territorio nazionale, il legislatore è intervenuto negli ultimi anni con azioni puntuali e mirate, puntualmente indicate nel documento in commento, nel quale vengono riepilogate tutte le norme di riferimento.
Il MASE, a sua volta, ha messo in campo diversi strumenti per sostenere il settore e la produzione energetica, sia in termini economici che di semplificazione.
Il MIMIT ed il Ministero dell'Università e della ricerca, invece, hanno avviato, nel terzo quadrimestre del 2024, un'interlocuzione per affrontare il tema delle professionalità e in particolare per la costituzione di corsi ad hoc universitari sulle tematiche, ampiamente trasversali, relative alla costruzione e gestione dei data center.
Aree di sviluppo per gli investitori
Il documento in consultazione e qui in commento termina con le conclusioni riguardanti l'identificazione delle aree di sviluppo per gli investitori.
Il 24 aprile 2024, infatti, il MIMIT ha lanciato il portale investinitaly.gov.it, una vera e propria vetrina per rendere più semplici gli investimenti in Italia, la quale presenta una specifica sezione denominata “opportunità localizzative”. Questa sezione accompagna gli investitori nella scelta del migliore territorio, regione per regione, indicando, tra le altre cose, le zone disponibili e la relativa ubicazione.
Questo portale ha rappresentato il primo passo di una mappatura che adesso s'intende potenziare grazie all'utilizzo del Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (SINFI).
Quest'ultimo costituisce il catasto di tutte le infrastrutture fisiche presenti nel soprasuolo e sottosuolo del territorio nazionale che sarà potenziato con funzionalità dedicate allo sviluppo dei data center sul territorio nazionale.
Fonte: Strategia MIMIT per l'attrazione in Italia degli investimenti industriali esteri in data center
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