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venerdì 11/07/2025 • 06:00

Fisco ESG

Reporting di sostenibilità: ruolo strategico dell’assurance

Il Documento di ricerca, “L’importanza dell’assurance nel reporting di sostenibilità”, emanato dal CNDCEC con FNC, tratta un tema che, negli ultimi anni, è stato oggetto di numerosi e, in parte sovrapposti, interventi sul piano delle norme e degli standard professionali. Attualmente i principi di attestazione in vigore sono quelli previsti da SSAE (Italia), integrato da ISAE 3000R e da ISSA 5000.

di Giovanni Borghini - Dottore commercialista e revisore legale

di Marco Bozzola - Dottore commercialista e revisore legale

di Andrea Redeghieri - Dottore commercialista e revisore legale

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  • Tempo di lettura 2 min.
  • Ascolta la news 5:03
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L’analisi del contesto prende le mosse dalla Direttiva (UE) 2025/794, nota come direttiva “Stop the clock”, che ha rinviato l’applicazione di numerosi obblighi relativi alla rendicontazione di sostenibilità. La direttiva risponde all’esigenza di semplificare gli adempimenti previsti dalla normativa europea, riducendo gli oneri amministrativi, particolarmente per le PMI, senza rinunciare al perseguimento degli obiettivi fissati dal Green Deal europeo.

La materia della sostenibilità è in continua, quasi frenetica, evoluzione particolarmente per quanto riguarda i principi di redazione. Nel panorama internazionale, l’Unione europea rappresenta uno dei contesti istituzionali in cui si è maggiormente investito sulla sostenibilità dal punto di vista normativo con l’emanazione di una legislazione specifica e lo sviluppo di propri standard di rendicontazione: gli ESRS. Tuttavia, le difficoltà nell’applicazione delle regole comunitarie, il numero eccessivo di indicatori (KPIs), la loro complessità e la mancanza di prassi consolidate hanno indotto ad un brusco rallentamento, appunto uno Stop the clock, che sposta in avanti di due anni le scadenze previste per gli obblighi di rendicontazione e modifica la platea dei soggetti interessati. Tale differimento coinvolge, per conseguenza, anche gli obblighi di assurance, ovvero la revisione indipendente, sulla rendicontazione di sostenibilità, fondamentale per accrescere la fiducia degli stakeholder sulla reportistica non finanziaria.

In Italia, l’assurance di sostenibilità segue la determina n. RR 13 del 30 gennaio 2025 con la quale la Ragioneria Generale dello Stato ha adottato lo standard SSAE (Italia). Tale principio è stato redatto con il supporto della professione e costituisce un riferimento atteso perché, entrando in vigore per gli incarichi relativi ai periodi amministrativi che iniziano dal 1° gennaio 2024, accompagna l’assurance di sostenibilità nella fase di transizione che porterà all’adozione di principi comunitari.

Il Documento di ricerca si sofferma sulle fasi fondamentali che caratterizzano il processo di attestazione, con particolare riferimento ai seguenti aspetti:

  • gestione dell’incarico, che consiste nella raccolta delle informazioni e nella scelta dei criteri da adottare in relazione al livello di assurance richiesto;
  • pianificazione e valutazione dei rischi, compresa l’analisi di materialità e l’individuazione dei KPIs;
  • valutazione degli impatti sul reporting di sostenibilità, che possono variare in ragione dell’attività svolta dall’impresa;
  • analisi dei controlli, che prevede la verifica dei processi di raccolta e di analisi dei dati;
  • raccolta di evidenze in funzione delle metriche e dei target che l’impresa ha adottato;
  • conclusione, sintetizzata nella revisione finale della relazione, emessa a seguito del feedback ricevuto dal management della società.

Un profilo di particolare interesse che emerge dalla lettura del Documento del CNDCEC riguarda l’importanza assegnata all’assurance volontaria, ovvero quella fornita in assenza di obbligo normativo di rendicontazione. Tale scelta può avere una propria rilevanza strategica perché:

  • favorisce il rapporto banca-impresa, accrescendo il merito creditizio grazie all’integrazione dei criteri ESG nei processi di valutazione del rischio;
  • rafforza l’accountability aziendale nella prospettiva degli stakeholder;
  • prepara le imprese alle sfide future, migliorandone la posizione competitiva e la percezione sul mercato.

In effetti, analogamente a quanto accade per l’informativa finanziaria, l’attività di assurance produce effetti favorevoli in termini di qualità della reportistica, grazie a:

  • verifica della correttezza delle informazioni di sostenibilità;
  • miglioramento dei sistemi di controllo interno e riduzione del rischio di errore;
  • aumento della fiducia e della trasparenza dei dati forniti;
  • maggiore sicurezza e suggerimenti per il miglioramento del reporting ESG.

Tuttavia, occorre prendere atto che la rendicontazione di sostenibilità non presenta ancora un adeguato livello di coerenza e comparabilità. Questa circostanza rende improbabile che revisori e aziende possano raggiungere un livello di reasonable assurance. Questo, verosimilmente, porterà il legislatore europeo a seguire la strada tracciata dal Pacchetto Omnibus che tende a eliminare il passaggio dal requisito di limited assurance a quello di reasonable assurance, nonostante la complessità ed eterogeneità dei dati sulla sostenibilità e la loro connessione con i dati economico-finanziari aziendali possano ingenerare dubbi sull’adeguatezza di una revisione limitata.

In ogni caso, forse proprio per le criticità di contesto, l’assurance del reporting di sostenibilità è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale nella credibilità delle imprese e nel dialogo con gli stakeholder. La complessità della materia rende necessario un rinnovato impegno di formazione, strumenti operativi e pratiche professionali condivise. Proprio per questa ragione il revisore, oltre ad effettuare i controlli tecnici, è chiamato a svolgere un ruolo delicato nel contribuire alla trasparenza dell’informativa della reportistica di sostenibilità delle imprese nel panorama europeo. 

Il volume "L'assurance della rendicontazione di sostenibilità" di Giovanni Borghini, Marco Bozzola e Andrea Redeghieri esamina il tema dell’assurance sull’informativa ESG nel contesto di nuove direttive e standard professionali.

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