venerdì 04/07/2025 • 06:00
La L. 120/2011, cd. Golfo-Mosca, ha rappresentato una svolta importante per l'equilibrio di genere negli organi di amministrazione e controllo. Il suo obiettivo principale era quello di aumentare la presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali, imponendo una quota minima di rappresentanza per il genere meno presente. Di questo si parlerà alla XX edizione del Forum dei Giovani Commercialisti del 4 luglio 2025 presso il Teatro Cinema Rossini di Civitanova Marche.
Il rapporto su “L'equilibrio di genere nelle società a partecipazione pubblica”, pubblicato il 2 maggio 2025 dal Servizio per il Controllo Parlamentare della Camera dei Deputati, evidenzia che i risultati ottenuti, seppur con alcune differenze, sono stati significativi. Nelle società quotate, la presenza femminile ha raggiunto livelli notevoli: alla fine del 2023, le donne rappresentavano oltre il 43% degli amministratori e oltre il 41% dei membri degli organi di controllo. Anche nelle società a partecipazione pubblica si sono registrati progressi: le donne sono passate da occupare, nel 2011, il 15% degli incarichi di controllo nei board collegiali a circa il 30% nel 2019.
Nonostante resti ancora del lavoro da fare per consolidare questi risultati e assicurare un'effettiva parità di accesso e di leadership, anche nelle posizioni apicali e nei modelli di governance monocratici, la legge Golfo-Mosca ha sicuramente favorito un cambiamento culturale e strutturale nella governance delle società quotate e a partecipazione pubblica, incrementando in modo significativo la presenza femminile in settori a predominanza maschile.
Dai risultati positivi emersi dall'applicazione di questa legge, viene quindi da chiedersi quali possano essere gli interventi mirati a valorizzare i giovani all'interno dei medesimi organi, dove spesso vengono nominati professionisti di lunga esperienza, senza valutare l'opportunità generata dal turnover.
I giovani Commercialisti rappresentano un'autentica risorsa strategica, poiché la loro formazione è caratterizzata da una forte multidisciplinarità che li rende attenti sia agli aspetti tradizionali della professione sia alle nuove sfide che il mercato presenta. Essi portano con sé una naturale propensione all'innovazione, una visione aggiornata sulle tematiche di digitalizzazione, sostenibilità e governance, e un entusiasmo che può rivelarsi fondamentale per il rinnovamento delle istituzioni. La presenza di tali professionalità negli organi di controllo delle società pubbliche garantirebbe non solo un controllo di legalità più dinamico ed efficace, un adeguato equilibrio tra intraprendenza ed esperienza, ma anche la possibilità di anticipare e gestire i cambiamenti richiesti da una società sempre più interconnessa e digitale.
Nonostante il loro potenziale, i giovani professionisti si trovano, però, spesso di fronte a barriere significative nel momento in cui cercano di accedere agli incarichi negli organi di controllo delle società partecipate. I criteri di nomina attualmente previsti, infatti, tendono a privilegiare l'esperienza maturata secondo parametri tradizionali, trascurando talvolta la qualità e l'attualità delle competenze acquisite dalle nuove generazioni, mantenendo inoltre le posizioni occupate dalle stesse persone per lunghi periodi.
L'esclusione sistematica delle nuove generazioni da queste attività incentiva l'abbandono del settore pubblico da parte di professionisti qualificati, contribuendo al depauperamento del capitale umano e determinando inoltre un forte rischio di perdita del know how, che non riesce a essere trasferito in modo adeguato alle nuove generazioni di professionisti. Inoltre, un sistema chiuso, in cui la diversificazione anagrafica è assente, rischia di perdere la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Si crea così un circolo vizioso in cui il depauperamento delle conoscenze si traduce in una minore capacità di risposta e di innovazione da parte delle istituzioni.
La necessità, quindi, è quella di promuovere politiche che incentivino il ricambio generazionale, introducendo ad esempio delle quote riservate ai giovani professionisti, da individuarsi nella fascia d'età under 45, per la composizione degli organi di amministrazione e controllo delle società a partecipazione pubblica. Si potrebbero altresì valutare delle attività di affiancamento tra giovani commercialisti e soggetti più esperti, al fine di favorire il trasferimento delle competenze, a beneficio della collettività.
Queste azioni, se ben coordinate, permetterebbero non solo di ampliare le opportunità di accesso per i giovani, ma anche di arricchire il tessuto professionale delle società partecipate con nuove e dinamiche competenze.
Promuovere l'inclusione generazionale non è solo un dovere morale verso i giovani professionisti, ma anche un investimento strategico per il futuro delle istituzioni regionali e locali. Società a partecipazione pubblica caratterizzate da una governance più giovane, competente e motivata, saranno infatti più pronte a cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione ambientale e digitale, e meglio attrezzate per rispondere alle esigenze della società contemporanea.
"Giovani al centro: dalle parole ai fatti", XX edizione del Forum dei Giovani Commercialisti, 4 luglio 2025 presso il Teatro Cinema Rossini di Civitanova Marche. Consulta qui il programma dell'evento. |
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