sabato 28/06/2025 • 06:00
Meta è ancora in tribunale. Lunedì scadono i termini entro cui la holding che detiene Facebook deve pagare una multa al governo della Nigeria: ancora una volta il motivo del contendere sono i dati personali. Il giorno dopo in Europa comincerà la presidenza danese al Consiglio Ue, tutta incentrata sull’agricoltura mentre mercoledì Atene si troverà a fare i conti di 10 anni di austerity proprio ospitando l’alfiere di quelle drastiche imposizioni finanziarie: Angela Merkel. Chiude la settimana l’anniversario della dichiarazione di Helsinki.
Andrea Rinaldi
- GiornalistaMaria Elena Zanini
- GiornalistaLunedì 30 giugno- Meta vs Nigeria
Fine giugno è arrivata e ora Meta deve pagare. Duecento milioni di dollari alla Nigeria. Il colosso statunitense era stato condannato a una multa record dallo stato africano per violazione delle leggi sulla protezione dei dati e sulla concorrenza. E ora minaccia di lasciare il Paese. In una dichiarazione rilasciata venerdì 3 maggio, la FCCPC, un'autorità indipendente del Ministero Federale del Commercio e degli Investimenti, ha respinto fermamente questa minaccia, definendola una "manovra calcolata" volta a provocare una reazione negativa da parte dell'opinione pubblica e a fare pressione sulle autorità affinché cambiassero la loro decisione. Ha ribadito che "minacciare di lasciare la Nigeria non esonera Meta dalle sue responsabilità legali", ribadendo al contempo il suo impegno a garantire un mercato digitale equo e a difendere i diritti dei consumatori. L'indagine, i cui risultati hanno portato alla condanna di Meta lo scorso luglio, ha rivelato che l'azienda e la sua controllata WhatsApp avevano trasferito dati senza consenso, limitato i diritti degli utenti sulle loro informazioni personali, imposto politiche sulla privacy ingiuste e abusato della loro posizione dominante sul mercato. L'Alta Corte aveva fissato la fine di giugno come termine ultimo per il pagamento delle multe da parte di Meta.
Martedì 1° luglio – Priorità all’agricoltura
Oggi la Danimarca assumerà la presidenza del Consiglio Ue per il prossimo semestre. Quale sarà il sestante che la guiderà era già chiaro dalla risposta data dal ministro dell'agricoltura della Danimarca, Jacob Jensen, al suo arrivo al Consiglio europeo Agrifish. “Buona parte del lavoro di semplificazione sarà orientato sulla nuova Politica agricola comune (Pac)”. Che beneficia di risorse pari al 32% del totale del bilancio a lungo termine dell’Ue: circa 387 miliardi, di cui 270 miliardi sono da spendere entro il 2027. Riuscirà la Danimarca a dare una sterzata? Le critiche più dure alla Pac sono quelle di aumentare la burocrazia e di far convergere l’80% dei finanziamenti al 20% degli allevatori e agricoltori europei.
Mercoledì 2 luglio – Atene, la troika e la rinascita
Oggi pomeriggio ad Atene l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel terrà un discorso a dieci anni dal terzo pacchetto di aiuti alla Grecia varato nel luglio 2015. Proprio l’esponente del governo di Berlino aveva rivolto parole al fiele all’esecutivo greco dopo che un referendum aveva bocciato senza appello le misure di risanamento del debito da 350 miliardi chieste dai creditori internazionali. "Tsipras sta mandando la Grecia contro un muro", aveva detto Merkel dell’allora premier greco che aveva indetto la consultazione. Dopo molti negoziati e l’ok a un prestito ponte di 7 miliardi, la Grexit fu scongiurata. Oggi il Paese cresce del 2%, ma la cicatrici di quella crisi sono ancora visibili.
Venerdì 4 luglio - 50 anni dalla firma di Helsinki
Nel 1975, nella capitale finlandese, fu firmata una dichiarazione nota come Atto finale di Helsinki, con l'obiettivo di trovare una soluzione unitaria ai problemi dell'Europa, nonostante la cortina di ferro che, alla fine degli anni Quaranta, aveva diviso il Vecchio Continente tra l'Occidente capitalista e l'Oriente comunista. L'accordo si basava su una serie di principi, tra cui il ritorno a rapporti più distesi e l'astensione dalla violenza, entrambi rigorosamente rispettati. La firma dell'Atto finale della Conferenza di Helsinki è spesso considerata il culmine degli sforzi diplomatici che hanno inaugurato un'era di “distensione”, dall'indomani della crisi cubana della metà degli anni Sessanta all'invasione dell'Afghanistan da parte dell'URSS e all'elezione di Ronald Reagan nel 1980. Mai come adesso è necessario celebrare quell'anniversario.
Sabato 5 luglio- Legoland sbarca a Shanghai
Apre oggi i battenti il più grande parco tematico firmato Lego al mondo, a Shanghai con “otto zone a tema, più di 75 attrazioni interattive, spettacoli e aree di intrattenimento, oltre a migliaia di modelli costruiti con oltre 85 milioni di mattoncini Lego”, il tutto distribuito su una superficie di 318.000 metri quadrati.Dopo anni di perdite finanziarie, nell'agosto 2005 Lego era stata costretta a vendere la maggior parte delle sue azioni di Legoland ad Ameworland. Il marchio Lego continua a detenere il 30% della società. Nel 2005, il Blackstone Group ha acquistato una quota di maggioranza della divisione Legoland. Da allora, Legoland fa parte di Merlin Entertainments, la cui maggioranza è detenuta dal fondo di investimento Blackstone Group.Oggi il gruppo danese ha nettaente voltato pagina: il primo semestre 2024 ha chiuso con un incremento del 13% dei ricavi, che hanno raggiunto 31 miliardi di corone danesi, e un aumento del 14% delle vendite ai consumatori
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