venerdì 06/06/2025 • 10:13
Unioncamere, con il Comunicato stampa 5 giugno 2025, informa che in base al suo osservatorio semestrale la composizione negoziata è raddoppiata. Le istanze e i casi di successo sono in costante aumento e interessano maggiormente le imprese di maggiori dimensioni con fatturati e numero di lavoratori importanti.
redazione Memento
La composizione negoziata raddoppia, cominciando a mostrare tutte le sue potenzialità. Sono 905 le istanze presentate dalle imprese negli ultimi 6 mesi, con una crescita incrementale più che doppia rispetto al periodo novembre 2024 a maggio 2025 (905 contro 410) e dal suo avvio, risalente al novembre 2021, sono quasi 3.000 le istanze presentate.
È quanto mostra l’Osservatorio semestrale di Unioncamere, dove si sottolinea l’aumento considerevole anche dei casi di successo di questo istituto stragiudiziale introdotto per consentire il risanamento delle aziende in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario: 295 a maggio, 90 in più rispetto a novembre 2024. In aumento, di conseguenza, anche il tasso di successo, che nel corso del I trimestre 2025 è pari al 22,5%.
Le istanze e i casi di successo sono in costante aumento e interessano sempre più imprese di maggiori dimensioni con fatturati e numero di lavoratori importanti. Oltre ad essere più grandi, le imprese che portano a termine con successo la composizione negoziata hanno affrontato la crisi dell’impresa in maniera più tempestiva: il 30,5% delle imprese in sofferenza dal mese precedente alla presentazione dell’istanza ha esito favorevole a fronte dell’11,5% di quelle in difficoltà economica da 5 anni.
Il maggior numero di istanze proviene dalla Lombardia (il 24% del totale), seguita dal Lazio (10,5% del totale), dall’Emilia-Romagna (10,1 % del totale) e dal Veneto (9,1% del totale). A livello settoriale, emerge inoltre il maggior utilizzo da parte delle imprese dei servizi e della manifattura.
In crescita, comunque, il tasso di successo nelle regioni del Sud, passato dal 12,5% (maggio 2024) al 17,9%.
Molteplici potrebbero essere i fattori che penalizzano le piccole aziende: una minore cultura finanziaria e della prevenzione delle crisi, advisor meno specializzati, assenza degli adeguati assetti, non adeguata attenzione degli intermediari finanziari nei riguardi dei piccoli debitori.
Come sottolineato dal presidente di Unioncamere, Andrea Prete, bisogna operare affinché anche le imprese più piccole possano cogliere maggiormente le opportunità fornite da questo strumento. E per questo occorre anche far crescere la cultura finanziaria delle Pmi.
Fonte: Com. Stampa 5 giugno 2025
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Francesco Diana
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