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sabato 10/05/2025 • 05:55

Fisco DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Tributi regionali e locali: cosa cambia con la riforma?

Il 9 maggio 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, un Decreto legislativo che introduce disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale. Il Decreto rivede l'ordinamento tributario di regioni, province e comuni. Quali sono le novità?

di Giuseppe Moschella - Dottore commercialista

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Disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale Il Consiglio dei Ministri, su iniziativa del Ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, ha dato via libera, in esame preliminare, a un Decreto legislativo che introduce nuove disposizioni sui tributi regionali e locali e sul federalismo fiscale a livello regionale. Il provvedimento mira a garantire agli enti territoriali una maggiore autonomia fiscale e a semplificare gli obblighi per cittadini e imprese. Analogamente a quanto già previsto per i tributi statali, il Decreto consente agli enti territoriali di promuovere l'adempimento spontaneo attraverso strumenti concreti, quali: premi per i contribuenti che utilizzano l'addebito diretto in conto corrente; invio di comunicazioni di compliance e avvisi bonari prima dell'avvio di accertamenti; possibilità di ricorrere a modalità agevolate di definizione, con riduzioni su sanzioni e interessi. Per quanto riguarda le regioni, viene introdotto l'avviso di accertamento esecutivo, che rende più rapida la riscossione, e si semplifica la gestione della tassa automobilistica. Per le province, il gettito dell'Imposta Provinciale di Trascrizione verrà attribuito all'ente dove l'attività è effettivamente svolta, e non solo dove si trova la sede legale. Per i comuni, sono previste sanzioni più proporzionali per IMU, TARI, imposta di soggiorno e contributo di sbarco, oltre alla semplificazione degli adempimenti IMU tramite un Unico Modello telematico. Per il periodo 2025-2027, la percentuale delle somme maggiori accertate e riscosse destinata ai comuni viene portata dal 50% al 100%, con l'obiettivo di rafforzare la partecipazione degli enti locali al contrasto dell'evasione fiscale. Cosa cambia con la riforma? Il Decreto legislativo di riforma dei tributi locali, nel dettaglio, prevede: la possibilità, per i tributi comunali, di avvalersi del ravvedimento operoso anche quando sono già iniziate le verifiche da parte dell'ente impositore; l'allineamento della disciplina IRAP con quella dell'addizionale regionale: l'aliquota base IRAP passa dallo 0,90% all'1,23%. Il Decreto prevede, inoltre, la possibilità, per le regioni, di stabilire in autonomia le esenzioni in relazione a determinati requisiti reddituali; la riduzione a 60 giorni dei termini per avviare le azioni esecutive dopo la notifica dell'atto di accertamento; la possibilità anche per gli enti territoriali di inviare lettere di compliance ai contribuenti, con l'obiettivo di favorire l'adempimento spontaneo; una maggiore flessibilità per le regioni nella gestione dell'addizionale regionale IRPEF; per le violazioni commesse dal 1° gennaio 2026, una riduzione delle sanzioni per chi omette di presentare la dichiarazione o la presenta infedele. In particolare, il Decreto prevede per IMU, TARI, imposta di soggiorno e contributo di sbarco: una sanzione del 100% in caso di omessa dichiarazione e, in caso di dichiarazione infedele, una sanzione del 40%. Per il tributo speciale per il deposito in discarica, invece, il Decreto prevede: una sanzione del 200% in caso di omessa registrazione e, in caso di infedele registrazione, una sanzione del 150%; per coloro che accettano l’addebito diretto dei tributi locali sul proprio conto corrente, oltre alla riduzione fino al 20% prevista dalla normativa vigente, la nuova disciplina introduce la possibilità di applicare lo sconto sia in misura fissa sia percentuale; la presentazione della dichiarazione TARI obbligatoria entro 90 giorni dall'inizio del possesso (non più entro il 31 dicembre dell'anno successivo); una revisione della dichiarazione IMU per gli Enti del Terzo Settore (ETS); la semplificazione della disciplina sul capitale sociale richiesto per l'iscrizione, che dovrà rispettare il Codice civile, senza più l'obbligo di versamento integrale in denaro o di garanzie specifiche; l'aggiornamento delle regole per l'iscrizione e la composizione della Commissione per l'Albo dei riscossori e l'introduzione dei rappresentanti degli enti locali e dei soggetti iscritti; il versamento in un'unica soluzione del bollo auto: dal 1° gennaio 2026, scompariranno le attuali scadenze fisse a favore di un’unica data di pagamento personalizzata. Il bollo dovrà essere pagato anche in caso di fermo amministrativo. Responsabilità erariale Il Consiglio dei Ministri ha, inoltre, approvato un Decreto Legge che prevede la proroga dal 30 aprile al 31 dicembre 2025 del termine stabilito dall'art. 21, comma 2, Decreto-Legge 16 luglio 2020, n. 76, in materia di responsabilità erariale. La normativa oggetto di proroga, applicabile anche ai fatti commessi tra il 30 aprile 2025 e la data di entrata in vigore del nuovo Decreto Legge, prevede che la responsabilità erariale sia limitata ai casi in cui il danno sia stato causato con dolo da parte dell'agente. Tale limitazione non si applica, tuttavia, quando il danno deriva da omissione o inerzia del soggetto responsabile. ...

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