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lunedì 17/03/2025 • 06:00

Lavoro Garanzie legali estese

Tutele familiari: potenziate dalla Legge organica del diritto di difesa

In base alla Legge organica del diritto di difesa si rafforzano le tutele familiari: coniuge, partner convivente e parenti fino al secondo grado non possono subire ritorsioni se il lavoratore segnala o denuncia illeciti in azienda. Il provvedimento incentiva così una maggiore trasparenza.

di Andrea Sticca - Avvocato in Roma e Venezia

+ -
  • Tempo di lettura 1 min.
  • Ascolta la news 5:03

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La Legge Organica del Diritto di Difesa (novembre 2024) amplia la gamma delle tutele familiari, offrendo maggiore protezione a coniuge, partner convivente e parenti fino al secondo grado di un lavoratore che denuncerà illeciti o scorrettezze commesse dal datore di lavoro. L'obiettivo principale è creare un contesto in cui il dipendente, consapevole di non poter subire ritorsioni né in prima persona né tramite i propri familiari occupati nella stessa azienda, sia incentivato a segnalare eventuali violazioni di legge o di contratto. Questa evoluzione normativa contribuisce a rafforzare la cultura della prevenzione e della trasparenza, promuovendo ambienti di lavoro più equi.

Estensione dei soggetti protetti

Prima di questo intervento normativo, le garanzie contro le ritorsioni riguardavano per lo più il singolo lavoratore che presentava la denuncia o la segnalazione. Con la nuova legge, i soggetti tutelati si ampliano in maniera significativa:

  • coniuge: il vincolo matrimoniale determina una protezione diretta e automatica
  • partner convivente: l'inclusione del partner che coabita con il denunciante risponde alla necessità di adeguare la normativa alle forme attuali di vita familiare
  • parenti entro il secondo grado: fratelli, sorelle, nonni, nipoti (in linea retta o collaterale), purché dipendenti della stessa azienda o gruppo societario, rientrano tra i beneficiari delle tutele.

In questo modo, l'impresa non può adottare ritorsioni come il licenziamento, la riduzione delle ore di lavoro, il demansionamento o l'esclusione da benefit esclusivamente per colpire la cerchia familiare del denunciante.

Perché ampliare le tutele familiari?

Le segnalazioni di illeciti in ambito lavorativo rappresentano un elemento chiave per il corretto funzionamento di un sistema di controlli interni, oltre che per la difesa dei diritti fondamentali. Numerosi studi delle associazioni di categoria evidenziano come il timore di ripercussioni sui familiari sia uno dei principali deterrenti alla denuncia di pratiche scorrette. L'introduzione di queste tutele familiari rafforzate:

  1. incentiva il flusso di segnalazioni: i lavoratori sanno di poter contare su una protezione più ampia e non temono conseguenze indirette
  2. riduce il rischio di abusi: sapendo che l'azienda non può esercitare pressioni sui familiari, il sistema di prevenzione risulta più efficace
  3. promuove la responsabilità sociale d'impresa: un ambiente di lavoro in cui ogni membro è consapevole dei propri diritti (e di quelli delle persone a lui vicine) favorisce relazioni trasparenti e collaborative.

Tabella comparativa: prima e dopo la Legge Organica

Aspetti principali

Prima

Dopo

Destinatari della tutela

Solo il lavoratore che denuncia

Lavoratore, coniuge, partner convivente e parenti entro il secondo grado

Tipologia di protezione

Divieto generico di licenziamento ritorsivo

Protezione rafforzata: divieto di qualsiasi provvedimento punitivo

Inquadramento sanzionatorio

Limitato alle sanzioni previste in via generale

Procedure dedicate per valutare la connessione tra denuncia e ritorsione

Impatto sulle segnalazioni

Denunce spesso limitate dal timore di conseguenze sui familiari

Aumento delle segnalazioni grazie a una copertura estesa

Come emerge da questa sintesi, l'elemento di novità risiede proprio nella protezione estesa a figure tradizionalmente escluse da tutele specifiche.

Come riconoscere le azioni di ritorsione

Per comprendere la portata delle nuove tutele familiari, è utile definire quando un atto può essere considerato ritorsivo. In generale, le azioni che suscitano sospetti di ritorsione includono:

  • Licenziamenti o non rinnovi apparentemente immotivati, avvenuti dopo la denuncia.
  • Trasferimenti forzati e disagi logistici non giustificati da reali esigenze produttive.
  • Riduzione della retribuzione o dei benefit in modo selettivo rispetto ad altri dipendenti.
  • Isolamento lavorativo o mancato accesso a risorse fondamentali per lo svolgimento delle mansioni.

Se tali eventi riguardano il familiare del denunciante, e si verifica una coincidenza temporale o una correlazione evidente con la segnalazione, diventa plausibile l'ipotesi di ritorsione.

Strumenti operativi per far valere le tutele

Le disposizioni della Legge Organica del Diritto di Difesa propongono diversi mezzi concreti a cui il lavoratore e i suoi familiari possono ricorrere per contrastare eventuali abusi. Di seguito, i principali:

  1. Clausole di salvaguardia nei contratti collettivi
    • Molte categorie professionali hanno negoziato o stanno negoziando clausole che recepiscono il divieto di ritorsione verso i familiari del denunciante.
    • Alcuni contratti collettivi possono prevedere l'obbligo per l'azienda di istituire un canale di segnalazione anonimo o riservato.
  2. Supporto sindacale e associazioni di categoria
    • I lavoratori possono rivolgersi a sindacati o enti specifici per ottenere assistenza nella redazione degli esposti e nella successiva tutela legale.
    • Le organizzazioni di categoria offrono consulenze e sportelli informativi per indirizzare il dipendente verso azioni tempestive a difesa dei familiari.
  3. Intervento dell'Ispettorato del Lavoro
    • Sulla base delle nuove regole, l'Ispettorato del Lavoro può avviare verifiche mirate quando esistono segnalazioni di provvedimenti sospetti nei confronti di familiari.
    • Gli ispettori hanno il potere di raccogliere documentazione interna, ascoltare testimoni e imporre prescrizioni correttive all'azienda se individuano profili di irregolarità.
  4. Protezione rafforzata in sede giudiziaria
    • L'atto di ritorsione nei confronti dei familiari fornisce un presupposto per richiedere l'applicazione di misure d'urgenza (ad esempio, un provvedimento cautelare).
    • La legge prevede una corsia preferenziale per le cause in cui si ravvisano condotte discriminatorie o ritorsive nei confronti di chi ha denunciato irregolarità.

La combinazione di questi strumenti operativi consente ai lavoratori e ai loro cari di agire con maggior rapidità ed efficacia. Il ricorso a canali istituzionali, sindacali e legali accelera l'individuazione dei comportamenti illeciti e garantisce una risposta tempestiva, limitando i danni e scoraggiando ulteriori intimidazioni.

Conclusioni

L'ampliamento delle tutele familiari risponde all'esigenza di rendere la denuncia di illeciti un atto sicuro e privo di ritorsioni, dirette o indirette. Il beneficio è duplice: da un lato, si tutelano i diritti dei singoli lavoratori e dei loro familiari, dall'altro si promuove un ambiente aziendale più trasparente, in cui l'emersione di condotte irregolari risulti più agevole. Le associazioni dei datori di lavoro e le organizzazioni sindacali valutano positivamente la norma, soprattutto perché offre un quadro chiaro e limita il rischio di abusi. Per rendere pienamente efficaci queste misure, sarà determinante la diffusione di una cultura del rispetto, insieme a un sistema di controlli rapidi.

Con l'adozione della Legge organica del diritto di difesa, l'ordinamento italiano compie un passo in avanti nel campo delle garanzie collettive e individuali, rendendo i lavoratori e i loro congiunti maggiormente tutelati nell'esercizio di un diritto fondamentale: la segnalazione di ingiustizie e violazioni.

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