lunedì 10/03/2025 • 06:00
Il presidente Trump ha esteso la sua battaglia commerciale al settore agroalimentare, annunciando nuovi dazi del 25% sui prodotti agricoli a partire dal 2 aprile 2025. Le nuove misure colpiranno l'export italiano, con una possibile riduzione delle esportazioni del 16%.
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Trump annuncia nuove tariffe sul settore agricolo
Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato l'introduzione di nuove tariffe sui prodotti agricoli, che entreranno in vigore a partire dal 2 aprile 2025.
Trump aveva già annuncio di voler introdurre dazi del 25% sui prodotti europei esportati negli USA, a partire dal mese di aprile. Pochi giorni dopo ha fatto seguito la comunicazione della decisione di introdurre dazi del 25% sulle importazioni di alluminio e acciaio europei, a partire dal 12 marzo.
A fronte delle decisioni prese dal Presidente USA, si attendono le contromisure che potrebbe adottare l'Unione europea. Dato che la politica commerciale e tariffaria rientra nella competenza di Bruxelles, l'Unione europea potrebbe decidere di aprire un tavolo negoziale. Nell'attuale fase di stallo dell'Organizzazione mondiale del commercio, la minaccia di una denuncia e di un giudizio arbitrale non sortisce un effetto di deterrenza nei confronti degli Stati Uniti. È probabile invece che verranno ripristinati, a partire dall'1° aprile, una serie di dazi selettivi introdotti durante il primo mandato di Trump e che colpiscono alcuni prodotti bandiera del Made in USA, come Harley Davidson, i jeans Levi's, il whisky bourbon e il succo d'arancia. Si tratta di dazi che erano stati introdotti da Bruxelles nel 2018 in risposta alle tariffe USA su alluminio e acciaio, sospesi fino al prossimo aprile a seguito di negoziati condotti dall'amministrazione Biden. Questi dazi potrebbero ora essere riattivati, insieme a nuove altre tariffe.
Impatto sulle esportazioni italiane ed europee
Le misure annunciate avranno un impatto significativo sull'export italiano: i primi studi pubblicati dal National Board of Trade svedese prevedono una riduzione delle esportazioni del 16% per le imprese italiane, con un impatto dell'ordine di un punto percentuale per il Pil delle economie più dipendenti dalle esportazioni, come Italia e Germania.
Attualmente per l'Italia, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di destinazione delle vendite al di fuori dell'Unione europea, sono, infatti, oltre il 10% delle nostre importazioni rivolte agli USA.
Secondo le stime condotte da Prometeia, se l'aumento del 10% delle tariffe interesserà soltanto i prodotti già tassati alla frontiera USA, per l'Italia il costo aggiuntivo supererà i 4 miliardi di dollari, con un impatto più significativo per il sistema moda. Se Trump optasse, invece, per un aumento delle tariffe generalizzato per tutti i beni italiani esportati, i costi supererebbero i 9 miliardi e in questo scenario sarebbe la meccanica a soffrire di più.
Incertezza sulle nuove tariffe agroalimentari
Il messaggio lanciato da Trump ha esteso la battaglia commerciale al settore agroalimentare, ma non lascia intendere quali settori saranno colpiti, né se vi saranno eccezioni. Inoltre, non è ancora chiaro se le nuove tariffe rientrino nei dazi reciproci che intende imporre a tutti i partner commerciali, Unione europea compresa.
Al contrario, la politica di Trump è fortemente protezionistica. Il presidente USA intende bloccare le dinamiche del mercato internazionale con l'idea di favorire i prodotti americani nel mercato interno. Come è già evidente questo va a cambiare il quadro complessivo con ovvie ripercussioni sul mercato internazionale, che si ribalteranno probabilmente anche sull'economia nordamericana.
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Vincenzo Cristiano
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