sabato 22/02/2025 • 06:00
Lunedì cade il terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Tre anni di guerra costati la morte di 80 mila soldati ucraini e circa 500 mila russi e uno scenario geopolitico ed economico, completamente cambiato. Martedì Stellantis presenta i conti del 2024 mentre Eni giovedì dà il via al nuovo Piano Strategico. La settimana si chiude con il meeting dei soci del Banco Bpm che si dovranno esprimere su Anima.
Andrea Rinaldi
- GiornalistaFabio Sottocornola
- Giornalista economicoLunedì 24 febbraio – Tre anni di guerra
Cade oggi il terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Tre anni di guerra costati la morte di 80 mila soldati ucraini e circa 500 mila russi senza contare gli oltre 10 mila civili uccisi. Donald Trump sembra voler fare sul serio nel porre fine al conflitto, anche l’estromissione dai negoziati con Putin del governo di Kiev e dell’Unione Europea non promette bene, anche se il segretario di Stato Usa Marco Rubio promette di coinvolgere i leader Ue nel caso le trattative si rivelino promettenti. Il confronto si tiene a Riad e non è escluso che l’Arabia Saudita venga coinvolta anche nei colloqui con Washington sul futuro della Striscia di Gaza. Trump potrebbe in un colpo solo risolvere due conflitti. Bisogna vedere a che prezzo.
Mercoledì 26 febbraio – Conti annuali per Stellantis
Nel 2023 Stellantis ha venduto nel mondo 6,16 milioni tra auto e veicoli, realizzando un fatturato di quasi 190 miliardi di euro per un utile di 18,6 miliardi. La domanda è molto semplice: lo scorso anno il gruppo è riuscito a fare meglio? La risposta arriva oggi con la presentazione de dati di bilancio 2024 mentre l’azienda continua a rimanere senza un ceo globale, dopo l’uscita di Carlo Tavares e mentre il presidente John Elkann è al lavoro sull’organigramma di prima linea dei top manager. Nome ne sono girati diversi, tra i nuovi come Antonio Filosa o Maxime Picat e quelli già noti (tipo Mike Manley e Richard Palmer). Intanto, in Italia sembra continuare la luna di miele tra il carmaker e il governo, dopo gli scontri con il vecchio ceo e nell’attesa che Elkann il 19 marzo vada in audizione al Parlamento. Il Piano Italia, presentato in dicembre deve essere implementato. Sarà difficile arrivare in tempi rapidi a un milione di auto prodotte dalle attuali 400 mila. Ma quel che conta è partire.
Nvidia alla prova de trimestre
C’è qualcosa all’orizzonte che potrà fermare la cosa dei titoli tech della Silicon Valley? Nvidia presenta i dati del quarto trimestre e la corsa a Wall Street del titolo pare inarrestabile. La seconda società al mondo per capitalizzazione, dietro Apple con un valore di 3.370 miliardi di dollari, nell’ultimo anno ha guadagnato il 105%, grazie alla fame del mercato per i suoi microchip, mattoncini indispensabili per costruire l’intelligenza artificiale. Anche se da Oriente sta arrivando qualche nuvola. La startup DeepSeek sembra pronta ad avviare una campagna per diventare indipendente dalle forniture del colosso Usa, sviluppando internamente i semiconduttori necessari. E soprattutto, i cosiddetti chip di inferenza in grado di fornire le risposte alle domande degli utenti. Dovrebbero essere pronti per il 2026 ed è già partita una nuova corsa dove non c’è Nvidia ma anche (chi si rivede) la cinese Huawei.
Giovedì 27 febbraio – Eni presenta il nuovo piano strategico
Al mercato piace la strategia “Satellite” del gruppo, con le controllate Enilive o Plenitude capaci di creare valore. Analisti e osservatori si aspettano buone notizie dalla recente scoperta in Namibia. Sono alcuni degli aspetti più rilevanti che riguardano il Cane a sei zampe alla vigilia del nuovo Piano industriale 2025-28 su cui oggi viene alzato il velo. Secondo l’analisi di Intermonte, anche se ci muoviamo in uno scenario macro ancora volatile, l’Eni rimane una società sottovalutata in Borsa ai prezzi attuali: quindi c’è la speranza che arrivi altro valore dal gruppo. Ma tra le righe del business plan sarà importante capire quanto il colosso italiano degli idrocarburi sta facendo sul percorso della transizione energetica. Un’autentica traversata nel deserto che si sta rivelando, per tutte le big del settore, lunga e discontinua: molte aziende dell’oil&gas, Eni compresa, usano ancora l’aumento della produzione di combustibili fossili come uno dei parametri per stabilire la retribuzione dei top manager.
Venerdì 28 febbraio – L’assemblea di Banco Bpm per Anima
Prima Iss poi Glass Lewis. I principali proxy advisors si sono pronunciati per un voto a favore da parte degli azionisti. Oggi il Banco Bpm chiama a raccolta i soci per approvare l’aumento (a sette euro per azione) del prezzo di offerta per Anima. Un rilancio “sicuramente significativo” ma anche “quasi certamente necessario visto che le azioni di Anima negli ultimi mesi sono state costantemente scambiate al di sopra del prezzo dell'offerta originaria”. Nel frattempo, arriva una valutazione anche rispetto all’offerta di Unicredit sul Banco “non più attraente” visto che manca un premio significativo, dicono gli esperti di Glass Lewis. Tra le due banche milanesi, e i loro ceo Giuseppe Castagna e Andrea Orcel, lo scontro è arrivato a livelli di guardia come raramente si vedono negli ovattati salotti della finanza. E sicuramente non è ancora finito.
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