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lunedì 17/02/2025 • 12:05

Fisco Dall’Agenzia delle Entrate

Franco valuta: quando l'operazione non rientra nella cessione all'esportazione

L'Agenzia delle Entrate, con Risp. 14 febbraio 2025 n. 34, ha chiarito che in assenza di un impegno contrattuale tra impresa italiana e cliente estero, l'eventuale cessione delle merci esportate durante la loro permanenza all'estero non assume rilevanza ai fini dell'IVA per difetto del requisito della territorialità.

a cura di

redazione Memento

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Con la risposta n. 34 del 14 febbraio 2025, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che l'invio dei propri beni in uno Stato extraUE in regime franco valuta per essere successivamente ceduti al cliente realizza una cessione all'esportazione quando avviene in virtù dell'impegno contrattualmente vincolante assunto ab origine dalle stesse parti. Se, invece, un simile impegno non è riscontrabile, l'eventuale cessione delle merci esportate durante la loro permanenza all'estero non assume rilevanza ai fini dell'IVA per difetto del requisito della territorialità, non essendo più i beni nel territorio dello Stato (cfr. art. 7bis c. 1 DPR 633/72 e Circ. 15 luglio 1999 n. 156/E). Tale operazione, non costituendo cessione all'esportazione, non concorre alla formazione del plafond.

Si ricorda che un'operazione di c.d. esportazione franco valuta è un'operazione mediante la quale un soggetto passivo stabilito nel territorio dello Stato trasferisce propri beni dall'Italia verso uno Stato extraUE, in assenza di un passaggio di proprietà degli stessi e, dunque, senza percepire alcun corrispettivo a tale titolo. In sostanza, una volta a destinazione, i beni continuano a essere di proprietà del soggetto passivo italiano, presupposto che impedisce di considerare l'operazione come una cessione all'esportazione nei termini descritti dall'art. 8 DPR 633/72 (cfr. Ris. 21 luglio 2008 n. 306/E).

Nel caso di specie, la società istante ALFA Società svolge attività agricola e produce vini confezionati di notevole pregio, poi commercializzati direttamente dall'azienda anche all'estero. Al fine di rendere più celere ed economica l'esportazione dei propri vini verso gli Stati Uniti, la società vorrebbe effettuare l'operazione con una fattura proforma in franco valuta intestata all'importatore, tramite cui la merce verrebbe sdoganata con una bolla collettiva e solo in seguito emettere, a nome dei singoli clienti, le singole fatture dirette (SDI) non imponibili ex art. 8 DPR 633/72.

Nell'attesa di essere vendute, le bottiglie saranno stoccate presso un magazzino in USA riferibile all'importatore, sulla base di un contratto di logistica preventivamente concluso tra le parti.

Come chiarito dall'AE, l'operazione non presenta i caratteri propri di una cessione all'esportazione. All'atto delle singole cessioni nei confronti dei clienti privati americani, la società è tenuta a emettere fattura fuori campo IVA per difetto del presupposto territoriale ai sensi degli artt. 7bis e 21 c. 6bis lett. b) DPR 633/72.

Fonte: Risp. AE 14 febbraio 2025 n. 34

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