sabato 01/02/2025 • 06:00
L’Ivass lunedì fa chiarezza sul caso Fwu con le associazioni di consumatori: a rischio 110 mila risparmiatori italiani. Martedì comincia il valzer delle trimestrali bancarie: accendono i fari Ubs e Bnp Paribas, a seguire le altre banche del Vecchio continente. Giovedì la Bank of England decide se iniziare già a ridurre il tasso di riferimento (attualmente al 4,75%) o aspettare.
Andrea Rinaldi
- GiornalistaFabio Sottocornola
- Giornalista economicoLunedì 3 febbraio – L’Ivass fa luce su Fwu
Evitato d’un soffio il crac delle polizze di Eurovita, la compagnia salvata da diversi Cavalieri bianchi e oggi rinata sotto le ali di CronosVita, ecco che si affaccia una nuova crisi. Quella di Fwu, 110 mila i clienti italiani coinvolti, arriva dalla Germania per il tramite del Lussemburgo e oggi l’Ivass, autorità del settore, farà maggiore chiarezza con le assicurazioni di consumatori. Anzitutto, c’è da capire che cosa rischiano i risparmiatori italiani, ricordando che nel settore non opera il meccanismo di protezione del Fondo di garanzia bancario, che permette il recupero fino a 100 mila euro. Sarà anche da capire come i regolatori europei si siano lasciati sfuggire l’ennesimo caso di insolvenza.
Martedì 4 febbraio – 80esimo della Conferenza di Jalta
4 febbraio 1945: le sorti del mondo vengono decise nella settimana tra il 4 e l’11 del mese da Roosevelt, Churchill et Stalin nella Conferenza di Jalta, in Crimea, per definire gli accordi sull'assetto politico internazionale alla fine della Seconda guerra mondiale. Purtroppo, però emersero numerosi disaccordi che sfociarono nella Guerra Fredda. Oggi siamo di fronte alla caduta del Multilateralismo che aveva sancito la fine dei due blocchi contrapposti. Le tensioni sono tornate, sta al nuovo presidente Usa Donald Trump provare a superare la rivalità Occidente-Oriente.
Martedì 4 febbraio – Iniziano le trimestrali bancarie
Comincia la danza delle trimestrali bancarie: accendono le micce Ubs e Bnp Paribas e a seguire tutte le altre del Vecchio continente. Nei conti vedremo soprattutto quanto le banche faranno contenti i loro azionisti. Il 2024 d’altronde, senza fusioni, è stato un anno di alto rendimento: sono stati completati circa 45 miliardi di euro in buyback, distribuiti 19 miliardi di euro in acconti sui dividendi con altri 69 miliardi di euro attesi in dividendi finali per l’inizio del 2025.
Giovedì 6 febbraio – La Banca d’Inghilterra decide sui tassi
Ultima tra le grandi banche centrali, oggi la Bank of England decide se iniziare già a ridurre il tasso di riferimento (attualmente al 4,75%) o aspettare a muoversi nei prossimi mesi. Mentre l’inflazione (2,5%) non è ancora sotto controllo e l’aumento dei salari (più 5,6% a dicembre) esclusi i bonus, è una notizia preoccupante, secondo diversi osservatori. Senza contare il recente indebolimento della sterlina e l’allarme sul debito pubblico: insomma, un’economia che si muove a fatica, per cui molti danno la colpa a Rachel Reeves, cancelliera dello Scacchiere sempre difesa dal premier Starmer. Adesso la mossa tocca al governatore Andrew Bailey.
Domenica 9 febbraio – Elezioni in Germania, il primo confronto tra i leader
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la cacciata fuori dal governo di Christian Linder, ministro delle Finanze liberale. Ma non è bastato a frenare la crisi dell’esecutivo “Semaforo” dai tre colori (rosso per la Spd, verde dei Verdi, arancione dei liberali Fpd. Così la Germania si è avviata alle elezioni anticipate del 23 febbraio che, stando ai sondaggi, hanno già un potenziale vincitore: Friedrich Merz, leader della Cdu-Csu che oggi affronta (l’ex) cancelliere Olaf Scholz della Spd nel primo confronto televisivo. Molto lontane le posizioni, proprio sull’economia dove Merz chiede rigore e attenzione ai conti, mentre per la sinistra bisogna rilanciare l’economia nazionale. Con più spesa pubblica.
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