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sabato 18/01/2025 • 06:00

Lavoro Gestione rapporti di lavoro

Settore Terziario: quale CCNL conviene applicare?

Tra i CCNL principali del settore del Terziario ci sono significative differenze, in particolare riguardo alla retribuzione mensile media. Nell’applicazione dei CCNL occorre prestare attenzione ai diversi trattamenti retributivi e normativi.

di Marco Micaroni - Responsabile Relazioni Industriali di Autostrade per l'Italia s.p.a.

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  • Tempo di lettura 7 min.
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Un’interessante ricerca dal titolo “CCNL e Competizione contrattuale nel settore terziario”, effettuata dall’Università di Economia Roma Tre e Labchain (Centro universitario di studi avanzati su blockchain, innovazione e politiche del lavoro) e pubblicata a fine dicembre 2024, consente di toccare in concreto, in un comparto così importante come quello analizzato, le sensibili differenze che possono esserci applicando un contratto collettivo piuttosto che un altro.

L’analisi comparativa tocca i 4 principali contratti collettivi nazionali di riferimento, tutti regolarmente registrati al CNEL, e più precisamente:

  • Il CCNL Confcommercio, firmato dalle associazioni sindacali Filcams – Cgil, Fisascat – Cisl, Uiltucs – Uil (cod. CNEL – INPS H011)
  • Il CCNL Anpit, Aifes, Confimprenditori, Unica, con Cisal Terziario e Cisal (cod. CNEL – INPS H024)
  • Il CCNL Cifa, sottoscritto con Confsal (cod. CNEL – INPS H03A)
  • Il CCNL Federterziario, firmato con UGL Terziario (cod. CNEL – INPS H02P).

La ricerca è sviluppata in due sezioni: nella prima l’analisi si concentra sulle differenze della retribuzione mensile media, comparando cinque specifiche figure professionali particolarmente rappresentative del settore, nella seconda l’indagine si sofferma sulle diversità rispetto ai principali trattamenti economico/normativi.

Infine, lo studio effettua un focus di approfondimento sui compensi spettanti a chi viene assunto con l’istituto dell’apprendistato professionalizzante nei diversi ccnl.

Vediamo in dettaglio i principali risultati emersi.

La retribuzione mensile media: differenze retributive tra CCNL 

Rispetto ai differenziali retributivi, prendiamo ad esempio due delle posizioni professionali analizzate: il “commesso addetto alla vendita” e il “capo-reparto”.

Gli scostamenti nelle retribuzioni – mettendo a confronto la figura nelle diverse declaratorie dei CCNL - sono consistenti:

  • per il commesso, il divario raggiunge quasi 415 euro mensili (dal CCNL ConfCommercio, che prevede un minimo pari a € 1.718,75, si scende ai 1.304,55 euro del ccnl Anpit, passando per i 1.649, 24 euro del ccnl Federterziario e i 1.650, 11 euro del CCNL Cifa);
  • per il capo-reparto il gap scende a circa 155 euro mensili ( dai 2.147,72 euro del CCNL Confcommercio si arriva ai 1.992,39 euro del ccnl Anpit, con i valori intermedi pari a 2.046,92 per il ccnl Federterziario e 2.033,22 euro di quello Cifa).

Le differenze nei principali trattamenti economico/normativi

L’indagine analizza attentamente le ulteriori principali previsioni contrattuali rispetto ad alcuni fondamentali istituti.

Più in dettaglio:

  • le differenze nelle maggiorazioni economiche: se per il lavoro straordinario entro e non oltre le 48 ore non emergono differenze, delta percentuali di una certa rilevanza affiorano in riferimento alle maggiorazioni legate al lavoro notturno, straordinario festivo e festivo diurno (le differenze massime tra i ccnl sono del 5% per i primi due istituti e del 16% per l’ultimo). Ancor più nette le differenze massime registrate sullo straordinario notturno (20%) e lo straordinario festivo notturno (34%);
  • le differenze nella maturazione dei permessi retribuiti: Il Ccnl Confcommercio prevede un totale di 104 ore annue (comprensive delle 32 ore relative alle ex festività), che diventano 32 ore totali per il ccnl Anpit, 48 ore per il ccnl Cifa, e 60 ore per il ccnl Ugl. Trasformati in controvalore economico annuo, lo studio evidenzia come tali differenze, per un commesso addetto alla vendita, arrivano a valere 822,64 euro annue;
  • le mensilità aggiuntive: la quattordicesima mensilità è prevista nei ccnl Confcommercio e Federterziario, gli altri due contratti collettivi nazionali non ne prevedono l’erogazione;
  • i costi relativi alla bilateralità: tutti i contratti considerati prevedono la costituzione di Enti bilaterali sia a carattere nazionale che territoriale, per lo svolgimento di funzioni di supporto, studio e formazione. I costi hanno valori differenti, sia rispetto al contributo del lavoratore che a quello aziendale. Sommando le due cifre, per un lavoratore con inquadramento medio, il contratto collettivo che dedica più risorse a tal titolo, a livello annuo, è quello del Federterziario (€ 192,96), seguito in ordine decrescente da Cifa (€ 118,81), Anpit (€ 108), Confcommercio (€36,09).

Il trattamento economico/normativo dell’apprendistato professionalizzante

L’approfondimento si sofferma infine sulle differenze retributive di un apprendista inquadrato come addetto alla vendita. Il delta retributivo è notevole: prendendo i due estremi, la RAL di un lavoratore inquadrato con il CCNL Confcommercio sarà di 22.419,04 euro, che diventano 13.875,62 euro per chi applicherà il CCNL Anpit.

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