martedì 05/11/2024 • 06:00
Pubblicato l'aggiornamento Taric 2025, con nuovi codici doganali per diverse tipologie di prodotti. Dal 1° gennaio 2025 sarà applicabile la nuova classificazione doganale, con numerose novità per le imprese che operano nel commercio internazionale.
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Taric 2025
Dal 1° gennaio 2025 entra in vigore la nuova classificazione doganale dell'Unione europea, con numerose novità per le imprese attive nel commercio internazionale.
Con il Regolamento di esecuzione UE 2024/2522, la Commissione europea ha aggiornato, come ogni anno, la Nomenclatura Combinata e la Taric per il 2025. L'aggiornamento annuale della classificazione doganale delle merci consente di adeguare i codici tariffari all'evoluzione e alle nuove esigenze degli scambi commerciali, tenendo conto dell'evoluzione del mercato internazionale e dei progressivi sviluppi tecnologici e commerciali.
Il nuovo Regolamento di esecuzione prevede l'introduzione di nuove voci doganali e l'ammodernamento di quelle attuali. Il legislatore UE ha infatti introdotto nuovi codici doganali per il pesce fresco e congelato (voci 0302, 0303, 0304 e 0305), per i pomodori (voce 0702), per gli oli minerali (voce 2710) e per alcuni prodotti chimici organici (voci 2903, 2929, 2930 e 2931), oltre ai concimi (voce 3102), ai cascami di legno (voce 4401) e ai pannelli di fibra o legno (voce 4411). Nuove voci doganali anche per le parti riconoscibili destinate esclusivamente o principalmente alle macchine delle voci 8501 o 8502 (voce 8503). Aggiornati anche i codici relativi agli apparecchi per la videoregistrazione e la videoriproduzione (voce 8521), agli apparecchi riceventi per la radiodiffusione utilizzati nelle autoveicoli (voce 8527), alle apparecchiature riceventi per la televisione senza display (voce 8528) e alle antenne (voce 8529).
Per prepararsi alla nuova classificazione doganale, le aziende e gli operatori economici sono tenuti ad adeguare le procedure doganali alle recenti modifiche ai codici di Nomenclatura Combinata, verificando la correttezza delle voci doganali utilizzate, anche al fine di prevenire eventuali contestazioni o sanzioni da parte dell'Amministrazione doganale.
In particolare, per le imprese è indispensabile effettuare una due diligence dei propri prodotti. Un cambiamento nel codice attribuito al bene potrebbe determinare l'applicazione di misure restrittive per l'export o per l'import, richiedere specifiche autorizzazioni o una diversa tassazione doganale del prodotto, con evidenti ricadute sul prezzo di vendita e nel business plan aziendale. Una modifica della classificazione può avere impatto anche sull'origine doganale della merce venduta, con effetti sia sulla qualifica di made in Italy che sull'eventuale fruizione del dazio zero, previsto da un accordo di libero scambio.
Il ruolo della classificazione doganale
Ai fini doganali, ogni prodotto è identificato tramite uno specifico codice numerico, che tiene conto delle caratteristiche essenziali e della sua funzione.
Come sottolineato dalla Corte di Giustizia europea, la classificazione doganale identifica le caratteristiche e le funzioni oggettive di un bene (Corte di Giustizia, 17 luglio 2014, C-472/12, Panasonic; Corte di Giustizia, 20 ottobre 2005, C-468/03, Overland Footwear).
La classificazione doganale della merce rappresenta, pertanto, il pilastro fondamentale della normativa doganale: classificare e distinguere le merci sulla base di una nomenclatura predefinita rappresenta, infatti, una condizione indispensabile per individuare i prodotti che attraversano le frontiere e, di conseguenza, identificare tutte le regole (internazionali, europee e nazionali) connesse al passaggio delle merci in Dogana. Attribuire a ogni bene un preciso codice doganale, internazionalmente riconosciuto, riveste, pertanto, un ruolo fondamentale per la compliance doganale.
La classificazione doganale rappresenta anche un elemento essenziale della dichiarazione doganale e svolge un ruolo decisivo per identificare eventuali misure restrittive all'importazione o all'esportazione, come gli embarghi, le autorizzazioni agli scambi (dual use, licenze d'importazione), le sanzioni alla Russia o i contingenti doganali. L'esatto inquadramento dei prodotti oggetto di importazione consente, inoltre, di verificare le regole di origine applicabili ed eventuali agevolazioni o esenzioni daziarie e fiscali.
Conoscere i principi, il funzionamento e la struttura della classifica doganale e del commercio internazionale rappresenta, quindi, un aspetto di grande interesse per imprese, operatori e professionisti che operano nel settore dell'import/export, in un'ottica di compliance e di prevenzione di rischi di sanzioni amministrative e penali.
La corretta individuazione delle caratteristiche oggettive e delle funzioni del prodotto assume particolare rilievo anche per la contrattualistica internazionale, perché consente l'immediata identificazione dell'oggetto dei contratti di vendita.
Le fonti della classificazione doganale
La classificazione doganale è disciplinata, a livello internazionale, dalla World Customs Organization (WCO). Al fine di assicurare coerenza e uniformità nell'individuazione della voce doganale più appropriata per ogni tipo di prodotto, il WCO ha elaborato il Sistema Armonizzato (SA), che rappresenta un meccanismo di classificazione doganale internazionalmente riconosciuto, attualmente adottato in oltre 200 Stati e per il 98% delle merci oggetto di scambi mondiali.
L'Unione europea, con il Reg. CE 23 luglio 1987, n. 2658, ha integrato il Sistema Armonizzato (SA), con un ulteriore strumento di classificazione doganale, ossia la Nomenclatura Combinata (NC), mediante l'attribuzione di ulteriori due cifre alle sei già previste a livello internazionale.
La Commissione europea ha introdotto, inoltre, la Tariffa integrata dell'Unione Europea (Taric) che specifica ulteriormente il codice identificativo di ciascuno prodotto.
Ogni anno, la versione completa della NC e delle aliquote dei dazi doganali è aggiornata dalla Commissione europea, mediante un regolamento di esecuzione, che entra in vigore dal 1° gennaio dell'anno successivo. Dal 1° gennaio 2025, il Regolamento di esecuzione UE 2024/2522 aggiornerà il Reg. CE 2658/1987.
Gli strumenti utili per gli operatori
Per le aziende è dunque indispensabile adeguare le proprie procedure doganali alla luce delle modifiche ai codici di Nomenclatura Combinata dei prodotti importati, anche per evitare eventuali contestazioni da parte dell'Amministrazione doganale.
Gli operatori possono ad esempio consultare l'HS Tracker, sviluppato con il supporto dell'Organizzazione mondiale delle dogane (WCO). In particolare, attraverso il “Subheading visualizer” è possibile mettere a confronto i codici doganali nelle diverse versioni del sistema armonizzato, analizzando le motivazioni del WCO sulle modifiche intraprese.
Utili strumenti per individuare la corretta classificazione delle merci sono, infine, il Sistema Aida, liberamente consultabile sul Portale dell'Agenzia delle dogane, e la banca dati Class della Commissione europea.
Fonte: Reg. UE 2024/2522 (GUUE 31 ottobre 2024)
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