La parola alla Fed in attesa della Casa Bianca

Lunedì 4 novembre – Via alle audizioni per la nuova Commissione Ue

Non sarà una passeggiata. L’audizione al Parlamento europeo per i commissari candidati, scelti da Ursula von der Leyen inizia oggi e finirà martedì 12 con (tra gli altri) l’italiano Raffaele Fitto. Affidato in prima battuta alla Commissione giuridica dell’Europarlamento, lo screening dei futuri “ministri” prevede che siano anzitutto esclusi conflitti di interesse o ambigue situazioni finanziarie rispetto al proprio incarico. Poi, i candidati devono rispondere a una serie di domande scritte, il loro curriculum viene pubblicato sul sito del Parlamento, infine le audizioni vengono trasmesse in diretta streaming. Solo al termine, e a livello collegiale, la squadra di governo viene votata. C’è anche da prevedere la possibilità che i portafogli ai commissari vengano spostati e riassegnati e non va escluda l’ultima ratio: la bocciatura o la sostituzione, come era accaduto nel 2004 a Rocco Buttiglione e alla lettone Ingrida Udre con Josè Manuel Barroso fino a un trio (Laszlo Trocsanyi, Rovana Plumb, Sylvie Goulard) nel 2019.       

Martedì 5 novembre – Saudi Aramco alza il velo sulla trimestrale

Un anno fa erano a quota 32,5 miliardi di dollari, già in calo del 23%. Sono poi scesi sotto 30 miliardi (29,1 miliardi) con il resoconto del secondo trimestre di quest’anno e l’attesa è per i risultati del terzo quarter, che saranno diffusi oggi. Anche se frenano i profitti e il prezzo del greggio non vola, non c’è troppa preoccupazione in Saudi Aramco, il colosso del petrolio, compagnia nazionale dell’Arabia Saudita che sostiene buona parte del bilancio statale, compreso il finanziamento che porterà (con molta calma) il Paese arabo a dipendere sempre meno dagli idrocarburi, una fonte energetica non rinnovabile. Nel frattempo, si rinnova la montagna di soldi (124 miliardi di dollari) come dividendi distribuiti. Una enormità, se confrontati con i 35 miliardi delle quotate di Piazza Affari ma anche con i 1.700 miliardi di tutte le Borse mondiali messe insieme. Buona parte di quei dividendi saranno reinvestiti nei progetti futuristici, tipo Neom 2030, la smart city del deserto saudita che punta tutto sul solare.

Mercoledì 6 novembre – La politica monetaria della Fed 

Comincia oggi e terminerà domani con la conferenza stampa del presidente Jerome Powell la riunione di politica monetaria della Fed. Molto meglio avere più tempo a disposizione, anche se i banchieri centrali non lo ammetteranno, perché mai come adesso quel che accade su Main Street può determinare l’orientamento anche della più autorevole (e autonoma) istituzione finanziaria americana. Ogni riferimento all’esito delle presidenziali americane è naturalmente voluto, e un giorno in più nella apertissima sfida tra Donald Trump e Kamala Harris, può aiutare. In che cosa? C’è da decidere gli orientamenti del futuro, dopo che in settembre il taglio dei tassi è passato all’unanimità, e con larga maggioranza la misura dei 50 punti base. Dopo 11 rialzi consecutivi in 16 mesi (dal marzo 2022) e 14 mesi di mantenimento, la discesa è iniziata. Ora sarà da vedere se e come la politica, con un (o una) neo-presidente, vorrà dire la sua.

Venerdì 7 novembre – Il commercio al dettaglio in Italia

Come sta il Paese? Se è in buona salute lo si potrà vedere oggi con i dati dell’Istat sulle vendite al dettaglio per il mese di settembre e su tante catene distributive. Imprenditori ed esperti concordano sul fatto che, dopo la pandemia, le modalità di acquisto del cliente-consumatore sono diventate omni-channel, con una crescita percentuale costante del web. Ma attenzione agli effetti ottici: come strada più recente pare normale che l’online cresca e anche in fretta. Tornando a tastare il polso degli italiani, i numeri dell’Istat diranno, in termini di valore e di volumi, se il Paese ha ripreso a spendere o se l’impennata dei prezzi dovuta all’inflazione non è ancora rientrata. E anche qui, attenzione agli effetti ottici: se i dati ufficiali oppure i calcoli delle Banche centrali spiegano un rientro verso la quota del 2%, chi va a fare la spesa, ad esempio di generi alimentari per la famiglia oppure si siede al tavolo di un ristorante, sa bene che l’atterraggio del carovita è ancora lontano.