sabato 21/09/2024 • 06:00
Il Decreto di recepimento della CSRD stabilisce i contenuti della rendicontazione individuale di sostenibilità per le imprese, in particolare quelle di grandi dimensioni e le PMI quotate. L’impatto di questo nuovo sistema sarà significativo: dalla costruzione di un sistema informativo all’implementazione di un sistema di monitoraggio per garantire l’affidabilità delle informazioni.
Il D.Lgs. 125/2024 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ha recepito la Direttiva 2022/2464/UE, cosiddetta Corporate Sustainability Reporting Directive , rafforzando ed estendendo gli obblighi in materia di reporting di sostenibilità già imposti alle imprese con la rendicontazione non finanziaria.
Rendicontare la sostenibilità: chi, cosa, come e quando
La rendicontazione di sostenibilità ricomprende nel proprio perimetro tutte quelle informazioni che risultano significative alla comprensione dell'impatto che l'attività d'impresa ha sulle questioni di sostenibilità e del modo in cui tali questioni influiscono sull'andamento dell'impresa stessa.
L'articolo 3 del D.Lgs. 125/2024 ha ad oggetto la rendicontazione individuale di sostenibilità e stabilisce quelli che sono gli obblighi per le imprese, in particolare quelli di grandi dimensioni e le PMI quotate, specificando quali informazioni devono essere divulgate per comprendere l'impatto dell'azienda sulle questioni di sostenibilità e l'effetto di queste ultime sull'azienda stessa.
Le imprese oggetto di rendicontazione individuale di sostenibilità sono quelle descritte dall'articolo 2 del decreto stesso e sono, in estrema sintesi, le società per azioni, le società in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società in nome collettivo, le società in accomandita semplice qualora le stesse abbiano, quali soci, le società costituite nella forma dell'allegato I alla direttiva 2013/34/UE, le imprese di assicurazione e gli enti creditizi.
I contenuti della rendicontazione sono descritti in modo puntuale dal secondo comma dell'articolo sopra citato. Il legislatore nazionale richiede alle imprese di inserire, nella rendicontazione di sostenibilità, le informazioni relative al Modello di Business e alla Strategia Aziendale perché possa essere stimata la resilienza del modello e della strategia dell'impresa in relazione ai rischi e alle opportunità connessi alle questioni di sostenibilità. Integrano questi elementi i piani dell'impresa volti a garantire che il modello e la strategia aziendale siano compatibili con la transazione verso un'economia sostenibile in linea con quanto previsto dall'accordo di Parigi nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Ancora, la rendicontazione di sostenibilità dovrà evidenziare il modo in cui il modello e le strategie aziendali dell'impresa tengono conto delle istanze dei portatori di interesse e del loro impatto sulle questioni di sostenibilità, oltre alle modalità di attuazione della strategia d'impresa per quanto riguarda le questioni di sostenibilità.
Nella rendicontazione individuale di sostenibilità sarà necessario indicare, in modo puntuale e temporalmente definito, gli Obiettivi di sostenibilità che l'impresa si pone, specialmente per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ed eventualmente i progressi realizzati in questa direzione. Sarà necessario, inoltre, descrivere in modo puntuale la Governance e le Politiche in relazione al ruolo, alle competenze e alle capacità degli organi di amministrazione e controllo per quanto riguarda le questioni di sostenibilità, oltre a indicare l'esistenza di sistemi di incentivi connessi a tali aspetti. Speciale attenzione è riservata alla Dovuta Diligenza sulla catena del valore, con un rinvio alla normativa europea, in primis alla Corporate Sstainability Due Diligence Directive di recente approvazione, e agli impatti negativi, effettivi o potenziali, riconnessi all'attività d'impresa e alla sua catena del valore, nonché alle misure adottate per prevenire o attenuare tali esternalità. Nella rendicontazione andranno poi esplicitati i Rischi per l'impresa connessi alle questioni di sostenibilità e le Dipendenze da tali questioni, con una indicazione espressa della modalità di gestione adottata dall'impresa per mitigarli. Andranno infine inclusi gli Indicatori utilizzati dall'impresa per comunicare efficacemente le informazioni.
La Rendicontazione di Sostenibilità darà conto delle questioni di sostenibilità in una duplice prospettiva di rilevanza, valutando cioè l'impatto che l'agire del soggetto che effettua la rendicontazione ha sull'ambiente e sulla società e, al contempo, il modo in cui i fattori ambientali, sociali e di governance incidono sulla stabilità finanziaria e operativa dell'impresa stessa (cd. “doppia materialità”).
La Rendicontazione di sostenibilità sarà effettuata adottando un unico standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standard) definito a livello europeo ed elaborato dall'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG). In questo modo sarà possibile garantire la coerenza, la comparabilità e la qualità delle informazioni riportate. La Direttiva 2022/2464/UE, d'altra parte, aveva tra i suoi obiettivi quello di armonizzare la disciplina e rendere quanto più possibili omogenee le comunicazioni così da garantire trasparenza e circolazione delle informazioni.
Per le PMI quotate sono stati sviluppati standard di rendicontazione specifici (ESRS for Listed Small – Medium Enterprise – LSME), ai quali si è andato aggiungendo uno standard volontario e semplificato per PMI e microimprese non quotate (Voluntary Standard for Non-Listed SMEs – VSME). Questi ulteriori standard sono parametrati alla complessità delle attività, delle dimensioni e delle caratteristiche di tali imprese.
Il bilancio di sostenibilità diventa così parte integrante della rendicontazione sulla gestione redatta dagli amministratori, costituendone una specifica sezione. Di conseguenza, l'adozione e la pubblicazione del bilancio di sostenibilità seguiranno le tempistiche e le modalità previste dalla normativa nazionale per l'approvazione e la pubblicazione del bilancio finanziario, così facilitando il collegamento tra le informazioni di sostenibilità e quelle finanziarie. Le informazioni dovranno essere disponibili, sotto forma di pagina web con marcature XBRL, nel nuovo formato elettronico unico europeo (ESEF), in XHTML - Extensible Hypertext Markup Language. Il Punto di Accesso Unico Europeo (ESAP), in fase di realizzazione, permetterà poi a tutti gli interessati di accedere alle informazioni di sostenibilità delle imprese soggette agli obblighi di rendicontazione, che dovranno comunque essere pubblicate sul sito Internet della società o essere rese altrimenti disponibili su richiesta.
L'applicazione
L'applicazione del decreto avverrà in maniera graduale nel tempo a seconda delle tipologie e delle dimensioni dei destinatari. I primi ad essere coinvolti saranno le grandi imprese quotate, anche società madri di un gruppo di grandi dimensioni, che superano il numero medio di 500 dipendenti occupati durante l'esercizio, che saranno obbligate alla rendicontazione di sostenibilità dal 1° gennaio 2024 per i report pubblicati nel 2025.
A seguire il provvedimento impatterà sulle grandi imprese, anche non quotate, sulle società madre di gruppi di grandi dimensioni, diverse da quelle di cui sopra, che saranno chiamate a rendicontare a partire dal 1° gennaio 2025 per i report pubblicati nel 2026.
A partire dal 1° gennaio 2026, per il report pubblicati nel 2027, la rendicontazione di sostenibilità riguarderà anche le PMI quotate, a esclusione delle micro imprese, gli istituti di credito di piccole dimensioni e non complessi e le imprese di assicurazione e riassicurazione captive.
Infine, sarà il turno delle imprese di paesi terzi (extra UE), che generano ricavi nel territorio dell'Unione Europea superiori a 150 milioni di euro, che saranno obbligate a partire dal 1° gennaio 2028 per i report pubblicati dal 2029.
L'impatto sulle imprese
La rendicontazione di sostenibilità può essere uno strumento fondamentale per promuovere pratiche aziendali sostenibili e per attivare processi virtuosi capaci di generare valore per l'impresa garantendo un successo a lungo termine in una prospettiva di sviluppo sostenibile.
È tuttavia innegabile che l'impatto sulle imprese dovuto all'implementazione di questo nuovo sistema di rendicontazione sarà significativo. Ai fini della rendicontazione le imprese dovranno costruire un sistema informativo strutturato e adeguato ad acquisire e gestire le informazioni e dati, qualitativi e quantitativi, sufficienti e necessari a restituire un'immagine puntuale dell'attività d'impresa in relazione alle questioni di sostenibilità, Questo avrà un impatto rilevante per le aziende e per i professionisti che le accompagnano primo fra tutto in relazione alle necessarie competenze per gestire il processo che, ove assenti, andranno adeguatamente integrate con una formazione apposita o l'inserimento di nuove figure.
Il perimetro di rendicontazione, inoltre, è particolarmente ampio perché si spinge sino a ricomprendere una valutazione dei rischi di sostenibilità riconnessi all'attività d'impresa. La logica che il legislatore nazionale ha utilizzato nel delineare il perimetro della rendicontazione, seguendo la direzione indicata dal legislatore sovranazionale, è la medesima che possiamo leggere in altri recenti strumenti di mitigazione del rischio come, ad esempio, quella sottesa all'implementazione del Modello 231. Il legislatore, anche in questo caso, ha introdotto, tramite la rendicontazione di sostenibilità, un presidio volto a richiamare l'impresa alla propria responsabilità in ordine alla promozione di un modello di sviluppo sostenibile. Questa scelta, che porta con sé un aumento del carico amministrativo, soprattutto nella fase di raccolta e rendicontazione dei dati, oltre a problemi di riservatezza e sicurezza dei dati stessi, e rappresenta un potenziale rischio reputazione per quelle realtà che adotteranno un approccio cosmetico a tali obblighi, crea per l'impresa significative opportunità laddove integrata consapevolmente nella strategia di Business.
La pianificazione necessaria ad implementare un efficace sistema di monitoraggio capace di garantire la conformità e l'affidabilità delle informazioni fornite potrà essere utile per gestire le pratiche di sostenibilità. Il monitoraggio continuo, necessario la rendicontazione, può supportare il controllo di gestione e stimolate le imprese a sviluppare la responsabilità e acquisire consapevole dei rischi e delle opportunità correlate all'ambiente, ai temi sociali e alle condotte aziendali. A questo si aggiunge che una rendicontazione trasparente migliora il dialogo sui medesimi temi con tutti i portatori di interessi e con gli investitori, può svolgere un ruolo significativo nell'accesso ai mercati di capitali e contribuisce a costruire una solida reputazione aziendale. Aspetti tutti che possono giocare un ruolo essenziale nel valorizzare le PMI, attori principali del tessuto economico del Paese.
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Ignazio La Candia
- Associate Partner, Studio Pirola, Pennuto, Zei & Associati, Università Bicocca, MilanoRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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