Prima casa: se apportata in trust non perde i benefici

Il trust è uno strumento sempre più rilevante nella pianificazione patrimoniale e consente un grado di tutela dei beni apportativi superiore a molti altri istituti. È quindi naturale che in trust vengano apportati immobili che, soprattutto in Italia, costituiscono una parte rilevante del patrimonio delle famiglie.

In tale contesto assume rilevanza la normativa agevolativa per gli acquisti della c.d. prima casa, ovvero quelle agevolazioni disposte dall'art. 1, c. 1, nota 2-bis della Tariffa, parte I, allegata al DPR 131/86 ai fini dell'imposta di registro, ipotecaria e catastale, nonché all'imposta sostitutiva su operazioni di credito medio e lungo termine ai sensi dell'art. 15 e ss. DPR 601/73.

Al fine che qui interessa, più nello specifico, si ricorda che per poter fruire di tali agevolazioni è necessario non possedere in piena proprietà o per diritti reali parziali (nuda proprietà, usufrutto etc.) di altro immobile nel territorio nazionale, anche in comunione legale dei beni, acquistato sfruttando le agevolazioni in commento. In altri termini, è necessario essere “impossidenti” di altra prima casa al momento del nuovo acquisto.

Il caso sottoposto alla Corte

La questione riguarda un soggetto che aveva acquistato nel 2010 un immobile fruendo delle agevolazioni, poi apportato in un trust che, per quanto sembra ev...