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giovedì 01/08/2024 • 06:00

Fisco DECRETO CORRETTIVO ADEMPIMENTI E CONCORDATO

Avvisi bonari: dal 2025 il termine per il pagamento passa da 30 a 60 giorni

Nell'ambito dell'attuazione della Riforma fiscale, il Decreto correttivo in tema di adempimenti e concordato biennale prevede, dal 2025, l’ampliamento da 30 a 60 giorni del termine per il pagamento, integrale o della prima rata, degli avvisi bonari. Il maggior termine consentirà una gestione più efficace e indubbi benefici per tutti.

di Emiliano Covino - Avvocato cassazionista, Professore aggiunto Unitus, Ricercatore Tor Vergata

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Il 26 luglio 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato l’estensione da 30 a 60 giorni dei termini per rispondere agli avvisi bonari emanati nel 2025. Questa modifica consente ai contribuenti di adeguarsi e pagare usufruendo di esenzioni ridotte entro il nuovo termine più lungo.

La proroga, inoltre, offre maggiore flessibilità e riduce la pressione sui contribuenti, migliorando la gestione delle obbligazioni fiscali e delle proprie risorse, tenuto conto che anche il termine per il pagamento della prima rata in caso di rateizzazione è stato esteso a 60 giorni.

Il Decreto correttivo in tema di adempimento collaborativo, adempimenti tributari e concordato biennale, oltre alla novità sugli avvisi bonari, proroga al 15 settembre 2024 il versamento della quinta rata della rottamazione-quater, prevede, in materia di concordato preventivo biennale, una tassa piatta opzionale (Flat tax) sull’incremento di reddito concordato variabile tra il 10% e il 15% nonché la precisazione che la protezione dagli accertamenti basati su presunzioni semplici si estende anche ai forfettari e include l’IVA per i contribuenti a cui si applicano gli ISA e, infine, prevede la messa a regime del termine al 31 ottobre per la presentazione del modello redditi e del termine del 31 luglio per l’adesione al concordato preventivo biennale.

Vedi anche: Adempimenti e concordato biennale: approvato il Decreto correttivo del 27 luglio 2024.

Modifiche ai termini degli avvisi bonari

Una norma specifica del Decreto correttivo, riguardante gli avvisi bonari, estende i termini per rispondere a tali inviti. La modifica significativa prevede, dal 1° gennaio 2025, l'estensione dei termini per rispondere agli avvisi bonari da 30 a 60 giorni. Entro lo stesso termine, il contribuente può adeguarsi alla richiesta e pagare usufruendo delle esenzioni ridotte. Questa modifica rappresenta un cambiamento sostanziale nella gestione degli adempimenti fiscali, offrendo ai contribuenti un periodo più ampio per organizzare la propria posizione fiscale.

Implicazioni per i contribuenti con la proroga a 60 giorni

L'estensione dei termini non si limita a raddoppiare il tempo a disposizione, ma introduce una nuova filosofia nella relazione tra fisco e contribuente. Questa maggiore flessibilità temporale permette una più accurata valutazione delle richieste dell'Agenzia delle Entrate, contenendo diverse implicazioni positive per i contribuenti, che ora hanno:

  • maggiore tempo di studio e gestione finanziaria: i contribuenti avranno più tempo per organizzare le risorse finanziarie necessarie per il pagamento, riducendo il rischio di sanzioni per ritardi;
  • riduzione dello “stress amministrativo”: la proroga offre un margine più ampio per chiarire eventuali dubbi o contenziosi con l'Agenzia delle Entrate, tenendo conto anche delle difficoltà di comunicazione nei momenti di maggiore intasamento della campagna fiscale;
  • facilitazione della rateizzazione: con più tempo per la prima rata, i contribuenti possono gestire meglio i pagamenti in modo dilazionato;
  • riduzione del contenzioso fiscale: questo cambiamento potrebbe portare a una riduzione delle controversie di valore più rilevante, incoraggiando una risoluzione più rapida e collaborativa delle eventuali discrepanze, considerando anche l'attuale abrogazione della mediazione tributaria, utile per dirimere questioni connesse ad avvisi bonari che non abbinavano precedenti ravvedimenti del contribuente.

Maggior tempo per ragionare sugli inviti seguendo la prassi comunitaria

In un momento storico in cui la comunicazione con gli uffici pubblici fiscali è talvolta (anzi spesso) complessa, la decisione del Consiglio dei Ministri di estendere i termini per il pagamento degli avvisi bonari rappresenta un passo significativo verso un sistema fiscale più equo e sostenibile. Questa modifica non solo migliora la relazione tra contribuenti e amministrazione fiscale, ma allinea anche l'Italia alle migliori pratiche europee in termini di gestione fiscale, ove raramente si impongono termini di risposta agli inviti dell’amministrazione inferiori ai 60 giorni. Peccato solo che l’entrata in vigore è stata posticipata per gli inviti emessi a partire dall’anno nuovo.

Infine, si ricorda che l'ampliamento da 30 a 60 giorni del termine per il pagamento, integrale o della prima rata, degli avvisi bonari è stata tenacemente richiesta dal CNDCEC nella consapevolezza che il maggior termine consentirà una gestione più efficace e meno frenetica degli avvisi da parte dei Professionisti ma anche da parte dell’Agenzia delle Entrate, con indubbi benefici per tutti. La norma ha richiesto un tangibile sforzo per individuare le coperture finanziarie e anche per questo deve essere valorizzato l’impegno delle Commissioni Parlamentari, del Governo e della stessa Agenzia delle Entrate per introdurre una modifica quanto mai opportuna.

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