Intermediazione finanziaria: l'attività si presume fino a prova contraria

Il caso

La vicenda controversa trae origine dalla irrogazione, da parte dell'Agenzia delle entrate, della sanzione prevista per la violazione degli obblighi imposti agli operatori finanziari consistenti nella comunicazione periodica all'Anagrafe tributaria dei rapporti intrattenuti e dei dati riconducibili ai titolari degli stessi (art. 7 DPR 605/73).

Sebbene iscritta presso l'albo degli intermediari finanziari, la società destinataria del provvedimento impugnato contesta la legittimità della sanzione per non avere mai svolto tale attività, avendo, al contrario, operato nella intermediazione immobiliare, settore quest'ultimo inconferente agli obblighi informativi degli operatori finanziari propriamente detti. Soccombente nei precedenti gradi di merito, l'Amministrazione finanziaria, con l'unico motivo di ricorso in Cassazione, ha ribadito la legittimità della sanzione irrogata, agganciando la sussistenza degli obblighi comunicativi impartiti dalla normativa di settore, ad un principio di derivazione diretta tra la natura costitutiva dell'iscrizione all'albo degli intermediari e la presunzione di svolgimento dell'attività finanziaria da parte degli iscritti. Sul punto, le indicazioni della prassi stabilirebbero un obbligo informativo di tipo “negativo” cui l'intermediario deve assolvere anche senza comunicazioni da effettuare.

È allora interessante il punto...