sabato 27/07/2024 • 06:00
Martedì usciranno i flash con le rispettive stime preliminari del Pil nel secondo semestre per Francia, Germania, Spagna e Italia: il quadro non si presenta ottimistico. Le prime due economie sembrano continuare a segnare il passo. Italia e Spagna restano in zona crescita ma a livelli di “zero virgola”. Dalla riunione di politica monetaria della Fed di mercoledì e successiva conferenza stampa di Jerome Powell, nessuno si aspetta un ritocco dei tassi: la scommessa è per settembre.
Raffaella Polato
- Inviata del Corriere della SeraMartedì 30 luglio - In Borsa il re dei tender
I tender in Piazza Affari. Novamarine, la società sarda considerata leader nella produzione dei gommoni di servizio per gli yacht, ha fissato per oggi o comunque entro la settimana l’esordio alle quotazioni. Grazie a un doppio aumento di capitale, riservato per un massimo di quattro milioni agli investitori istituzionali e per altri cinque milioni ai clienti di Banca Finnat Euramerica, l’operazione porterà nelle casse del gruppo un totale di nove milioni. Saranno destinati alla realizzazione di un secondo stabilimento con diversificazione della produzione. Dal nuovo impianto usciranno imbarcazioni per il pattugliamento delle coste.
Martedì 30 luglio - L’agenda delle conference call
Un classico pre-ferie: la chiusura dei bilanci semestrali e l’incontro dei vertici delle maggiori società quotate con gli analisti internazionali. Tra oggi e domani i principali appuntamenti saranno con Intesa, Leonardo, Brembo, Prada, Campari, Lottomatica, Poste, Banca Sistema, Snam.
Martedì 30 luglio - Il rallentamento (probabile) del Pil europeo…
Tra le prime ad annunciare i loro numeri ai circuiti delle agenzie di stampa, questa mattina: Italia, Francia, Germania. Quando usciranno i flash con le rispettive stime preliminari del Pil nel secondo semestre, i singoli dati saranno già stati comunicati a Eurostat. Nel frattempo, gli altri membri Ue avranno fatto lo stesso. Quel che sappiamo finora, e che sta alla base delle scommesse degli analisti, è che il quadro non si presenta granché ottimistico. Tra le grandi economie continentali Germania e Francia sembrano continuare a segnare il passo. Italia e Spagna restano in zona crescita, pare, ma siamo a livelli di “zero virgola”. Morale: potrebbero essere già da ritoccare al ribasso persino le proiezioni più recenti, quelle rilasciate dalla Bce a giugno (primo taglio dei tassi) e che per il secondo trimestre prevedevano un incremento del Pil pari allo 0,4% con mantenimento dello stesso livello fino a fine anno.
Mercoledì 31 luglio - … e la crescita Usa secondo la Fed
Non che gli Stati Uniti non abbiano problemi (a partire dal quadro politico interno). Almeno in questa fase l’economia è però sicuramente meno problematica di quanto non sia in Europa. Esempio. Oggi, dalla riunione di politica monetaria della Fed e successiva conferenza stampa di Jerome Powell, nessuno si aspetta un ritocco dei tassi (la scommessa è per settembre). Già scritto, invece, quel che il Governatore ribadirà, come ha appena fatto nel corso delle audizioni a Camera e Senato. E cioè: da un lato servirebbero dati più affidabili per rafforzare la fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%, dall’altro è incontestabile che l’economia americana stia continuando a espandersi oltre le aspettative e nonostante, da lunghissimi mesi, molti pronostichino una brusca frenata che in realtà fin qui non si è vista.
Venerdì 2 agosto - La (fiacca) produzione industriale
È un sistema manifatturiero debole quello che, in attesa dei dati sulla produzione di giugno in arrivo oggi dall’Istat, dipinge il Centro Studi di Confindustria. Il fatturato aveva recuperato in aprile (+0,8% in volume), ma l’indice Rtt anticipa una lieve flessione a maggio (-0,4%) mentre, nello stesso mese e dopo quattro mesi in calo, la produzione era risalita solo dello 0,5%. Fiacche a questo punto anche le prospettive per giugno: l’indice Hcob Pmi è rimasto quasi fermo su valori recessivi (45,7 da 45,6), la fiducia delle aziende continua a oscillare su bassi livelli, la stessa indagine Csc sulle grandi imprese mostra un aumento dei rischi di peggioramento nelle stime sulla produzione.
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