mercoledì 10/07/2024 • 06:00
Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di D.Lgs. di recepimento della Direttiva sulla CSRD, trasmesso poi alle Commissioni parlamentari per i relativi pareri. Qual è l'ambito di applicazione della rendicontazione di sostenibilità?
L'obiettivo perseguito con la CSRD (Direttiva 2022/2464/UE) è quello di consentire l'accesso da parte di investitori e stakeholders ad un'informativa sulla sostenibilità, per singola impresa o gruppo, maggiormente dettagliata, chiara e quanto più possibile standardizzata ed esaustiva, con evidenti conseguenze positive per il mercato finanziario in termini di completezza informativa, trasparenza e comparabilità dei dati. La rendicontazione di sostenibilità e gli obiettivi della CSRD Con la CSRD, la rendicontazione di sostenibilità prende il posto della rendicontazione non finanziaria prevista dal D.Lgs. 254/2016, rispetto alla quale presenta contenuti più ampi e specifici, includendo non solo le informazioni relative all'impresa stessa o al suo gruppo ma anche alla catena del valore, che rappresenta una delle maggiori novità apportate dalla novella legislativa. In tema di catena del valore, lo schema di D.Lgs. di recepimento della Direttiva sulla CSRD, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 giugno 2024, include una descrizione dei principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell'impresa, compresi i suoi prodotti e servizi, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura, delle azioni intraprese per identificare e monitorare tali impatti, e degli altri impatti negativi che l'impresa è tenuta a identificare in virtù di altri obblighi dell'Unione europea che impongono alle imprese di attuare una procedura di dovuta diligenza. La CSRD incide sulla normativa in tema di rendicontazione di sostenibilità effettuando gli opportuni coordinamenti con la disciplina in tema di trasparenza e assurance (più precisamente, la direttiva modifica il testo del regolamento 537/2014/UE, della direttiva 2004/109/CE, della direttiva 2006/43/CE e della direttiva 2013/34/UE), inter alia, con i seguenti interventi: ampliamento dell'ambito di applicazione degli obblighi di rendicontazione delle informazioni di sostenibilità, che troveranno applicazione nei confronti di tutte le grandi imprese e delle società madri di grandi gruppi, anche non quotate, nonché delle piccole e medie imprese (purché con strumenti finanziari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati e ad esclusione delle microimprese) e delle imprese di paesi terzi (al ricorrere di determinati requisiti); obbligo di predisporre la rendicontazione di sostenibilità (in precedenza, “dichiarazione di carattere non finanziario”), secondo standard comuni definiti al livello europeo (“ESRS”), elaborati dall'EFRAG e adottati dalla Commissione con specifici atti delegati; obbligo di sottoporre la rendicontazione di sostenibilità ad assurance, finalizzata al rilascio dell'attestazione di conformità della suddetta rendicontazione agli standard ESRS e introduzione di requisiti specifici per lo svolgimento dei servizi di assurance. L'obiettivo perseguito con la CSRD è quello di consentire l'accesso da parte di investitori e stakeholders ad un'informativa sulla sostenibilità, per singola impresa o gruppo, maggiormente dettagliata, chiara e quanto più possibile standardizzata ed esaustiva, con evidenti conseguenze positive per il mercato finanziario in termini di completezza informativa, trasparenza e comparabilità dei dati. Più nello specifico, si intende garantire che le imprese comunichino le informazioni di carattere non finanziario agli utenti che ne hanno bisogno e che tali informazioni siano pertinenti, confrontabili, attendibili, facilmente accessibili e utilizzabili, diminuendo così anche i costi superflui per i redattori. Consentendo agli investitori di valutare meglio i rischi per la sostenibilità e l'impatto degli investimenti, l'iniziativa mobiliterà finanziamenti privati a sostegno del Green Deal europeo. Essa contribuisce al completamento dell'Unione dei mercati dei capitali consentendo agli investitori di accedere a informazioni di carattere non finanziario confrontabili fornite dalle partecipate in tutta l'UE. Rafforzerà, inoltre, il contratto sociale tra la società e le imprese, rendendo queste ultime più responsabili del loro impatto sulla società e sull'ambiente. L'applicazione delle disposizioni della CSRD avverrà in maniera graduale nel tempo a seconda della tipologia di destinatari. Più nel dettaglio, a decorrere dall'esercizio finanziario che inizia il: 1° gennaio 2024 (o ad una data successiva) per le grandi imprese e per le imprese madri di grandi gruppi, con oltre 500 dipendenti (anche su base consolidata) e che siano enti di interesse pubblico, ossia per i soggetti già tenuti all'obbligo di pubblicare la dichiarazione non finanziaria ai sensi del regime previgente; 1° gennaio 2025 (o ad una data successiva) per tutte le grandi imprese e società madri di grandi gruppi diverse da quelle di cui al punto precedente; 1° gennaio 2026 (o ad una data successiva) per le piccole e medie imprese con strumenti finanziari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati, enti creditizi piccoli e non complessi e le imprese di assicurazione captive e le imprese di riassicurazione captive; 1° gennaio 2028 (o ad una data successiva) per imprese di paesi terzi. Con riferimento ai limiti dimensionali indicati nelle definizioni di “micro-imprese”, “piccole e medie imprese”, “imprese di grandi dimensioni” e “gruppo di grandi dimensioni” dello schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 giugno 2024, si segnala che sono state approntate le opportune valutazioni per assicurare il corretto recepimento della CSRD alla luce delle modifiche apportate alla direttiva 2013/34/UE dalla direttiva delegata 2023/2775/UE. Osservazioni L'Unione Europea ha avviato, negli ultimi anni, una serie di riforme con l'obiettivo di raggiungere una posizione di vantaggio nell'ambito della transizione sostenibile rispetto al resto del mondo e di creare un sistema economico-finanziario sempre più sostenibile, volto a rendere le imprese consapevoli e responsabili del proprio impatto sul pianeta. Nell'ambito del Green Deal Europeo si colloca l'approvazione e la pubblicazione, avvenuta il 16 dicembre 2022, sulla Gazzetta Ufficiale UE, della Direttiva n. 2022/2464 riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità (“Corporate Sustainability Reporting Directive”). La CSRD va così a modificare la Direttiva 2013/34/UE, concernente l'obbligo di comunicazione di informazioni di carattere non finanziario per alcune tipologie di imprese. La CSRD, infine, doveva essere recepita dall'Italia entro il 6 luglio 2024: lo schema di decreto attualmente è all'esame delle Commissioni parlamentari per i relativi pareri.
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