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giovedì 04/07/2024 • 06:00

Impresa Dalla Cassazione

Fallimento in estensione del socio: perimetro soggettivo del giudizio

I creditori che hanno chiesto il fallimento di una società di persone non sono litisconsorti necessari né del procedimento di fallimento in estensione a carico del socio illimitatamente responsabile, né del successivo ed eventuale reclamo. Lo prevede la Cassazione con ordinanza 25 giugno 2024 n. 17546.

di Andrea Colnaghi - Avvocato in Milano Studio legale Edoardo Ricci – Avvocati

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La fattispecie decisa dalla Corte concerne un'ipotesi di fallimento cosiddetto in estensione, e cioè quella peculiare ipotesi di fallimento che l'art. 147 l. fall. riassume nel seguente principio: la sentenza dichiarativa del fallimento di una società in nome collettivo, in accomandita semplice e in accomandita per azioni produce anche il fallimento dei soci – tanto persone fisiche quanto persone giuridiche – illimitatamente responsabili. Nel caso in questione, la richiesta di estensione della procedura concorsuale veniva avanzata dal curatore fallimentare di una società in accomandita semplice nei confronti del socio accomodante di quest'ultima, il quale – ingeritosi nella gestione – era divenuto illimitatamente e solidamente responsabile delle obbligazioni sociali ex art. 2320 c.c. Il motivo di doglianza posto al vaglio della Corte atteneva ad un aspetto processuale in particolare, ovvero al fatto se la richiesta di fallimento del socio in estensione desse luogo ad un'ipotesi di litisconsorzio necessario con i creditori che avevano originariamente domandando l'apertura della procedura concorsuale a carico della società poi fallita; e ciò avuto riguardo tanto alla fase prefallimentare quanto all'eventuale reclamo contro la sentenza dichiarativa del fallimento in estensione. La decisione della Corte Con la pronuncia in commento, la Corte ha intes...

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