venerdì 14/06/2024 • 12:04
Il CNDCEC, con Com. Stampa 14 giugno 2024, informa che sono 470 i Comuni italiani (il 6% del totale) in stato di crisi (257 in predissesto e 213 in dissesto), concentrati prevalentemente al Sud, con una tendenza alla crescita dopo gli anni della crisi pandemica.
redazione Memento
Il CNDCEC e la FNC hanno pubblicato il documento “Lo stato di crisi degli enti locali: evoluzioni e prospettive” nel quale i dati, elaborati in base alle rilevazioni più recenti ottenute da varie fonti, indicano una ripresa, negli ultimi anni, dei fenomeni di criticità finanziaria, evidenziata in primo luogo dal quadro offerto delle diverse situazioni di deficit e confermata dalla dinamica dei dissesti. Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio “la normativa attuale è inadeguata. Con il disegno di legge sulla revisione delle leggi sull'ordinamento degli enti locali vanno rafforzati i controlli nei Comuni sotto i 15mila abitanti e gli strumenti per l'emersione tempestiva delle situazioni di squilibrio”. Secondo quanto emerge dalle elaborazioni dei commercialisti, aggiornate all'aprile di quest'anno, tra le 257 procedure di predissesto attualmente aperte prevalgano nettamente quelle concentrate al Sud (68%) rispetto al Centro (16%) e al Nord (16%). Su tutti spiccano i dati di Campania e Sicilia (43 Comuni coinvolti in ciascuna delle due regioni, pari al 34% del totale). 36 quelli in Calabria (14%), 35 nel Lazio (14%) e 22 in Puglia (9%). Il numero dei Comuni coinvolti si riduce invece drasticamente in alcune regioni del Centro-Nord (2 in Emilia-Romagna e solo 1 in Trentino Alto-Adige, Marche e Veneto). “Il quadro delineato da questa ricerca – afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – mostra l'importanza strategica di individuare procedure operative in grado di garantire la continuità dell'attività dell'organizzazione o dell'ente. Urgenza che, nel caso dei Comuni, è accresciuta dal fatto che il dissesto, oltre a ostacolare la ordinata estinzione dei debiti e, dunque, la salute economica dei fornitori a vario titolo, interrompe il funzionamento democratico dell'ente locale e la continuità degli organi eletti”. “È ormai nota – aggiunge – l'inadeguatezza a farvi fronte da parte delle regole attuali del predissesto: i vari interventi normativi che sono stati introdotti in maniera disomogenea negli ultimi anni hanno creato ancor più confusione in una materia che richiede un intervento armonico e strutturale necessario a porre rimedio ad un funzionamento imperfetto di tutta la catena di regole che dovrebbero prevenire il manifestarsi del default”. In vista della possibile prossima pubblicazione dello schema di disegno di legge sulla revisione delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, i commercialisti avanzano alcune proposte. Innanzitutto, quella di una revisione dei parametri di deficitarietà e degli istituti attraverso l'individuazione di indicatori più stringenti in grado di far emergere tempestivamente situazioni di squilibrio e di rispondere alla loro funzione di allarme preventivo sulla situazione contabile degli enti. I professionisti propongono anche l'introduzione di un “rating della salute finanziaria” e un rafforzamento dei controlli nei Comuni con meno di 15.000 abitanti, ampliando il numero di enti per i quali l'organo di revisione deve essere previsto in forma collegiale in base alla soglia demografica”. Fonte: Com. Stampa CNDCEC 14 giugno 2024
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