mercoledì 22/05/2024 • 14:06
Il CNDCEC, con Com. Stampa 22 maggio 2024, ha informato di aver pubblicato un documento sulle variazioni in diminuzione dell'IVA.
redazione Memento
Il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno pubblicato il documento “Variazioni in diminuzione dell'IVA negli istituti disciplinati dal Codice della Crisi d'impresa e dell'insolvenza”. Il documento, al quale ha lavorato la Commissione di studio “Aspetti tributari della crisi”, presieduta da Stefano Midolo, rientra tra le attività dell'area di delega Gestione della crisi d'impresa e procedure concorsuali, alla quale sono delegati i due consiglieri nazionali Cristina Marrone e Pierpaolo Sanna. Sin dall'introduzione nell'ordinamento tributario dei riferimenti agli istituti di regolazione della crisi d'impresa e dell'insolvenza l'argomento “Variazioni in diminuzione dell'IVA e procedure concorsuali” è tema controverso. Come ricordato nell'introduzione al documento “la disciplina recata, in materia, dall'art. 26 del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 – norma che tende a recepire nel nostro ordinamento la disposizione di cui all'art. 90 della direttiva 2006/112/CE del 28 novembre 2006 – è stata più volte oggetto di istanze di interpello, con riguardo sia ai presupposti per la variazione da parte del cedente o prestatore, sia agli effetti che ne derivano per il cessionario o committente“. Il documento approfondisce le problematiche connesse agli intrecci tra “norme fiscali” e “norme concorsuali” ed evidenzia le difficoltà nel coordinare due corpi di misure eterogenee. “Nonostante il tempo e le riforme intervenute – afferma il presidente del Consiglio nazionale, Elbano de Nuccio - l'intersecarsi tra interessi privatistici ed esigenze di copertura di fabbisogni collettivi rende ancora oggi la materia priva di un inquadramento sistematico. Con riferimento alla previgente disciplina anche i più recenti documenti di prassi risultano improntati alla tesi che la “certezza giuridica” del mancato incasso sia imprescindibile presupposto per consentire al creditore falcidiato l'emissione della nota di credito, documento nella prassi da sempre ritenuto, a torto o a ragione, strumentale al recupero dell'imposta attraverso la variazione in diminuzione”. Fonte: Com. Stampa CNDCEC 22 maggio 2024
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Francesco Ioverno
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