mercoledì 15/05/2024 • 14:00
Secondo l’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, il 66,7% dei “testimoni privilegiati” interpellati ritiene che le nuove tecnologie porteranno benefici in termini di nuove skill e opportunità occupazionali: elemento fondamentale è la formazione.
redazione Memento
Una rivoluzione senza precedenti e una scommessa per il mondo del lavoro. L’Intelligenza Artificiale sta ridisegnando i contorni del sistema lavoristico e gli effetti del suo impatto si manifesteranno non tanto sull’aumento o sulla diminuzione di posti di lavoro, ma sulla revisione capillare e sistemica delle competenze e delle skills di tutti i lavoratori. È, in sintesi, quanto emerge dalle risposte fornite da un campione di 116 “testimoni privilegiati”, chiamati a partecipare all’indagine “L’impatto dell’IA sul mondo del lavoro”, promossa dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro in occasione della 15^ edizione del Festival del Lavoro, in programma dal 16 al 18 maggio a Firenze, presso la Fortezza da Basso. I risultati dell’indagine Il panel di esperti (universitari, esperti istituzionali e del mondo della ricerca, delle parti sociali e del lavoro) mostra un generale atteggiamento di fiducia rispetto all’impatto dell’IA sull’occupazione. Il 66,7% del campione intervistato ritiene che le nuove tecnologie apporteranno benefici in termini di nuove competenze e opportunità occupazionali, ma contribuiranno anche all’aumento della produttività, con possibili ricadute sui salari (47%), e a migliorare la qualità del lavoro (45,3%). Il miglioramento per la sicurezza e il benessere dei lavoratori Anche la sicurezza dei lavoratori può trarre giovamento dall’introduzione dell’IA, assieme alle politiche di gestione del personale, che potrebbero migliorare con il supporto delle nuove applicazioni secondo il 30,8%. Le possibili criticità: reskilling e protezione dei dati Secondo il 60,7% degli intervistati, l’esigenza di reskilling di una vasta platea di lavoratori è la principale criticità intravista all’orizzonte. A preoccupare è anche la scarsa trasparenza degli algoritmi, il modo in cui sono costruiti e il rischio di decisioni potenzialmente lesive dei diritti dei lavoratori (41,9%). La necessità di formazione È ancora una volta nella formazione che gli esperti individuano la “chiave” per indirizzare il capitale umano verso un percorso di crescita in grado di colmare il gap di digitalizzazione del nostro Paese. Fonte: Com. Stampa CdL 14 maggio 2024
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