mercoledì 15/05/2024 • 06:00
Il documento di studio “Il modello di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/2001 per gli enti privati del settore sanitario”, pubblicato dal CNDCEC, vuole fornire indicazioni operative ai commercialisti impegnati nell'attività di consulenza alle aziende sanitarie per la redazione dei modelli organizzativi 231.
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Il documento è stato elaborato nell'ambito dell'area di delega “Compliance e modelli organizzativi delle imprese” del CNDCEC ed ha la finalità di fornire un pratico e valido supporto ai Dottori Commercialisti impegnati a supporto delle aziende della sanità privata convenzionata. Vista la necessità di prevenire la commissione di specifici reati 231, soprattutto post pandemia, il CNDCEC ha inteso creare, nell'ambito della suddetta area di delega, la Commissione di studio “Elaborazione modello 231 tipo per aziende sanitarie”.
L'approfondimento, insieme agli allegati che lo accompagnano e che devono essere opportunamente adeguati in base alle specificità delle varie realtà operative, è concepito per offrire supporto concreto anche alle diverse strutture che operano nel settore sanitario. Tale supporto è rivolto in modo particolare alle entità che operano in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). A mero titolo di esempio, le strutture interessate includono, ma non si limitano a: case di cura, RSA, centri di riabilitazione, radiologia, radioterapia, nefrologia, laboratori di analisi, oltre, in più in generale, agli enti che operano nel campo della specialistica ambulatoriale.
Struttura e contenuto
Il documento è articolato in quattro parti:
L'elaborato contiene una serie di format (disponibili in formato editabile) finalizzati a fornire strumenti utili al redattore del Modello 231, tra cui alcuni esempi di parti speciali del Modello, definite in base ai principali reati alla cui commissione le aziende sanitarie convenzionate possono essere esposte; un elaborato tecnico-pratico in formato Excel, utile per effettuare una ricerca specifica per reato, processo, attività sensibile o per tipi di presidi preventivi adottati; un esempio di procedura relativa alla gestione dei flussi informativi da e verso l'Organismo di Vigilanza.
Nel documento, composto da 58 pagine, di particolare interesse è l'individuazione ed elencazione:
L'esplicitazione di tali elementi è riportata dettagliatamente nella matrice (Allegato n. 3) in formato Excel: l'analisi fornita mira a delineare un quadro delle interazioni tra diverse operazioni e responsabilità all'interno delle strutture sanitarie, evidenziando le aree di rischio e offrendo indicazioni per la gestione e il controllo dei processi. In particolare, il documento esplora le relazioni tra i processi generali e le attività sensibili, focalizzandosi su come queste interagiscono con i reati previsti dal Decreto. Sono evidenziati scenari specifici in cui processi e attività possono sfociare in potenziali reati, sottolineando l'importanza di una gestione conforme alle normative e attenta ai rischi. Particolare attenzione è rivolta ai 621 divieti, doveri e principi di comportamento, che sono stati articolati e organizzati in relazione ai processi e alle attività sensibili. Questo approccio intende fornire linee guida per chi opera nelle strutture sanitarie, con l'obiettivo di prevenire reati e promuovere un ambiente di lavoro responsabile e in linea con le normative vigenti.
Le parti speciali del Modello 231 delle strutture sanitarie private
Nell'ambito delle strutture sanitarie sono state individuate 13 parti speciali (si veda Allegato n. 2), ciascuna dedicata a un particolare tipologia di reato:
In ciascuna Parte Speciale sono rappresentate nel dettaglio le fattispecie di reato previste dal Decreto, le relative modalità attuative, le attività a rischio, i protocolli di controllo relativi a ciascun processo sensibile, i soggetti potenzialmente coinvolti e gli specifici flussi informativi nei confronti dell'OdV.
L'Organismo di Vigilanza
In relazione alla composizione dell'Organismo di Vigilanza nello specifico settore sanitario privato, il documento rimanda al principio di proporzionalità, richiamato anche dalle Linee Guida A.I.O.P. (Associazione Italiana Ospedalità Privata - agg. 2014). Nel silenzio della normativa richiamata, si ritiene che la composizione dell'Organismo di Vigilanza debba variare a seconda della complessità dell'istituzione sanitaria privata e della propria dimensione, potendosi avere organismi di Vigilanza con due membri in istituzioni di medie dimensioni e di tre o più membri in istituzioni di grandi dimensioni. Appare necessario incaricare come membri dell'Organismo soggetti esterni o interni all'istituzione, purché questi ultimi non ricoprano ruoli operativi in alcuna area di rischio di reati individuata dal Modello, al fine di evitare potenziali conflitti di interesse tra l'attività dell'Organismo stesso e quella svolta dal dipendente dell'istituzione sanitaria privata che ha adottato il Modello.
Il corretto ed efficiente espletamento delle funzioni dell'OdV si basa sulla disponibilità di tutti i dati e le informazioni relative all'ente e alle aree di rischio, nonché concernenti condotte funzionali alla commissione di reato. A tal fine, l'OdV di una struttura sanitaria deve avere accesso al patrimonio informativo dell'ente e deve essere tempestivamente informato in merito ad atti, fatti, comportamenti e/o eventi che possono determinare una violazione del Modello. A tal proposito, il documento prevede un'apposita procedura per definire i flussi informativi intercorrenti tra l'Organismo di Vigilanza e gli organi societari/funzioni aziendali, regolandone tempistica, contenuti e modalità di trasmissione (allegato n. 5 - proposta di procedura di flussi informativi da e verso l'Organismo di vigilanza).
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Giuseppe Alfieri
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